Domanda: L'ultimo dipinto che hai fatto l'altra sera mi ha colpito molto, perché mi sembrava che ogni volta che tu toccassi il quadro con le dita lo stessi benedicendo. Era quel quadro più speciale, dato che non c'era un oggetto, come il pennello, tra te e il dipinto?

Sri Chinmoy: C'è una grande differenza. Quando uso direttamente le dita, ho immenso affetto, non per il foglio di carta o per la tela, ma per la mia mano. In quel momento non è la carta a rispondere, è qualcos'altro. Il mio affetto entra nel dipinto stesso, e la cosa è reciproca: dal dipinto ottengo anche grandissimo affetto. Premo questo dito, quel dito, ed ogni volta, dentro le dita, vedo le anime, ognuno di noi ha un'anima principale, e di nuovo, ogni parte di noi ha un'anima.

Quindi, mentre dipingevo, prima vedevo l'anima di un dito e poi quella di un altro dito, poi vedevo quella del mignolo – dolce, molto molto dolce, e bella, molto bella. Stavo usando le mani per dipingere, ma in quel momento non potevo chiamarle mani: erano così belle! A volte durante la notte a un tratto c'è una luce perché arriva una lucciola: le mie mani erano così, quando dipingevo con le dita vedevo le mie mani diffondere Luce ovunque. Le dita erano così belle, tutte e specialmente il mignolo, mi dava così tanta gioia.

Quindi, c'è grande differenza se uso una spugna o un pennello, e quando uso le dita. Personalmente ricevo molta più gioia quando uso le dita, ma in tal modo per fare un quadro ci vuole moltissimo tempo, quanto a lungo potrei continuare?

From:Sri Chinmoy,Sri Chinmoy risponde, parte 17, Agni Press, 1999
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