Domanda: Qual è la giusta attitudine da adottare quando ci lodi e quando ci sgridi?

Sri Chinmoy: Quando vi elogio, sentite di meritarlo; quando vi riprendo, sentite di non meritarlo. Questa è la mente umana! Ora, quando vi sorrido e vi dico qualcosa di positivo, è il momento di sentire di non aver fatto quasi nulla, ma che io vi apprezzo per via della mia compassione infinita. Questo accrescerà tutte le vostre qualità divine. Mi date una goccia nella forma di 'servizio', ed io vi do un oceano infinito di affetto, amore, gioia, e gratitudine. Se sentite immediatamente di non meritare pienamente ciò che ho detto, questo accrescerà la vostra umiltà. Da tale umiltà, si risveglieranno ed aumenteranno in voi tantissime qualità divine.

Dall'altro canto, se vi riprendo, potreste sentire di non meritarlo, e che io provo una sottile soddisfazione nel farlo, senza una vera ragione. È in questo momento che dovete dire: "Se davvero ho a cuore il mio Guru, non sento forse che lui anche mi ha a cuore? Io ho a cuore il mio Maestro! Perciò ho fatto molte cose per lui. Se io ho a cuore lui, non ha forse lui la capacità o la volontà di avere a cuore me?" A quel punto arriverà la risposta: "Sì! Anche lui ha la capacità di avere a cuore me, come io ho a cuore lui! Che sia lui ad avere a cuore me più che io abbia a cuore lui, o che io abbia a cuore lui più che lui per me, non è importante. La cosa importante è solo i nostri reciproci affetto ed amore. Lui mi sta sgridando perché si è assunto la responsabilità di me".

Io non vado in giro a sgridare un cane che abbaia, o qualcuno in strada che si comporta in modo non-divino, in modo assurdo, perché quella non è mia responsabilità. Ma ho preso voi come 'miei', e voi mi avete preso come vostro; se entrambi abbiamo preso l'altro come proprio, allora non è forse mio dovere mostrare la mia preoccupazione per voi?

Se sentite di non meritare il mio rimprovero, dite a voi stessi: "Anche se non merito questo rimprovero, questo è la sollecitudine di Guru per me". Dovete sentire che anche un rimprovero ingiusto è basato sul mio affetto per voi. Non lo faccio con piacere. Se così fosse, andrei in giro a cercare difetti nelle persone e sgriderei tutti quelli che incontro.

Ogni volta che sentite di non meritare il mio rimprovero, sentite solo che il mio affetto è lì, dentro il mio rimprovero. È il mio affetto, che arriva in forma di dispiacere. Così come è il mio affetto che arriva per apprezzarvi profusamente, quando fate qualcosa di positivo, perché so che quando vi apprezzo, voi farete il più lungo passo in avanti. Se riuscite a prendere il mio rimprovero allo stesso modo, farete il progresso più veloce.

Io posso aiutarvi a fare il progresso più veloce in due modi: offrendovi un sorriso quando è necessario, o uno sguardo di rimprovero quando è necessario. Quando un bambino è malato, la madre tiene il bambino sotto una dieta speciale. Quando il bambino è in forze, la madre gli dà qualcos'altro da mangiare. Sono lo stesso bambino e la stessa madre, ma nel momento in cui il bambino è malato, e se è necessario, la madre gli dà del cibo molto leggero e speciale. Anche qui, esattamente allo stesso modo, quando fate qualcosa di sbagliato, vi do un cibo speciale. Se lo mangiate, tornerete di nuovo in forze; e quando tornate in forze, riceverete di nuovo le mie benedizioni, il mio affetto, ed la mia sollecitudine, perché state facendo la cosa giusta.

Le persone possono trattenere il mio dispiacere per giorni, mesi, o anni, ma ancora, se una settimana fa ho apprezzato moltissimo, ed offerto la mia gratitudine ad una persona, questo non ha importanza. Diciamo che dalla vostra aspirazione avete ricevuto un recipiente pieno di nettare: una sola goccia di veleno dalla mente dubbiosa, la mente che separa, è abbastanza per distruggere l'intero recipiente di nettare. Il potere della forza negativa, il veleno del dubbio, è infinitamente più grande del potere della forza positiva.

Ma di nuovo, se adottate sempre l'attitudine positiva, allora le forze negative non nascono. Quando ricevete da me un rimprovero, dite a voi stessi: "Il mio Guru sta facendo tutto per il mio bene. Lui ha preso la piena responsabilità per me, quindi dipende da lui decidere cosa fare. Lui ha preso come sacro dovere, quello di amarmi, quindi se vuol provare che mi ha a cuore, cercherà di perfezionarmi; e se realmente ci tiene a perfezionarmi, avrà i suoi metodi. Non è detto che debba sempre sorridere, qualche volta può esprimere dispiacere, rabbia, od altri suoi aspetti". Poi, dopo alcuni giorni, se siete sinceri e se diventate di nuovo ricettivi, direte: "Sono così fortunato! Il mio Guru avrebbe potuto sgridarmi più severamente! Ora sento che il mio crimine era più serio di quello che io pensassi. Prima pensavo che non fosse nemmeno un crimine, e che lui mi avesse sgridato ingiustamente; ora sento che la mia azione fu affatto un crimine, un crimine serio.

Voglio dirvi anche un'altra cosa. I discepoli hanno fatto cose sbagliate innumerevoli volte, ma il Supremo in me ha perdonato oppure ignorato questi errori quasi imperdonabili. Alcuni discepoli non ci credono. Pensate che nel corso di venti o venticinque anni forse avete fatto dieci errori, e che ci sono stati anni in cui non avete fatto alcuno sbaglio, secondo il vostro giudizio, ogni cosa facciate, anche se è sbagliata, la giustificate immediatamente, dite che era inevitabile, la fate deliberatamente e poi dite che era inevitabile. Quando fate qualcosa di sbagliato e poi la giustificate dicendo che nessuno avrebbe potuto fare diversamente, e quindi era inevitabile, allora diventa per voi giustificabile.

In questo modo, praticamente ogni giorno, o almeno cinque o sei giorni alla settimana, quasi tutti giustificano i propri errori. Dicono: "Non potevo evitarlo. Nessuno avrebbe potuto fare diversamente, così mi sono trovato costretto". Ogni volta che fanno un errore, lo giustificano. Non vogliono correggerlo. Non vogliono illuminarlo. Questo va avanti anno dopo anno, nella vita di ogni discepolo: "Nessuno avrebbe potuto far meglio, così perché si dovrebbe criticare me?" Se è un errore, dobbiamo confessare che è un errore; poi la cosa giusta è dire: "Oh no, ho fatto un errore! Non lo farò più!"

Non potremo fare neanche un errore nella vita, se ogni giorno diamo valore alla nostra vita-di-obbedienza. Se riusciamo a prendere l'obbedienza come la cosa più importante della nostra vita, allora riusciremo. Se la pianta-obbedienza muore, alcun Amore, alcuna Devozione, alcun Abbandono, alcuna qualità divina, riuscirà mai a restare viva nel nostro cuore, nella nostra vita. Potete pensare: "Questa disobbedienza è poco importante". Ma la disobbedienza poco importante di oggi, prepara la peggiore possibile disobbedienza. La nostra filosofia è Amore, Devozione, e Abbandono. Se volete accrescere il vostro Amore, la vostra Devozione, ed il vostro Abbandono, od anche solamente mantenerle vive sul nostro Sentiero, l'obbedienza è necessaria.

Voi sentite che io posso perdonare la vostra disobbedienza. Sì, io vi perdonerò, ma voi siete già andati lontano milioni di miglia dalla mia coscienza. Potete convincere voi stessi dicendo: "Guru mi ha perdonato, e mi perdonerà di nuovo". Ma voi siete già andati lontano milioni di miglia dal mio eterno interesse premuroso. Sui piani fisico, vitale, mentale, psichico, o spirituale, sul piano materiale, o su ogni altro piano, se manca l'obbedienza, non riuscirete ad aver successo.

Uno dopo l'altro, i discepoli falliscono, a causa della mancanza di obbedienza. Sono destinati a fallire a causa della disobbedienza. Ma se i discepoli sviluppano sincerità, tale sincerità agirà come una spada, torturando la loro vita-di-disobbedienza. Centinaia di discepoli, da quando abbiamo iniziato il nostro viaggio, hanno lasciato il Sentiero a causa di una sola cosa: disobbedienza. Mi disubbidiscono nel mondo mentale o nel mondo vitale o nel mondo fisico o in qualche altro mondo: quando hanno accumulato, consciamente o inconsciamente, tutte le spine di disobbedienza, a quel punto per loro diventa impossibile rimanere nella barca.

From:Sri Chinmoy,Sri Chinmoy risponde, parte 15, Agni Press, 1999
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