Parte II

SCA 411-412.-it Domande poste da discepoli di Sri Chinmoy, al ristorante Annam Brahma, il 25 maggio 1996 in Jamaica, New York.

Domanda: Spesso parli del "pianto interiore" e del "sorriso esteriore". Per certi motivi, quando raggiungo il pianto interiore, sembra che io non sia in grado di raggiungere il sorriso esteriore. Il pianto interiore mi fa sentire triste, e cosí non posso avere la gioia esteriore.

Sri Chinmoy: Se è il vero pianto interiore, se viene dal cuore, esso certamente ti darà gioia. Quello che attualmente sperimenti non viene dal cuore, ma dal vitale. Il vitale e il cuore sono molto vicini l'uno all'altro, e cosí a volte scambiamo il cuore per il vitale, o il vitale per il cuore. Se il pianto viene dal vitale, nella tua vita esteriore ci sarà depressione, ma se il pianto viene dal cuore, se è un vero pianto crescente, allora esso stesso è gioia. Quando aneliamo intensamente a Dio nella nostra meditazione o nelle nostre preghiere, non dobbiamo aspettare di riceverne i risultati: in quel caso l'anelito stesso è gioia.

Se affermi che il pianto-anelito è dentro, ma che sei depressa esteriormente, o che non stai diventando felice, significa che il pianto-anelito non viene dal cuore, ma dal vitale. Quest'ultimo è molto ingannevole: cerca di prendere il posto del cuore, il cuore è compassionevole, perciò permette al vitale di farlo. Se il fratello minore vuol dire a tutti di essere forte come suo fratello maggiore, gli altri possono riderne tra sé e sé, ma non lo deridono apertamente. Allo stesso modo, il cuore è compassionevole quando il vitale, il fratello minore, vuole recitare il ruolo del cuore.

Molto spesso il cuore può essere ingannato dal vitale, oppure può comportarsi come una madre o un padre compassionevole. La mente, invece, non permetterebbe mai al vitale di appropriarsi di un millimetro della sua proprietà. Ad esempio, se la mente è forte, non permetterà alla frustrazione, tristezza, o disperazione del vitale, di entrare in essa. La depressione del vitale e quella della mente sono completamente differenti, la mente ha i suoi specifici problemi, e non permette al vitale di entrare in essa ed aggiungervi i suoi problemi, o anche a portar via un solo pizzico di gioia, ma il cuore chiederà al vitale di rubare da lui della gioia, con la speranza che un giorno questo fratellino minore smetterà di rubare, iniziando invece ad aspirare.

Aggiungo, se è un vero pianto-anelito dal cuore, un anelito bruciante, esso stesso ha gioia, è la gioia stessa, ma molte volte, quando sentiamo che il nostro pianto-anelito è molto profondo, è in realtà il pianto della sofferenza del nostro vitale. Il vitale ci fa sentire che il nostro pianto-anelito viene dalle profondità recondite del cuore, in questo modo il pianto del vitale ci crea problemi. Anche se parliamo di un pianto-anelito intenso, non è l'intenso pianto-anelito del cuore. Il pianto del vitale infine incontrerà la frustrazione, perché è basato sull'aspettativa, ma quando abbiamo un pianto-anelito, o una brama, molto intensi per Dio, scopriremo che nel nostro anelito stiamo ricevendo tantissima gioia, anche se Dio non si presenterà dinanzi a noi, non avrà importanza per noi.

Non vorrei scoraggiarti, hai fatto esperienza moltissime volte dell'anelito del cuore, ma qualche volta il pianto viene dal tuo vitale, ed è per questo che ne ricevi tristezza.

From:Sri Chinmoy,Sri Chinmoy risponde, parte 11, Agni Press, 1999
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