Nella nostra natura ci sono molte cose positive, e molte cose anti-divine, che non aspirano: noi cerchiamo di accrescere e moltiplicare le nostre buone qualità, e allo stesso tempo, in forza delle nostre preghiere e meditazioni, di ridurre ed infine eliminare, le qualità anti-divine.
Non è che cerchiamo di distruggere le qualità negative, vogliamo solo trasformarle ed illuminarle. L'oscurità dev'essere trasformata in Luce, l'ignoranza che abbiamo coltivato per millenni, dev'essere illuminata.
Secondo la nostra filosofia tradizionale indiana, Dio è il Creatore, Dio è il Preservatore, e Dio è il Distruttore, ma noi sentiamo che dato che Dio è l'Autore di tutto il Bene e la Sorgente di Infinita Compassione, non può distruggere e non distruggerà la Sua Creazione. Sentiamo che, alla Sua Ora prescelta, trasformerà tutto ciò che non aspira in noi, rendendolo divino, illuminante, ed appagante, cosicché non esiste codesta distruzione, ma solo illuminazione e trasformazione, le quali accadono all'Ora prescelta di Dio.
Sul nostro sentiero diamo piena importanza alla vita fisica. Dentro il fisico c'è l'anima, che è la rappresentante diretta di Dio. Il corpo è il tempio, e dentro tale tempio c'è l'anima, l'altare. Sia l'altare che il tempio devono esser ben mantenuti. Sentiamo che la nostra vita interiore d'aspirazione e quella esteriore di dedizione debbano procedere l'una accanto all'altra. Cosí come il fiore ed il suo profumo, esse non possono essere separate, devono esser prese come due realtà complementari.
I miei studenti praticano la meditazione e seguono la vita spirituale, e allo stesso tempo svolgono il proprio normale lavoro. Viviamo nel mondo e viviamo per il mondo.From:Sri Chinmoy,Sri Chinmoy risponde, parte 10, Agni Press, 1999
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