Con l'esplorazione spaziale stiamo cercando di fare qualcosa di simile ai fuochi d'artificio. Ci affascina, ma non innalza la nostra coscienza, non ha una forza di sostegno. In "Apollo 13" vediamo delle persone camminare sulla Luna. Questo ci piace, ma per lo più è il vitale in noi che ne ha piacere. L'anima non ne gioisce, neanche il cuore ne riceve gioia, perché questo vuole udire la melodia che mantiene la Terra in sintonia con il Paradiso, e quella sintonia non è lì.
La scienza è come una mucca legata ad un palo: possiede libertà limitata, ma in quell'area limitata distrugge tutto. Se vede un secchio, lo prende a calci, calciando il secchio a parecchi metri, la mucca riceve gioia, ma questa gioia è solo distruzione. Per fortuna la mucca ha un limite: non può superare la lunghezza della corda. Similmente, non importa quanti secoli o millenni passeranno, la capacità della scienza sarà sempre limitata. La scienza progredisce e si sviluppa, ogni giorno vengono fatti dei miracoli: premi un bottone e una bomba atomica esplode da qualche parte! Ma niente che non sia creativo riuscirà mai ad unire la sofferenza di Madre Terra con il sorriso di Padre Cielo.
Gli scienziati possono discendere sulla Luna e vedere alcune pietre, ma non ne otterranno la coscienza della Luna. Solo pregando e meditando si può ricevere la coscienza della Luna, o essere in comunione con l'anima della Luna. Gli scienziati non considerano la Luna un luogo sacro, pieno di aspirazione; no, la vedono come un terreno a disposizione per i loro esperimenti, poi, se vi troveranno qualcosa d'interessante, lo prenderanno e lo ridurranno in particelle con i loro strumenti scientifici. Ma tali strumenti scientifici non riveleranno mai l'anima o la divinità che sono nella Luna. Mai, mai! Quindi la scienza non scoprirà mai la vera divinità dentro la Luna. Solo i cercatori della spiritualità la scopriranno.From:Sri Chinmoy,Sri Chinmoy risponde, parte 07, Agni Press, 1996
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