Comunque molte volte, semplicemente prendo le forze che stanno attaccando i discepoli e le getto via. Nessun discepolo dovrebbe preoccuparsi di dare a me i suoi problemi mentali ed emozionali. Appena li prendo, nel giro di secondi o minuti, o magari un giorno, posso gettarli via. Se posso essere d'aiuto ai miei figli spirituali, sono pronto sempre e di nuovo, questa è la ragione per cui sono venuto sulla Terra: per essere di servizio all'umanità.
La difficoltà con la maggior parte degli esseri umani è che sono pronti a dare la loro sofferenza a Dio, ma non la loro gioia e felicità. Ad esempio, se qualcuno non arriva primo in una gara di corsa, è piú che pronto ad accusare Dio: "Mi sono allenato per tanti mesi, ed ora ho perso!" Siamo piú che pronti a dare la nostra rabbia, infelicità e negatività a Dio, ma se siamo sinceri, vedremo che non li diamo veramente a Dio: se lo facessimo, occorrerebbe un certo tempo perché quelle cose tornassero in noi, invece in un certo modo conserviamo questi sentimenti, perché ci dà gioia accusare Dio. Poi invece, se riusciamo in qualcosa, magari per cinque secondi mostriamo gratitudine a Dio, e subito dopo ci dimentichiamo di Lui. La felicità che riceviamo dura alcune ore o giorni e la teniamo dentro di noi, ma la gratitudine non germoglia nel nostro cuore, e non continuiamo a condividere la nostra felicità con Dio, o ad offrirgli la nostra gratitudine. Se fossimo veramente sinceri, daremmo a Dio la nostra gioia esattamente nello stesso modo in cui Gli offriamo i nostri problemi e sofferenze, ma invece vogliamo tenere la gioia tutta per noi, ed è solo quando abbiamo un insuccesso che tiriamo in ballo Dio, in quel momento Lo attacchiamo e Lo accusiamo in mille modi.From:Sri Chinmoy,Sri Chinmoy risponde, parte 06, Agni Press, 1995
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