Aurobindo nella prigione di Alipore17

(Maggio 1908)

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"Io sono l'Infinito,

Anche se giace il mio involucro esterno

Nella stretta dolorosa del finito,

Trafitto dai denti del drago.

Il mio amore immortale per la regione

Della mia amata nascita umana

Nessuna anima può osare negare

Su questa scettica terra.

O carcere di Alipore!

La tua stupida tortura desolata

Crea una risata in me.

Mi tuffo dentro, tu abbai.

Krishna in ogni granello

Danza davanti al mio sguardo.

Nulla tranne Lui io vedo.

In me la sua fiamma di rapimento!

Chi parla ora da lontano?"

"Io sono la voce di Vivekananda:

Ascolta con la tua insondabile Calma

Che rifugge ogni rumore terreno.

Per quindici giorni le mie parole

In un flusso incessante risplenderanno,

Parlando della augusta verità

Della divina esperienza."

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SAI 17. (1956)

From:Chinmoy,Sri Aurobindo: L'Infinito, Agni Press, 1997
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