Il filosofo, noto anche come studioso, chiese all'uomo: "Che c'è? Hai difficoltà a capire questo libro sacro? È per questo che stai piangendo? Non preoccuparti. Mi dispiace per te, quindi sono pronto a dedicare un po' di tempo e a spiegarti il significato."
L'uomo disse: "Sto versando lacrime non perché non sono in grado di capirne il significato, ma perché a qualunque pagina mi rivolgo, lì vedo Sri Krishna e Arjuna. Posso vedere il carro, posso vedere come il Signore Krishna sta consigliando Arjuna, posso vedere la battaglia infuriare. È tutto così vivido per me. Queste lacrime sono lacrime di gioia."
Allora il grande filosofo chinò il capo e si allontanò. Aveva studiato la Bhagavad Gita per anni e anni, ma non aveva mai avuto la visione del Signore Krishna. Eppure quest'uomo semplice, con il suo cuore di amore e devozione, era così vicino al cuore di Krishna da poter vedere Krishna vividamente in ogni pagina. Il filosofo voleva far capire a quest'uomo la Gita. Ma la Gita non è qualcosa che dobbiamo capire; è qualcosa per noi da vivere. Questa storia ci mostra che per un devoto la strada è più breve della più breve, mentre per i filosofi e altri può essere più lunga della più lunga.From:Sri Chinmoy,Filosofia: carro della saggezza della mente, Agni Press, 1999
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