Domanda: Recentemente stavo leggendo estratti di uno scrittore russo che raccontava le terribili sofferenze dei prigionieri politici sotto il regime di Stalin. E se qualcuno in quella situazione si fosse suicidato per porre fine a sofferenze insopportabili? Quella persona avrebbe la stessa punizione di qualcuno che si toglie semplicemente la vita in una situazione normale?

Sri Chinmoy: Dipende da meriti e demeriti. Durante la guerra, le persone nei campi di concentramento sono state torturate e uccise in modo disumano, brutale! E se loro stessi avessero voluto distruggere le loro vite per non essere uccisi o picchiati senza pietà, senza alcun senso o ragione? Qui dobbiamo sapere che c'è qualcosa chiamata dispensazione di Dio. Diciamo che queste persone sono innocenti e vengono uccise. Oppure hanno combattuto per la loro vita e hanno perso, e ora vengono uccise. Per non essere uccisi dal nemico, potrebbero voler distruggere se stessi.

In India e altrove è capitato molte volte che due guerrieri stessero combattendo, e che uno sapesse con certezza che l'altro avesse vinto e che fosse questione di un minuto o un secondo prima che lui venisse distrutto. Immediatamente mette fine alla sua vita. La sua sofferenza non sarà la stessa che se si fosse semplicemente suicidato. Molte volte è successo, quando i re sono stati arrestati e uccisi, che le regine dicessero: "Non voglio essere uccisa dal mio nemico, voglio uccidermi... dal momento che sono destinata ad essere uccisa dal mio nemico, la cosa migliore per me è uccidermi." Puoi dire che è il loro senso del prestigio che le spinge a non farsi uccidere dai loro nemici. Ma in questo caso, quando le persone che sanno che saranno uccise si tolgono la vita, allora ti dico, stanno sempre facendo la cosa giusta.

Di nuovo, da una diversa angolazione, devi vedere se una guerra è una vera guerra divina o meno. Sri Krishna disse ad Arjuna: "È tuo dovere andare in guerra e combattere, perché devi distruggere le forze non-divine." In quel caso era chiaro: i Kaurava erano non-divini, e in confronto i Pandava erano molto più divini. Krishna era divino e Krishna disse: "Combatti!" Arjuna usò tutte le sue armi morali, disse: "Non combatterò, non combatterò. Sono miei fratelli, miei cugini..." Ma Krishna disse: "Ti sto dando un consiglio divino: se perdi la battaglia perché combatti per il divino andrai in Paradiso. E se vinci sarai il Signore divino. Dominerai divinamente. Se conquisti le forze ostili, le forze non-divine, non sarai un sovrano ordinario ma un sovrano divino, e se fallisci, solo per il tuo sforzo sincero, solo perché hai combattuto coraggiosamente contro le forze non-divine, la compassione, l'amore e l'orgoglio del divino ti porteranno direttamente in Paradiso."

Ma solo tu devi sapere se in questa guerra c'è la volontà divina e la dispensazione divina. Se è volontà divina che queste persone vengano distrutte, allora se perdi andrai da Dio in Cielo. Personalmente ritengo che quando l'altra parte è piena di ignoranza, non è la saggezza che li sta punendo, è il loro scarso giudizio. Sono sciocchi e la forza dell'ignoranza li sta distruggendo. Allora perché permettere alla forza dell'ignoranza straniera di distruggerti, quando tu hai (di già -n.d.t.) la tua forza d'ignoranza? Entrambe sono ignoranza, ma in confronto la forza straniera dell'ignoranza è molto più distruttiva. Se hai la possibilità di fuggire, dovresti cercare di farlo. Altrimenti, se la forza dell'ignoranza straniera ti uccide e sei innocente, rispetto al caso in cui ti fossi suicidato, nel mondo interiore il trattamento sarà molto diverso.

ooo Revisione della traduzione: agosto 2023 ooo

From:Sri Chinmoy,Chiromanzia, reincarnazione e stato onirico, Agni Press, 1977
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