La parola sanscrita per l'iniziazione è diksha. Diksha significa offerta, offerta di se stessi. Il Guru dà al discepolo una parte del suo respiro vitale e il discepolo dà al Maestro la sua profonda promessa che fino alla fine della sua vita sarà totalmente fedele al Maestro e servirà il Maestro incondizionatamente. Nell'iniziazione, il Maestro accetta coscientemente l'ignoranza del discepolo che inizia; il discepolo offre al Maestro una solenne promessa: che dopo essere stato purificato e trasformato, sarà uno strumento del Maestro cosciente, devoto e completamente sottomesso (surrendered, n.d.t.). Il Maestro durante l'iniziazione gli farà la promessa: "Ti farò realizzare la Verità più alta, Dio." Allora l'anima del discepolo farà una promessa spirituale al Maestro: "Dopo che avrò raggiunto la mia perfezione spirituale manifesterò la tua Luce, la Luce del Supremo, sulla Terra. Tu mi rendi perfetto nella mia Realizzazione e io ti adempirò nella tua Manifestazione." Il Maestro alla fine dice: "Che tu mi manifesti o no, il mio ruolo è farti realizzare l'Altissimo."
Se Dio vuole, può apparire davanti a un cercatore durante la meditazione o in una visione o in un sogno. Può assumere una forma umana luminosa e dire al cercatore che lo sta iniziando, o può dargli un mantra. Questa è l'iniziazione diretta, ma è molto rara. Di solito, l'iniziazione dev'essere fatta da un Maestro vivente.
Le Upanishad, le sacre scritture dell'India, parlano di tre diversi tipi di iniziazione. In un tipo di iniziazione, il discepolo deve prostrarsi davanti al Maestro, dopo essersi lavato e preparato. A volte deve prima praticare il celibato per un paio di mesi o anni. Porta riso, noci di cocco e poche altre cose tradizionali. Deve anche dare un compenso sacerdotale sotto forma di denaro o servizio. Poi il discepolo si siede ai piedi del Guru e il Guru gli sussurra un mantra all'orecchio. Questo mantra può essere una parola o alcune parole o anche alcune frasi. Quindi, secondo il modo tradizionale, il Guru tocca la fronte, la schiena e il cuore del discepolo al ritmo del battito del cuore del discepolo. L'aspirante deve praticare questo mantra per tutta la vita. Deve ripeterlo sinceramente, devotamente e profondamente ogni giorno, senza fallo. Insieme al mantra, il Guru gli dà istruzioni su come sedersi correttamente per meditare, come pregare e come adorare Dio. Questo è il modo tradizionale indiano di dare l'iniziazione.
L'anno scorso a Porto Rico iniziai una bambina che aveva solo pochi mesi in questo modo tradizionale. Le sussurrai un particolare mantra all'orecchio e parlai interiormente alla sua anima nel linguaggio dell'anima e le dissi cosa avrebbe dovuto fare da grande. Questa è l'unica iniziazione, che ho fatto in questo modo.
Nel secondo metodo di iniziazione, il Guru esercita il proprio potere interiore per elevare la coscienza del discepolo, non importa in quale coscienza si trovi il discepolo in quel momento. Il discepolo può essere in una coscienza molto bassa o molto alta. Ma il Guru inietta in lui il suo potere spirituale, e con la forza del suo potere, eleva il discepolo molto più in alto di quanto non fosse. Ho fatto questo tipo di iniziazione diverse volte.
La terza via è l'iniziazione attraverso la compassione. Qui il Guru, lentamente e costantemente, eleva il discepolo al più alto piano di coscienza attraverso una compassione illimitata e incondizionata. Ho fatto questo tipo di iniziazione molte volte.
Un Maestro spirituale può iniziare un discepolo anche attraverso gli occhi o toccandolo fisicamente, benedicendolo sulla testa e ponendo una mano sul suo cuore. Ho usato spesso questi metodi. Ho anche iniziato occultamente persone a miglia di distanza mentre erano in uno stato di coscienza molto elevato durante la meditazione nella loro casa. Ma questo l'ho fatto solo poche volte. Ma qualunque approccio io utilizzi, in ogni caso a coloro che accetto come discepoli, offro una parte del mio Respiro di Unità con il Supremo.
Mentre lavoravo al Consolato indiano, lessi sul The New York Times di un discepolo che stava iniziando venti o trenta aspiranti sotto gli auspici di un certo maestro spirituale. Stava distribuendo mantra e iniziando le persone mentre fumava una sigaretta. Questo tipo di iniziazione è a dir poco un crimine. Non è possibile dare il proprio respiro mentre si fuma una sigaretta e non è possibile dare l'iniziazione per procura. Se un discepolo è un'anima realizzata, certamente può dare l'iniziazione. Ma se il Maestro sa perfettamente che il discepolo non si è realizzato e se il discepolo stesso lo sa, allora se il Maestro gli dice di andare ad iniziare altri, è un terribile errore. Se un Maestro è a migliaia di miglia di distanza dal cercatore, dovrebbe iniziarlo direttamente, sul piano occulto. Se non ha la capacità di farlo, non ha il diritto di definirsi un Maestro spirituale. L'iniziazione per procura è sbagliata e priva di valore.
Se un discepolo vuole avere un'iniziazione cosciente, la prima cosa che ci si aspetta da lui è l'umiltà, la massima umiltà. Vi racconto una storia. Una volta un cercatore andò da un Maestro spirituale e disse: "Per favore iniziami." Era un grande cercatore, ma purtroppo era piuttosto orgoglioso. Il Maestro disse: "Sono disposto ad iniziarti domani, ma devi portarmi qualcosa o qualcuno che sia meno degno di te."
Il cercatore era felice. Pensava che sarebbe stato facile, poiché sentiva che c'erano molte persone e molte cose infinitamente inferiori a lui. Il giorno seguente, portò un filo d'erba al Maestro spirituale e disse: "Ecco un filo d'erba. Sono sicuro di essere superiore a questo filo d'erba."
Il Maestro disse: "Sei uno sciocco. Guarda questo filo d'erba: quanto è vasto il cuore di questo filo d'erba! Permetteresti a qualcuno di camminare sul tuo petto? Saresti furioso. Ma questo filo d'erba ti permette di camminare sul suo stesso cuore! Questo filo d'erba è infinitamente superiore a te. Portami qualcos'altro." Il cercatore era sbalordito e pensò: "Mi hai giocato uno scherzo, ma ora ti metterò in imbarazzo!" Il giorno dopo portò degli escrementi al Maestro e disse: "Senza dubbio questo è inferiore a me."
Ma il Maestro meditò sugli escrementi ed entrò nel suo stesso cuore, giungendo infine alla sua origine. L'origine era stata una mela. La mela parlò attraverso il Maestro: "Sei davvero ingrato! Quando ero così fragrante, così bella, così attraente, così gustosa, mi hai preso e divorato con tutta la tua avidità. Ora guarda la trasformazione della mia vita: quanto ero bella e quanto sono diventata brutta. Chi è il responsabile? Tu! E chi ti ha permesso di divorarmi? Sono stata io, per compassione, premura e amore per te. Quindi non mi sei superiore!"
Questa volta il cercatore si rese conto che non c'era nessuno e niente sulla Terra che potesse essere veramente inferiore a lui. Cadde ai piedi del Maestro e disse: "Maestro, ecco colui che è veramente in basso. Non c'è nessuno sulla Terra così inutile come me, ma per favore accettami!"
Il Maestro disse: "Oggi ti premio con l'iniziazione perché sei diventato la vera umiltà. Se sei umile la tua meta è davvero vicina. Se sei orgoglioso e arrogante, allora la tua meta rimarrà sempre un anelito lontano."
Il discepolo va dal Guru ed entra nel Guru con ciò che ha e ciò che è. Cosa avete? Avete un'anima. Che cosa siete? Voi siete l'anima. Quando avete la sensazione di avere un'anima e di essere l'anima, allora ciò che avete e ciò che siete sono la stessa cosa. Il vostro successo non è affatto diverso da ciò che siete. Con quella comprensione, con quella conoscenza, con quella saggezza, se entrate in me, allora non mi state dando nulla, perché in quel momento vedrete e sentirete la vostra totale unità con me.
Dovete sentire che ciò che chiamate 'voi stessi' è solo un altro nome del vostro Maestro. Un sentimento di unità indivisibile dev'essere stabilito tra la coscienza del Guru e la coscienza del discepolo. Potete dire che quello che avete e quello che siete lo state dando al Guru. Ma se vivete dentro il Guru, allora non c'è né dare né prendere. Non c'è niente da dare e niente da prendere. C'è solo il sentimento di crescere nel cuore del Guru. Per favore, restate dentro di me il più a lungo possibile, o dovrei dire, per sempre. Non c'è un momento in cui la vostra anima abbia bisogno di essere separata dalla mia coscienza. Rimanete dentro di me con ciò che avete e ciò che siete, non nel senso del dare ma nel senso di appartenere. Sentite che voi appartenete a me e io appartengo a voi. Cantiamo insieme il canto dell'unità.From:Sri Chinmoy,Chiromanzia, reincarnazione e stato onirico, Agni Press, 1977
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