Domanda: Qual è il ruolo appropriato dell'individualità nella resa?

Sri Chinmoy: I discepoli non dovrebbero avere una vera individualità, se per individualità intendiamo l'individualità frammentata della mente. Ma c'è un'altra individualità, che abbraccia l'intero universo. Cristo disse: "Io e mio Padre siamo uno." Questa individualità, che è universalità, è benvenuta. Sebbene un soldato in missione possa essere separato dall'intera truppa, è per la truppa. Va bene. Finché c'è unità con la realtà superiore, l'individualità è feconda di illuminazione e di amore immortale. Ma l'individualità a cui ti riferisci è l'individualità umana. È separata dalla realtà, separata dalla Sorgente. È come la dichiarazione di Giulio Cesare: "Sono venuto, ho visto, ho vinto." Quella individualità non deve rimanere, anche in misura infinitesimale, nella coscienza del discepolo. Ma l'individualità divina, che è universalità, va coltivata.

From:Sri Chinmoy,Opportunità e auto-transcendenza, Agni Press, 1977
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