Gli studenti che vogliono coltivare la conoscenza mentale del più alto grado vengono qui da tutto il mondo per raggiungere la grandezza. Poi tornano nei rispettivi paesi per offrire la luce-conoscenza che qui hanno raggiunto. Essi diffondono questa luce-conoscenza che è bontà.
Avere grandezza è avere fiducia in se stessi: nel proprio fisico, nel proprio vitale, nella propria mente e nel proprio cuore. Se uno ha un corpo forte, ha fede nella sua forza fisica. Se uno ha un vitale dinamico, allora ha una fede implicita nel suo vitale. Se uno è benedetto da una mente brillante, allora ha fede nella sua mente. E se uno è benedetto da un cuore puro e buono, allora ha una fede enorme nel suo cuore. La bontà è fede solo in Dio, nella Verità, nella Luce. Quando si diventa parte integrante della Verità, allora ci si schiera dalla parte della Verità e della Luce. E quando si è sempre per Dio, questo non è altro che bontà. La bontà ha sempre fede in Dio, Verità e Luce.
La grandezza è un fatto universalmente riconosciuto. Anche la bontà è un fatto universalmente riconosciuto. Ma è qualcosa di più. È una realtà universalmente amata. La grandezza la osserviamo nella nostra vita esteriore. La Bontà la osserviamo nella nostra vita interiore. Con i nostri occhi umani, osserviamo la grandezza intorno a noi, in tutto il mondo. Con il nostro cuore divino, sentiamo la bontà dentro di noi e negli altri.
Dio è grande perché ha creato questo mondo. Questo è un fatto che ci è stato insegnato dai nostri genitori, dai nostri amici, dal corpo del mondo. Dio è anche buono, gentile, compassionevole. Egli è la nostra Fonte dentro di noi; Egli è per noi, eternamente per noi. Vuole liberarci, vuole illuminarci, vuole darci realizzazione, soddisfazione e appagamento. Egli è l'Autore di ogni bene. Questo è Dio la Bontà. Dio il Creatore è Grandezza, e Dio l'Amante della Sua Creazione è Bontà. Amiamo Dio non perché è sommamente grande, ma perché è universalmente, trascendentalmente buono. La grandezza ci stupisce. La bontà ci illumina e ci libera dalle catene della schiavitù.
La grandezza la possiamo esprimere in modo animalesco quando litighiamo, lottiamo e cerchiamo di distruggerci a vicenda. Quando stiamo insieme in una famiglia e ci amiamo, allora la grandezza si esprime in modo umano. Quando cerchiamo di elevarci l'un l'altro e di aiutarci l'un l'altro a raggiungere le vette più alte, in quel momento la grandezza si esprime in modo divino. Infine, la grandezza si esprime in modo supremo quando diciamo al mondo che Dio, l'Eterna Realtà, è anche eternamente buono; Lui è la Fonte. Ci sta aspettando, per compiacerLo a Modo Suo. Qui si raggiunge la grandezza, la suprema grandezza, grazie alla nostra consapevole e costante resa alla Volontà di Dio.
Di solito la nostra mente umana desidera ardentemente la grandezza, mentre il nostro cuore divino desidera ardentemente la bontà. A volte notiamo un abisso spalancato tra la mente e il cuore, tra l'obiettivo che la mente vuole raggiungere e la meta che il cuore vuole raggiungere. La mente cerca di vedere il suo obiettivo separando una realtà da un'altra. Vuole vedere tutto in misura infinitesimale, mentre il cuore vuole vedere la meta, la realtà, come un'unità, una e inseparabile. La mente e il cuore si avvicinano alla realtà in modi diversi, ma non possono sempre rimanere separati. Devono essere unificati per raggiungere la verità più alta. Ci sono due tipi di mente: la mente fisica e la mente illuminata. La mente fisica è vincolata dal mondo fisico. Vuole dominare il mondo. Vuole stare almeno un centimetro sopra gli altri in modo da poter dominare gli altri. Consciamente o inconsciamente, volontariamente o meno, ottiene una gioia immensa dal suo senso di separazione. La mente illuminata è totalmente diversa. Desidera la vastità dentro e fuori. Non vuole altro che vastità, e dentro la vastità vuole crescere e risplendere.
Il cuore umano, che è molto vicino al centro vitale, è molto spesso insicuro. Non vuole ospitare altri al suo interno. Sente che quando altri vogliono rifugiarsi in esso, possono rompere il vaso. Sembra che sia troppo piccolo. Pertanto, il cuore umano è abbastanza spesso insicuro e timido. E proprio perché è abbastanza vicino al vitale, inconsciamente o consapevolmente, come una calamita attira l'impurità dal vitale indisciplinato. Ma c'è anche il cuore spirituale. Questo cuore è sempre unito all'anima; ha stabilito la sua unità con l'anima. L'anima, che è il rappresentante diretto del Signore Supremo, ha Luce in misura illimitata. E il cuore spirituale ha libero accesso all'anima. Pertanto, può facilmente far scendere la Luce dell'anima nel suo sistema.
L'unità del cuore spirituale e la vastità della mente illuminata devono essere unite. L'unità la possiamo stabilire con un altro individuo o con qualche minuscolo oggetto. Ma se abbiamo vastità insieme all'unità, se possiamo stabilire la nostra unità con la vasta creazione di Dio, allora diventiamo perfetti. Allo stesso modo, la vastità senza unità non serve a niente. La creazione di Dio è molto vasta, ma se non riusciamo a stabilire la nostra unità con questa vastità, allora la vastità rimane un arido deserto. Per diventare perfetti, dobbiamo creare dentro di noi vastità e unità, e dobbiamo crescere sia nella vastità che nell'unità.
Ci sono due mondi. Uno è il mondo del desiderio; l'altro è il mondo dell'aspirazione. Quando rimaniamo nel mondo del desiderio, si profila la grandezza. Ma quando rimaniamo nel mondo delle aspirazioni, si profila la bontà. Proprio perché siamo cercatori, stiamo consapevolmente cercando di uscire dal dominio del mondo del desiderio e stabilire la nostra dimora nel mondo dell'aspirazione.
Il desiderio di conoscere il mondo e il desiderio di conoscere se stessi sono cose totalmente diverse. Quando vogliamo conoscere il mondo che ci circonda, senza preoccuparci della nostra unità con il mondo, inconsciamente miriamo alla grandezza. E questa grandezza, immancabilmente, ci separa dal mondo. Ma quando vogliamo conoscere noi stessi implicitamente, quello che realizziamo è che siamo parte integrante del tutto, della realtà integrale. Anche se iniziamo con il mondo dei desideri e cerchiamo di diventare grandi, non c'è niente di male. È molto meglio che rimanere nel mondo del letargo e della sonnolenza. Ma verrà un momento in cui vedremo che la nostra grandezza non ci ha dato un briciolo di soddisfazione; nella grandezza interiore ciò che vediamo è frustrazione. Arriva un momento in cui la nostra grandezza viene messa alla prova. Un individuo sente di essere un grande cantante. Ma prima o poi il suo orgoglio viene infranto quando vede che un altro cantante è molto meglio di lui. Allora cosa fa? Ricorre alla bontà.
La bontà non sta nel competere con il mondo che ci circonda; offre solo il messaggio dell'autotrascendenza. Se proprio ci dobbiamo confrontare, allora il confronto è con noi stessi. Se proprio dobbiamo competere, allora competeremo con le nostre capacità precedenti. Qui non c'è altro mondo. C'è solo il nostro mondo di costante e continuo progresso. Cerchiamo solo di trascendere noi stessi. Nel mondo del desiderio c'è confronto e competizione. Ma nel mondo dell'aspirazione, non vogliamo far sentire agli altri che siamo superiori. No. Quando sentiamo di avere un briciolo di luce, aspiriamo ad avere luce abbondante, Luce infinita. Solo in virtù della nostra costante aspirazione trascendiamo le nostre capacità. Sentiamo che più aumentiamo la nostra capacità e più utilizziamo la nostra capacità per compiacere il Pilota Interiore a Modo Suo, prima diventiamo i Suoi strumenti perfetti.
MLH 9. St. Cross Building, Manor Road, Università di Oxford, 19 giugno 1976↩
From:Sri Chinmoy,La mente ama il cuore, La mente diventa il cuore, parte 1, Agni Press, 2003
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