L'ashram era sostenuto da ricchi mercanti che venivano in molte occasioni; perciò stava andando bene e tutti erano felici che esistesse un ashram così.
Un giorno, Gandhi ricevette una lettera da un insegnante. "Sarò così felice e grato se mi permetterai di rimanere nel tuo ashram con mia moglie e mio figlio. Farò qualsiasi cosa tu voglia che faccia." Alla fine della lettera l'insegnante scriveva: "Solo una cosa esito a dirti, ma devo essere sincero con te. Sono un intoccabile."
Quando Gandhi lesse questo, seppellì la testa tra le mani. "O Dio, io amo gli intoccabili, perché sono figli di Dio. Ma ora la mia famiglia sarà furibonda. Come posso permettere a quest'uomo di entrare nell'ashram? D'altra parte, come posso rifiutarlo? Ha scritto una lettera così profonda. Mi si spezza il cuore!"
Gandhi parlò della questione con i membri della sua famiglia. Loro furono comprensivi: "Se vuoi avere quest'uomo qui, invitalo sicuramente a unirsi a noi" dissero. Ancora Gandhi esitava. "I mercanti che sostengono l'ashram sono molto fanatici. Appartengono alla società e si preoccuperanno di ciò che la società penserà di loro." Poi Gandhi disse: "No, permetterò a questo insegnante di lavorare e vivere qui, nell'ashram!"
L'intoccabile venne all'ashram. Non appena i mercanti lo seppero, smisero di dare soldi a Gandhi. Dissero: "Stai rovinando la società. Vieni da una buona famiglia, una buona casta. Come puoi fare queste cose? Non ti daremo soldi per sostenere una cosa così impensabile!"
Gandhi disse loro: "Va bene, non dateci soldi. Ma se qualcuno vuol servire questo ashram sinceramente e con tutta l'anima, glielo permetterò. Anche gli intoccabili sono figli di Dio."
Ben presto Gandhi incontrò difficoltà finanziarie. Un giorno, passeggiando per la strada, vide un mercante con una carrozza. Il mercante gli si avvicinò e gli disse: "Sono un ricco mercante che aiutava a sostenere il tuo ashram. Da quando hai fatto entrare un intoccabile nel tuo ashram, non mi è stato più possibile aiutarti, perché ho paura di ciò che potrebbero dire i miei amici. Il mio cuore è tutt'uno con te, ma devo vivere nella società. Tu sei al di sopra della società, quindi puoi accogliere un intoccabile nella tua comunità. Ma voglio darti soldi in segreto. Per favore, promettimi che non lo dirai a nessuno."
Gandhi gli promise: "Non lo dirò a nessuno."
Il mercante disse: "Allora domani vieni qui e ti darò una grande quantità di denaro."
Gandhi credette al mercante e il giorno seguente tornò nello stesso luogo. Il mercante arrivò e gli diede molto denaro. Gandhi non conosceva nemmeno il nome dell'uomo, poiché molti mercanti avevano aiutato il suo ashram e non li conosceva tutti personalmente. Gandhi gli chiese il suo nome, ma il mercante non volle dirglielo. "Scusami" disse "non posso dirti il mio nome. La tua è una causa nobile e sono pienamente d'accordo con te, ma devo vivere nella società, quindi questo deve rimanere un segreto. Stai facendo la cosa giusta; perciò sostengo la tua causa; ma non è necessario che tu conosca il mio nome."
Quel giorno, il destino di Gandhi cambiò.From:Sri Chinmoy,Mahatma Gandhi: il cuore della vita, Agni Press, 1994
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