Coloro che sanno piangere per Dio in Se Stesso – e non solo per i doni di Dio – dal profondo del loro cuore sentiranno che non c'è aridità. Ma coloro che vogliono avvicinarsi a Dio con conoscenza e intelletto soffriranno sempre di aridità. Molti aspiranti e persino grandi maestri spirituali hanno attraversato questa aridità spirituale. Poi, sulla base delle proprie esperienze, dicono che non c'è nessuno che non abbia avuto l'esperienza dell'aridità spirituale. Ma io fortunatamente non riesco a essere d'accordo con loro. Mi sono avvicinato al Supremo con amore, devozione e resa e desidero dire che non ho mai, mai sperimentato l'aridità spirituale. Costantemente mi crogiolavo nel flusso della Sua infinita Grazia.
Se vuoi vivere nella Grazia infinita di Dio, devi avvicinarti a Dio con amore, devozione e resa. Devi offrirti interamente al Supremo, e questa offerta di te stesso deve avvenire attraverso il cuore e non attraverso la mente. Se riesci a farlo, non ci sarà aridità. Costantemente, in ogni momento, sarai nutrito dal Supremo. Ciò che tu chiami aridità, in termini spirituali io la chiamo fame. Moriamo spiritualmente di fame solo perché non permettiamo all'anima di venire alla ribalta e prendersi cura di noi. Facciamo solo il contrario. Diciamo all'anima che non solo possiamo prenderci cura di noi stessi, ma siamo anche pronti a prenderci cura di essa. Questo è il nostro errore. Lasciamo, invece, che sia l'anima a prendersi cura della nostra esistenza esteriore, allora vedremo che la nostra fame interiore sarà alimentata dall'infinita Grazia di Dio.From:Sri Chinmoy,Confusione della mente e illuminazione del cuore, parte 2, Agni Press, 1974
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