Nonostante la loro preoccupazione, molto spesso riuscivo comunque ad uscire. Se mi chiedevano: "Dove stai andando?" Dicevo: "Sto solo uscendo."
Spesso uno dei cassieri di banca mi faceva sapere quando il fattorino se ne andava. Con gli occhi mi segnalava quando era ora che il fattorino si recasse nelle varie sponde, e indicava anche da che parte dell'edificio si trovava il fattorino. Poi, quando uscivo, il fattorino mi aspettava.
Il fattorino era così gentile. Il suo nome era Manindra. Era molto basso e grasso. Una delle sue gambe era un po' più corta dell'altra, quindi camminava zoppicando.
Il fattorino ed io avevamo un segnale speciale che a volte usavamo. Se stava andando in una direzione, usava il segnale speciale per dirmi di andare nella direzione opposta. Allora dicevo a mio padre: "Vado a comprare dei dolci," in modo che mio padre pensasse che stessi andando nella direzione opposta a quella del fattorino. Quando finivo, il mio amico fattorino veniva a prendermi.
Due o tre volte io e il fattorino siamo caduti dalla bicicletta. Una volta fu assolutamente la peggiore esperienza. Il fattorino mi ha portò in un posto abbastanza lontano per prendere un particolare tipo di stecchino, che è molto amaro. Pedalava molto veloce e piccoli rami lungo il ciglio della strada mi colpivano.
Quando arrivammo in una colonia punjabi-sikh, accadde qualcosa di veramente grave. I Punjabi-Sikh sono così alti e robusti, con barbe e baffi. Tre di loro iniziarono a urlare e urlare. Stavano urlando contro qualcun altro, ma abbiamo pensato che stessero urlando contro di noi. Mi sono spaventato e sono caduto dalla bicicletta. Poi il messaggero mi cadde addosso. I tre uomini videro che eravamo spaventati e non si avvicinarono a noi.
Iniziai a piangere e il fattorino si preoccupò molto per quello che gli sarebbe successo quando la mia famiglia fosse venuta a sapere del nostro incidente. Sapeva che mio padre era molto compassionevole, ma pensava che mia zia non solo lo avrebbe rimproverato, ma forse anche licenziato. Mio zio, fratello di mia madre, era il vicedirettore di una tipografia, e molto spesso dormivo a casa loro quando stavo in città. Mio zio mi chiamava "coniglio" perché un momento ero vicino a lui, e un momento dopo ero da qualche altra parte.
Quando il fattorino ed io siamo tornati quella sera e mio padre sentì la storia, era molto triste, ma non mi rimproverò. Poi mi portò a casa di mia zia per passare la notte. Quando lei scoprì cosa era successo, era così furiosa. Aveva qualcosa tra le mani e semplicemente la gettò a terra. Il giorno dopo venne alla banca e insultò e rimproverò il fattorino senza pietà. Anche mio fratello Chitta lo rimproverò. Quel giorno il fattorino giurò che non mi avrebbe mai più portato sulla sua bicicletta. Ma il suo giuramento durò solo tre o quattro giorni!From:Sri Chinmoy,Mio fratello Chitta, Agni Press, 1998
Sourced from https://it.srichinmoylibrary.com/mbc