Il dono della vita

Sri Yukteshwar, che in seguito divenne il Guru di Paramahansa Yogananda, era un discepolo molto stretto di Lahiri Mahashoy. Un giorno il suo più caro amico Ram fu attaccato dal colera. Due medici combattevano per salvare la vita di Ram, ma sembrava che tutti i loro sforzi fossero stati vani. Era questione di poche ore prima che Ram morisse.

Yukteshwar corse dal suo Maestro, piangendo perché salvasse la vita del suo amico. Lahiri Mahashoy disse a Yukteshwar: "Hai dei dottori. Perché hai bisogno di me? I dottori lo salveranno. Saranno in grado di fare il necessario. Io non devo essere coinvolto."

Yukteshwar tornò a casa del suo amico pieno di speranza, ma gradualmente le condizioni di Ram peggiorarono. Quando era questione di quattro o cinque minuti prima che morisse, Ram disse al suo più caro amico: "Sarò morto tra pochi minuti. Per favore, dì al Maestro che ho un ultimo desiderio. Il mio ultimo desiderio è che venga e tocchi il mio cadavere prima che venga cremato e così mi benedirà. Questa è la mia ultima supplica per lui." Poi Ram emise l'ultimo respiro.

Singhiozzando impotente, Yukteshwar corse da Lahiri Mahashoy per dargli il messaggio di Ram. La prima domanda del Maestro fu: "Come sta Ram?"

"È morto, Maestro", rispose Yukteshwar. "Per favore, vai a vederlo di persona. Questa è stata la sua ultima preghiera per te: che tu tocchi il suo cadavere e lo benedica."

"Allora perché dovrei andare?" disse Lahiri Mahashoy. "Egli non è morto."

"Lui è morto", insistette Yukteshwar. "I medici l'hanno decretato."

Lahiri Mahashoy prese dell'olio di ricino da una lampada e disse: "Vai e metti un po' di quest'olio nella sua bocca."

Il suo amico era morto, ma questo era il comando del Maestro, quindi cos'altro poteva fare Yukteshwar? Andò e con grande difficoltà versò nella bocca di Ram una piccola quantità dell'olio che il suo Maestro gli aveva dato.

Dopo pochi minuti Ram si alzò a sedere e aprì gli occhi. Disse di aver fatto un sogno in cui vedeva Lahiri Mahashoy, in una forma bellissima. Il Maestro splendeva come il sole. Il Maestro gli aveva detto: "Ram, perché dormi? Alzati e vieni da me."

Così Ram si alzò e indossò i suoi vestiti, e poi entrambi gli amici andarono a casa di Lahiri Mahashoy. Il Maestro li salutò calorosamente e, con occhi scintillanti, disse a Yukteshwar: "Ora ti ho insegnato a vincere la morte. D'ora in poi, se qualcuno muore, prendi una piccola quantità di olio per lampade e mettila nella bocca di quella persona. Ti ho dato la medicina per vincere la morte!"

Tutti ridevano e ridevano, perché sapevano benissimo che l'olio era solo un gesto esteriore, un segno, un simbolo, mentre il vero dono della vita era venuto da Lahiri Mahashoy.

Commento spirituale

È solo la spiritualità onnipotente che può trasformare l'impossibilità in facile possibilità. Ma la spiritualità, per la sua pura magnanimità, cerca di adottare mezzi esterni terreni in modo da poter convincere la mente fisica che il principio di verità può essere accessibile all'umano in noi. Altrimenti, senza la minima esitazione, si può dire che è la forza spirituale che nel silenzio trasforma la realtà impossibile in possibilità chiara e certa. Non solo, ma poi trasforma la possibilità in realtà pratica e inevitabile.

Fu il potere spirituale di Lahiri Mahashoy a far rivivere il suo discepolo Ram. Altrimenti, indipendentemente dal tipo di olio che si mette nella bocca di una persona morta, quella persona risusciterà? Lahiri Mahashoy avrebbe potuto scegliere qualsiasi cosa. Solo per convincere la mente fisica di Yukteshwar con una sostanza materiale il Maestro disse al discepolo di usare l'olio.

Ecco perché i Maestri spirituali dicono: "Fai questo, fai quello," quando qualcuno è malato. In realtà, è il loro potere spirituale che cura, ma sanno che qualche rimedio esteriore convincerà la mente fisica del paziente in modo che il paziente possa credere che il Maestro ha una vera premura per lui.

From:Sri Chinmoy,Lahiri Mahashoy: Una rivelazione dell'Aldilà, Agni Press, 2005
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