Molte volte proviamo buoni sentimenti per i nostri fratelli e sorelle discepoli durante un'elevata meditazione, per esempio, ma quella meditazione non la conserviamo né la dinamizziamo. Facciamo una buona meditazione ma poi ce ne dimentichiamo. Invece dovremmo provare a iniziare con quella stessa esperienza la prossima volta che meditiamo. Può andare più lontano, più in profondità, più in alto. Una volta che quel viaggio inizia, una volta che vediamo la divinità negli altri, questa esperienza dovrebbe essere come un treno, un treno senza sosta, e dovremmo cercare di vedere più divinità negli altri.
C'è anche un altro modo di vedere la divinità negli altri, ed è pensare sempre alla Sorgente. C'è qualcosa in te che vuole che tu veda la divinità negli altri. Se provi a rintracciare quella cosa, vedrai che non è il fisico, il vitale o la mente. Il fisico in te piange solo per dormire per qualche ora in più. Il vitale in te vuole solo dominare il mondo e dominare sugli altri. La mente vuole trovare difetti nel resto del mondo. Ma qualcosa dentro il fisico, il vitale e la mente ti sta spingendo e ti ispira a vedere il divino dentro gli altri. Se cerchi la cosa che ti sta ispirando, scoprirai che è l'anelito interiore che proviene dalla tua anima. Questo anelito interiore vuole costantemente soddisfazione, e la soddisfazione arriva solo nella devozione, solo nell'unità, solo nel vedere il divino in te stesso e negli altri e diventare devotamente e senza riserve tutt'uno con esso.From:Sri Chinmoy,Indagine sulla vita e scoperta di sé, Agni Press, 1974
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