Parte III — La meditazione e la presenza del Maestro

Domanda: Perché chiedi ai tuoi discepoli di meditare sulla tua immagine?

Sri Chinmoy: Non lo richiedo. I miei discepoli possono meditare sul cielo o sul mare. Il nostro sentiero è il sentiero dell'amore. Dico ai miei discepoli di meditare su qualcosa che amano, purché sia qualcosa di vasto. Quindi, poiché amano la mia vasta coscienza, dico loro di meditare su di me. La vita spirituale non è altro che l'espansione dell'amore. Non dico che i discepoli debbano guardarmi, voglio solo che le persone Realizzino Dio, sia che meditino sulla mia immagine o su qualcos'altro. Ma vedo chiaramente che i miei discepoli vedono e sentono qualcosa in me. Naturalmente se vedono qualcosa in me e sentono qualcosa in me, è meglio che meditino su di me. Il potere della loro meditazione entra nel Supremo in me. Non li sto ingannando.

Il vero oggetto dell'amore, che è Dio, è dentro il mio ed il tuo cuore allo stesso modo. L'unica cosa è che non avete abbastanza fiducia in voi stessi. Altrimenti avrei detto a ciascuno di meditare su se stesso. Ma se dico ai miei discepoli di meditare su se stessi, solo il loro ego sarà nutrito. I loro ego si faranno avanti e diranno: "Io sono Brahma, io sono Dio!" Dopodiché, quando la loro mente si facesse avanti con un piccolo dubbio, sarebbero semplicemente sommersi da un mare di dubbi e frustrazione.

Per questo non consiglio ai miei discepoli di meditare su se stessi. Dico loro: "Siate umili. Concentratevi su un fiore o una fiamma e ricevete ispirazione". In India ho visto molte persone dire: "Io sono Shiva, io sono Brahma, io sono Krishna" e alla fine si sono completamente esaltati.

From:Sri Chinmoy,Il viaggio interiore, Agni Press, 1977
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