In ogni momento del nostro viaggio è necessaria l'aspirazione. Ma questa aspirazione deve essere di nuovo genuina; deve venire dal profondo del nostro cuore. La vera aspirazione non sa tirare o spingere. L'irrequietezza e l'aspirazione non possono mai andare insieme. Molto spesso quando i principianti aspirano cercano di essere molto dinamici. Questo va bene, ma purtroppo confondono dinamismo e determinazione con irrequietezza. Vogliono realizzare Dio domani. Ma questo tipo di richiesta irrequieta non è aspirazione.
C'è sempre un intervallo di tempo tra la semina del seme e il raccolto. La semina è l'aspirazione e il raccolto è la realizzazione. L'aspirazione è qualcosa che già avevamo o è qualcosa che avremo? Sono vere entrambe. Se diciamo che abbiamo sempre avuto aspirazione, questo è vero, perché viviamo nel Tempo Eterno. Ma se diciamo che stiamo cercando o piangendo per portare in primo piano l'anelito interiore del cuore, anche qui abbiamo ragione. Quando ci sediamo ai piedi dell'Eternità, ci rendiamo conto che l'aspirazione è destinata ad essere seguita dalla realizzazione; e quando facciamo amicizia con il Tempo Eterno, ci rendiamo conto che la realizzazione è sempre stata nascosta nell'aspirazione.
Nel mondo esterioreo, vediamo che l'albero è un simbolo di aspirazione. Qui sulla terra rimane, ma il suo scopo è raggiungere l'altissimo. Noi esseri umani abbiamo paura di restare sulla terra. Sentiamo che se rimaniamo sulla terra, allora non possiamo raggiungere l'altissimo, non possiamo guardare in alto. Ma l'albero ci fa sentire che questo è assurdo. La radice dell'albero è sotto terra, ma il ramo più alto aspira verso l'altissimo.
Nelle Upanishad ci imbattiamo in un albero chiamato albero ashwathva. A differenza degli alberi terrestri, questo albero ha la sua radice sopra il suolo rivolta verso il cielo e i suoi rami in basso. Questo albero ha due tipi di rami. Un tipo entra nelle maglie dell'ignoranza e inizia a lottare e lottare per uscire di nuovo nello splendore della luce. L'altro tipo di ramo cerca sempre di restare alzato; il suo movimento è verso l'alto, la sua aspirazione è verso l'alto. Anche se i suoi rami sono rivolti verso il basso, questo tipo di ramo guarda sempre verso l'alto. Quindi pensiamo a questo albero e aspiriamo con la massima sincerità e potenza.
L'aspirazione di oggi è la realizzazione del domani e la manifestazione del dopodomani. All'alba del nostro cammino iniziamo con l'aspirazione e alla fine della fine del nostro cammino c'è la salvezza, la liberazione e l'illuminazione. Quando l'illuminazione ha luogo, è senza dubbio, inequivocabilmente, infallibilmente la Corona della Vittoria trascendentale.
Nostra è l'anima che aspira. Nostro è il traguardo predestinato, decretato qui ed ora nell'immediatezza dell'oggi.
Municipio
Sydney, Australia 5 marzo 1976From:Sri Chinmoy,I saluti del mio cuore all'Australia, parte 1, Agni Press, 1976
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