Dio ci ha dato questa pace interiore nel momento in cui la nostra anima è entrata nel mondo. Ma cosa succede? Una volta che siamo entrati nel mondo, la nostra mente cosciente dà più importanza al mondo esteriore della tentazione; il risultato è che la tentazione ci porta alla sua figlia più cara, la frustrazione. È là che perdiamo tutta la nostra pace interiore. Se non ci fosse l'interferenza della tentazione nelle nostre vite, allora avremmo la pace.
Questa tentazione copre tutto, e dentro questa tentazione c'è paura, preoccupazione, dubbio e altre forze negative. E la forza peggiore, la più potente che la tentazione custodisce dentro di noi è l'attaccamento. Quando abbiamo attaccamento siamo persi, ma quando siamo devoti siamo realizzati. Quando concentriamo la nostra attenzione su qualcosa di luminoso, puro, divino, questa è devozione. Siamo devoti alle qualità divine dentro di noi e intorno a noi. Ma l'attaccamento è un'altra cosa. Siamo attaccati al corpo, al finito. Quando siamo attaccati, prendiamo le cose parte per parte, a poco a poco, e lì rimaniamo. Siamo attaccati a una porzione infinitesimale di qualcosa. Il pianto stesso del nostro attaccamento inizia con una particella assolutamente minuscola. Poi naturalmente cerca di crescere. Oggi sono attaccato ad una cosa, domani sono attaccato a due o molte cose. Ma quando siamo devoti, siamo devoti alla Luce infinita, alla Pace infinita; tutto è in misura infinita. È come un flusso. Entriamo nel flusso per perdere la nostra stessa esistenza nel flusso di Luce, nel flusso della Realtà, nel flusso della Pienezza.
Ora stiamo dicendo che abbiamo bisogno di pace nel mondo esteriore; quindi dobbiamo inventare la pace esteriore. Ora, come possiamo inventare la pace esteriore? Anche nel mondo materiale per inventare qualcosa abbiamo bisogno di sostanza. Quando uno scienziato inventa qualcosa, la sua mente, il suo cervello, le sue capacità interiori vengono alla ribalta. Qui vediamo la necessità di tutto ciò che l'uomo ha o incarna per inventare qualcosa. Ma nel caso della pace la stessa persona ha bisogno di un solo strumento: la pace interiore. Se questa pace interiore non viene portata alla ribalta, l'uomo non potrà mai avere pace nella vita esteriore. Se la pace interiore non viene alla ribalta e non rende pacifiche le circostanze esteriori, la pace che possiamo vedere nella vita esteriore sarà come una moneta contraffatta. L'amicizia, la fratellanza e l'armonia nella società non avranno una sostanza duratura se manca la pace interiore. Tutto durerà indefinitamente se possiamo usare la pace interiore come il nostro strumento più potente per guidare la vita esteriore, il mondo che vediamo intorno a noi.
Come possiamo avere questa pace interiore? Possiamo averla solo piangendo, piangendo per la pace interiore, Ora, come possiamo piangere per la pace interiore? Non è facile piangere sinceramente. Come possiamo piangere sinceramente? Possiamo piangere guardando la nostra stessa immagine. Se non riusciamo a percepire il nostro volto senza uno specchio, dobbiamo stare di fronte a uno specchio e vedere quanto siamo impotenti, senza speranza. Vedremo che milioni di pensieri vengono e fluttuano direttamente sulla nostra faccia. Ora, a questo punto, non dobbiamo essere depressi. Quello che dobbiamo fare è sentire: "È questa la mia faccia? È questa la mia sorte? È così che sembro davvero? Voglio cambiare la mia faccia, il mio destino; ma come? Sentendo un'enorme fiducia interiore che sono figlio di Dio Finora mi sono lasciato divorare dall'ignoranza, ora non permetterò a niente e a nessuno di divorami. Lascerò solo che Dio mi divori. Lascio che mi mangi." Quando possiamo avere quel tipo di offerta o sentimento nella nostra vita, che siamo pronti per essere mangiati da Dio, pezzo per pezzo, ogni goccia di sangue, allora vedremo che un pianto arriva automaticamente. Quando siamo pronti a dare, viene un pianto: "Dio, prendimi; quello che ho e quello che sono, prendimi. Quello che ho è l'ignoranza assoluta, dentro e fuori. Quello che sono in questo momento è la Tua infinita Consolazione e la Tua infinita Compassione e la mia limitatissima determinazione. L'unica cosa che ho è un fardello di ignoranza sulle spalle." Se possiamo offrire tutto ai Piedi di Dio, allora Dio entra in noi con il Suo Infinito. Quando vediamo l'Infinito entrare in noi, è il pianto di appagamento che vediamo dentro e fuori.
Allora, piangiamo. Sentiamo in ogni momento il bisogno disperato di qualcosa che non abbiamo, che non sappiamo incarnare. Nel mondo interiore abbiamo tutto: pace, luce, beatitudine, Dio. Ma nel mondo esteriore ci mancano proprio queste cose. Se riusciamo a prestare maggiore attenzione al mondo interiore, naturalmente le divinità che presiedono il mondo interiore saranno più contente di noi. Poi ci diranno di usarli, saranno a nostra disposizione. Se siamo veramente devoti alla vita interiore, alla vita spirituale, dobbiamo invocare sinceramente e con tutta l'anima la guida interiore, il Pilota più intimo, il Supremo. Abbiamo tutto il diritto di invocare la Sua Luce, la Sua Pace, la Sua Beatitudine; ed Egli, con la Sua più profonda Gioia e Premura, realizzerà la nostra aspirazione. È impaziente, piange ventiquattro ore al giorno in ogni momento per compiacerci. Ma noi non stiamo cercando di essere compiaciuti. Anche se sentiamo che non basta, cerchiamo ora di accontentarci di ciò che ci offre; qualunque cosa ci dia, prendiamola con la massima gratitudine.From:Sri Chinmoy,L'altezza del silenzio e il potere del suono, Agni Press, 1974
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