Cinquanta Battelli-Libertà verso una Sponda d'Oro, parte 4

Parte I

Servizio1

Cari cercatori, care sorelle e fratelli, desidero fare un breve discorso dal punto di vista spirituale sul servizio. Sono un cercatore e sento che un cercatore ha l'obbligo divino di essere al servizio dell'umanità in modo costante e dedicato. Io servo l'umanità, non perché sono indifeso, ma perché desidero essere immortale. Quando divento immortale, servo sia l'uomo che Dio. Servo l'uomo, il Dio non realizzato; servo Dio, l'uomo non manifestato.

Il mio servizio deve essere incondizionato. Il mio servizio incondizionato è la mia Libertà trascendentale. La mia Libertà trascendentale è la mia eterna soddisfazione. E la mia eterna soddisfazione è la manifestazione universale di Dio, la manifestazione della Perfezione della Divinità e dell'Immortalità della Realtà.

Il servizio è amore e l'amore è servizio. Quando amo Dio, l'umanità mi ama allegramente e Dio mi serve benevolmente. Quando Dio mi serve, mi serve con la Sua sconfinata Sollecitudinee, e quando l'umanità mi ama, mi ama con la sua dedicata e immortalizzata unità.

Come cercatore, servo sia la terra che il Paradiso. Io servo la terra con la mia corsa-ispirazione. Io servo il Paradiso con il mio volto-aspirazione. La mia corsa-ispirazione e il mio volto-aspirazione hanno una fonte comune: la Grazia di Dio, la Sua Grazia infinita e incondizionata. La Grazia di Dio mi permette di avere libero accesso alla mia anima.

Vado spesso nel regno della mia anima, perché la mia anima mi ha dato il permesso di prendere tutto ciò che voglio da là. Stando così le cose, prendo la purezza della mia anima e la offro al mio corpo. In questo modo servo il mio corpo. Prendo il dinamismo della mia anima e lo offro al mio vitale. In questo modo servo il mio vitale. Prendo la luce della mia anima e la offro alla mia mente. In questo modo servo la mia mente. E poi prendo la gioia della mia anima e la offro al mio cuore. In questo modo servo il mio cuore.

Servo la mia esistenza interiore con fede, amore, devozione e resa. La fede è la mia realtà. L'amore mi porta il messaggio dell'Unità universale. La devozione rende dolce la mia esistenza sulla terra. La resa alla Volontà di Dio fa diventare la mia vita costantemente significativa e fruttuosa. Servo la mia esistenza esteriore con la concentrazione, la meditazione e la contemplazione. Per concentrazione si intende la focalizzazione dell'attenzione su un oggetto. Prima ci concentriamo su un oggetto e poi ci cresciamo dentro. La meditazione significa l'invocazione della vastità nei nostri cuori. La contemplazione significa l'unione assoluta, inseparabile del cercatore e del Colui che è cercato, dell'amante e dell'Amato.

Io servo l'uomo che desidera con la mia luce di rinuncia. Ottengo questa luce di rinuncia dalla mia preghiera, dalla mia meditazione e dal mio amore per la Luce e la Verità. Io servo l'uomo che aspira con la mia altezza di Realizzazione. Questa altezza di Realizzazione è la mia unità con la Sorgente, che è tutta Luce e Delizia. Scopro questa unità solo dentro e attraverso il mio dono di me stesso. Io servo l'uomo liberato, l'uomo liberato dalle maglie dell'ignoranza, con il mio pianto legato alla terra e il mio libero sorriso del Paradiso.

Io servo l'ignoto con la mia immaginazione. Oggi la mia capacità è l'immaginazione; domani la mia capacità sarà l'aspirazione. L'aspirazione è la fiamma interiore dentro di noi che sale all'Altissimo e poi scende per offrire la sua ricchezza divina al mondo in generale. Oggi l'immaginazione è la mia capacità; domani l'aspirazione sarà la mia capacità; dopodomani la realizzazione sarà la mia capacità. E nella realizzazione possono aver luogo la rivelazione di Dio e la manifestazione di Dio.

Il motto dello stato dell'Arkansas è "Il popolo governa." Qui vediamo l'importanza della collettività. Nella vita spirituale, dobbiamo andare insieme in modo collettivo, unificato. L'assertività individuale deve essere totalmente negata; la collettività deve essere costantemente abbracciata. E cos'è la collettività, se non il canto dell'unità. È la nostra unità, la nostra inseparabile unità con il vasto, che governa. Se siamo cercatori, allora sentiremo nella nostra vita interiore una connessione con l'intero universo. Sentiremo che esistiamo non solo per noi stessi, ma per tutti. Io ti do quello che ho; tu mi dai quello che hai. È attraverso il dono reciproco che esistiamo. L'unità è il fiorire del nostro dono reciproco. Ciò che oggi chiamiamo dono di sé, domani chiameremo quella stessa cosa il divenire in Dio. Dio è la radice dell'albero ed è anche i rami, le foglie, i fiori e i frutti. Per collettività intendiamo le foglie, i fiori, i frutti, i rami, il tronco, la radice, tutto. All'interno di questa collettività c'è l'Armonia divina, l'Armonia del Supremo che tutto ama, tutto illumina e tutto appaga.


FFB 108. Student Union Theatre, University of Arkansas, Fayetteville, Arkansas, 6 marzo 1974 — 12:00

Rinuncia2

Cari cercatori, cari fratelli e sorelle, desidero fare un discorso sulla rinuncia. Qui siamo tutti cercatori, quindi non abbiamo paura della parola "rinuncia". Una persona comune e senza aspirazione di solito è allarmata nel momento in cui sente la parola "rinuncia". Per lui, la rinuncia significa rinunciare a tutto ciò che ama e a cui tiene, a tutto ciò che afferma essere suo. Ma come persone spirituali, sappiamo che la rinuncia significa qualcos'altro. Significa rinunciare alle cose che sono non-divine, irreali, imperfette, cose che ci costringono costantemente a restare indietro nella nostra marcia verso Dio. A tutto ciò che è reale in noi, a tutto ciò che è divino in noi, a tutto ciò che è perfetto in noi non rinunceremo mai. Come cercatori della Verità trascendentale, non abbiamo paura della rinuncia proprio perché sappiamo a cosa rinunceremo e cosa otterremo con la rinuncia. Rinunceremo al finito per raggiungere l'Infinito, l'Eterno e l'Immortale che dimora in noi.

A cosa rinunciamo? Rinunciamo al nostro ego. Rinunciamo all'ego proprio perché il nostro ego è limitato e cieco. A cos'altro rinunciamo? Rinunciamo al nostro dubbio. Rinunciamo al dubbio perché il dubbio è un lento veleno che alla fine ci ucciderà. Rinunciamo alla nostra ignoranza. Rinunciamo all'ignoranza perché l'ignoranza ci lega e ci fa sentire che siamo condannati per sempre alla coscienza legata alla terra. L'ignoranza ci fa sentire deboli e impotenti, e che una vita di Infinito, Eternità e Immortalità è ben lontana.

La rinuncia non può essere ottenuta dall'oggi al domani. Né possiamo ottenerla per caso. Per la rinuncia, dobbiamo andare nel profondo, pregare e meditare. Inoltre, dobbiamo conoscere la necessità dell'autoconquista. Questa autoconquista non è altro che la nostra scoperta di noi stessi, nient'altro che la realizzazione di Dio. La scoperta di sé e la realizzazione di Dio sono la stessa cosa, il dritto e il rovescio della stessa moneta divina, spirituale, immortale.

Il più grande poeta indiano, Tagore, una volta osservò che avrebbe rinunciato, ma non in modo austero. Ci sono persone che vogliono rinunciare a tutto e abbracciare la vita dell'austerità, ma l'austerità non è una vera rinuncia. La vera rinuncia dice che dobbiamo godere della libertà della liberazione qui in mezzo alle nostre molteplici attività; dobbiamo raggiungere la liberazione attraverso la purificazione, l'illuminazione e la trasformazione dei nostri limiti, imperfezioni e schiavitù. Dobbiamo condurre una vita normale, naturale, ma essere costantemente consapevoli delle cose a cui dobbiamo rinunciare interiormente per una vita più elevata, migliore, più appagante.

Il motto dello stato dell'Oklahoma è molto significativo: "Il lavoro vince ogni cosa." La rinuncia è lavoro dedicato, servizio dedicato. Quando offriamo con tutta l'anima il nostro servizio dedicato, conquistiamo tutto e raggiungiamo tutto. Qual è la cosa che ospita tutto? Il Sorriso di Dio. Quando offriamo il nostro lavoro dedicato a Dio, il Sorriso di Dio sorge nella nostra vita di dedizione. Un lavoratore sincero e dedicato sa che la sua vita è come un albero. Un albero lavora molto per offrirci fiori e frutti, per offrirci ombra e riparo. Dalla sua radice al suo ramo più alto, tutto ciò che un albero ha è un'offerta disinteressata. Dall'inizio alla fine, la vita di un albero è sacrificio. Anche quando tagliamo un ramo dell'albero, l'albero continua a offrirci riparo e protezione con i suoi rimanenti rami. Allo stesso modo, quando il nostro servizio dedicato viene frainteso, non smetteremo di servire o di offrire la nostra Luce. Continueremo con il nostro servizio dedicato, perché sappiamo di essere venuti al mondo per donarci. Un uomo di servizio dedicato ottiene soddisfazione costante e duratura dal suo lavoro, indipendentemente dal fatto che il mondo lo accetti o meno.

Questa è la preghiera di un sincero, genuino servitore dell'umanità, di un divino lavoratore:

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O ignoranza, desidero essere un albero di compassione.

O uomo, desidero essere un albero di devoto servizio.

O terra, voglio essere un albero di pazienza.

O Paradiso, desidero essere un albero di costante aspirazione, che sale in alto, più in alto, altissimo.

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La rinuncia cosciente è la manifestazione della pace. Una persona comune è soddisfatta del tipo di pace che i cercatori spirituali vedono come un mero compromesso. È un compromesso tra marito e moglie, tra nazione e nazione, tra un avversario e l'altro. Questo mondo ha bisogno di vera pace, ma nel momento in cui si raggiunge un accordo temporaneo, un compromesso, il mondo pensa di aver raggiunto la pace. Ma la vera pace è qualcosa di infinitamente più significativo e fruttuoso di questo. La vera pace è l'estasi infinita del nostro cuore e l'eterna soddisfazione della nostra anima.

La rinuncia è la manifestazione della nostra coscienza risvegliata. Una coscienza risvegliata è il ponte tra il cielo e la terra. Nella coscienza, l'uomo diventa; nella coscienza, Dio è. L'uomo diventa la sua Realtà più alta, che era una volta. Dio è la Sua Coscienza onnipervadente, trascendentale e universale, che Egli è stato eternamente.

Un uomo di rinuncia eleva la coscienza degli altri che aspirano o che stanno per aspirare. Questo suo atto disinteressato è il dono più grande che può offrire all'umanità. Il mondo è affascinato dai miracoli, ma il più grande, il più appagante di tutti, è elevare la coscienza degli altri. Un miracolo ordinario dura un fugace secondo e quando finisce ci ritroviamo nella stessa coscienza in cui eravamo prima. Ma quando avviene il vero miracolo, la nostra coscienza è elevata e illuminata. Mentre l'uomo della rinuncia marcia in avanti verso l'Aldilà più lontano, sale su una scala in evoluzione di coscienza trasformante e divinizzata. Con il suo stesso atto di autotrascendenza, l'uomo che rinuncia ispira ed eleva la coscienza dei suoi fratelli e sorelle che vogliono salire per la stessa scala.

Una persona comune ha paura della trascendenza. Sente che la trascendenza è qualcosa di sconosciuto, e forse inconoscibile. Sente che nel momento in cui entrerà nell'ignoto, sarà gettato nelle fauci stesse di una tigre divoratrice. Ma per i veri cercatori, l'ignoto non è un animale feroce. L'ignoto è qualcosa o qualcuno che non abbiamo ancora visto, ma la cui amicizia un giorno apprezzeremo e di cui faremo tesoro. Non abbiamo paura dell'ignoto perché preghiamo e meditiamo. La nostra preghiera e meditazione è come un riflettore che ci permette di vedere lontano. Se non usiamo questo riflettore di preghiera e meditazione, non saremo in grado di vedere nulla davanti a noi. La persona che non aspira sente che l'unica luce è dove si trova ora, e che un passo davanti a lui c'è tutta l'oscurità sconosciuta. Ma in noi, noi cercatori, c'è una lampada costantemente accesa che illumina il nostro cammino finché non vediamo che è diventato illuminato dal sole e abbastanza sicuro. E cos'è questa lampada? È la nostra fede: la nostra fede in Dio e la nostra fede in noi stessi.

Per il principiante, per chi ha appena iniziato a camminare lungo il sentiero, la rinuncia è necessaria e obbligatoria. Ma per un cercatore avanzato, la rinuncia non è necessaria. Se qualcuno è sul punto di realizzarsi o ha fatto enorme progresso nella vita interiore, la rinuncia assume per lui una forma diversa. In realtà non rinuncia più, ma cerca di trasformarsi. Se sente paura nel mondo o in se stesso, non rinuncia alla paura, ma con la sua luce interiore e saggezza la trasforma in coraggio. Se vede il dubbio del mondo o il proprio dubbio, con la sua luce interiore lo trasforma in fede. Quando trasforma la paura in coraggio, questo coraggio non è altro che una manifestazione divina. E quando trasforma il dubbio in fede, questa fede è il sentiero eternamente illuminato dal sole verso l'Aldilà supremo. A questo punto, la rinuncia è la trasformazione della nostra coscienza legata alla terra nella libera coscienza del Paradiso. Le pene e le privazioni della Terra si trasformano nella Delizia illimitata ma sempre crescente del Paradiso. L'ignoranza si trasforma in Sapienza divina, le tenebre in Luce, l'imperfezione in Perfezione e la schiavitù umana in Liberazione trascendentale.

> Amare

> L'Amore Divino è una fioritura di gioia e di dono di sé.

> L'amore umano è la capriola delle sofferenze e dei limiti.


FFB 109. 6 marzo 1974, 16:00 Sala Grande, Westby Student Center, Università di Tulsa, Tulsa (Oklahoma)

Amicizia3

Care sorelle e cari fratelli, cari cercatori della Verità trascendentale, desidero tenere un discorso sull'amicizia, che è il motto del Texas. L'amicizia è estremamente significativa in tutte le fasi della nostra vita. L'amicizia è il ponte tra due esseri umani. L'amicizia è il ponte tra la terra e il Paradiso. L'amicizia è il ponte tra il conosciuto e l'ignoto.

Qui sulla terra cerchiamo di creare amicizia con i nostri simili. A volte abbiamo successo, a volte no. Ma anche quando abbiamo successo, questa amicizia non ci soddisfa completamente. Così andiamo nel profondo e scopriamo il nostro Eterno Amico, Dio, il Pilota Interiore. Dio e ogni individuo sulla terra sono eterni amici. Ma solo quando cominciamo ad aspirare arriviamo a realizzare questa verità.

Ci sono tre tipi di amicizia: amicizia animale, amicizia umana e amicizia divina. L'amicizia che ci sfrutta è l'amicizia animale. L'amicizia che aiuta reciprocamente due persone è l'amicizia umana. L'amicizia che dà incondizionatamente, che dà senza alcuna aspettativa, è l'amicizia divina.

L'amicizia può nascere dalla necessità e anche dalla generosità. Se due esseri umani sono nel mondo del desiderio, la loro amicizia è fondata sulla necessità. Ma se uno è nel mondo del desiderio e l'altro è nel mondo dell'aspirazione, allora dobbiamo sapere che l'amicizia di chi aspira è fondata sulla generosità, mentre l'amicizia di chi desidera è basata sulla necessità.

Il desiderio fa richieste senza fine; la sua fame non potrà mai essere placata. Non importa quanta esperienza o possesso venga accumulato, la soddisfazione non sorge nel cuore di un individuo che desidera. Anche l'aspirazione ha una fame eterna, ma quando l'aspirazione raggiunge un briciolo di Pace, Luce e Beatitudine, sente una sorta di soddisfazione. Sebbene un una persona che aspira miri a raggiungere l'Altissimo, il Pinnacolo Assoluto, sebbene desideri la Pace, la Luce e la Beatitudine infinite, un briciolo di Pace, Luce e Beatitudine soddisfa il suo cuore grato. Ma sa che il successo di oggi non è completo. Se guarda avanti, o si tuffa nel profondo, o sale in alto, più in alto, altissimo, sa che è destinato ad essere inondato di Pace, Luce e Beatitudine in misura illimitata. All'Ora scelta da Dio, Dio darà all'aspirante Pace, Luce e Beatitudine infinite.

Nella nostra vita umana normale abbiamo due amici: la paura e il dubbio. La paura ci dice: "Resta nella gabbia del tuo corpo, dove sei al sicuro. Se esci, la feroce tigre del mondo ti divorerà, quindi non uscire dalla gabbia del tuo corpo." Il dubbio ci dice che il nostro vero amico è la nostra mente fisica, la mente che ci avverte, che ci raccomanda, che ci dice che il mondo esterno è un vero estraneo. Il dubbio dice: "Se permetti al mondo esterno di entrare in te, è come avere a che fare con un estraneo. In qualsiasi momento potresti essere sfruttato, abbandonato e distrutto per sempre. Non avere fiducia in nessuno sulla terra. Non aspettarti nulla di buono da nessuno. sulla terra. Tu sei il tuo salvatore, tu sei la tua salvezza - tu e nessun altro. Esisti per te stesso."

Qui siamo tutti cercatori, quindi avremo fede in Dio. Se è impossibile per noi instaurare oggi la fede divina, possiamo iniziare con la fede in noi stessi. Pur sapendo che siamo limitati e vincolati, abbiamo fiducia in noi stessi. Allora questa nostra limitazione e schiavitù può essere trascesa grazie al nostro anelito interiore. Ma se abbiamo fede in una forza non divina, una forza che distrugge, allora oltre a distruggere gli altri, saremo distrutti anche noi. Una cosa simile accade quando abbiamo fede solo in noi stessi. Cerchiamo di possedere gli altri, ma prima di poterli effettivamente possedere, siamo noi stessi posseduti. È solo nella fede divina che non possediamo. Lì ci espandiamo, espandiamo la nostra coscienza, espandiamo la nostra realtà, espandiamo ciò che abbiamo e ciò che siamo. Ma cominciamo, se necessario, dalla fede in noi stessi, per poi andare oltre e raggiungere la fede divina. Nella fede divina vediamo che non c'è fine al nostro viaggio e alla nostra realizzazione. Siamo nel flusso di una Realtà sempre trascendente e sempre illuminante, che è perfezione.

L'amicizia è armonia, l'amicizia è pace, l'amicizia è beatitudine. L'amicizia è armonia. L'armonia reciproca rimuove tutti gli oscuri conflitti. Ogni individuo ha le sue opinioni, ma quando l'amicizia diventa l'anello di congiunzione tra due persone, tutti i conflitti vengono rimossi ed essi diventano una cosa sola.

L'amicizia è pace. Qui pace significa fiducia. Ho fiducia in te e tu hai fiducia in me; la nostra fiducia reciproca è la pace. Non parlerò male di te né cercherò di rovinarti; tu non parlerai male di me né cercherai di rovinarmi. Al contrario, ti darò ciò che ho: il mio amore, la mia simpatia, la mia premura, la mia compassione, il mio totale sostegno alla tua causa, e tu farai lo stesso per me.

L'amicizia è felicità. Quando l'amicizia dura, offre felicità. Il Regno dei Cieli si instaura quando l'amore inonda il nostro essere, quando il sentimento di unità regna sovrano e non c'è senso di separatività. In quel momento la perfetta Perfezione illuminante e appagante nasce nella nostra vita di aspirazione. Migliaia di anni fa i veggenti vedici ci hanno offerto il seguente messaggio di beatitudine.

Anandadd hy eva khalv imani bhutani jayante...

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Dalla Delizia siamo nati.

Nella Delizia cresciamo.

Alla fine del nostro viaggio, nella Delizia ci ritiriamo.

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L'amicizia è dolce quando è tutta armonia.

L'amicizia è più dolce quando è tutta pace.

L'amicizia è dolcissima quando è tutta felicità.

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Ora, nel momento in cui siamo risvegliati, nel momento in cui la nostra luce interiore viene alla ribalta e ci risveglia dal nostro sonno dell'ignoranza di millenni, scopriamo che la paura e il dubbio non sono affatto nostri amici. I nostri veri amici sono il coraggio, il coraggio indomito, e la fede, la fede illimitata. Il nostro coraggio interiore ci dice: "Esci, guardati intorno nel resto del mondo; tutti gli abitanti della terra sono tuoi amici, tuoi fratelli e sorelle. Se rimani nella tua coscienza fisica, ti stai vincolando, stai limitando le tue possibilità e potenzialità. Esci. Il mondo attende con impazienza il tuo arrivo." Il nostro caro amico, la fede, ci dice: "Siamo tutti della stessa Fonte e per la stessa Fonte, quindi come possiamo avere paura degli altri? La Fonte è una, ma l'Uno ha voluto fare il gioco dei molti. L'albero è la Sorgente, e i rami, i fiori, le foglie e i frutti sono i molti. Dalla stessa radice siamo tutti venuti in esistenza, quindi stabiliamo consapevolmente la nostra inseparabile unità con tutti gli esseri umani. Cantiamo insieme, balliamo insieme e suoniamo insieme . In questo modo soddisferemo e realizzeremo l'Assoluto Supremo con la nostra unità universale."

Ogni individuo ha fiducia in qualcosa o in qualcuno. Non si può dire che qualcuno non abbia affatto fede. In questo momento ha fede in Dio, in un altro momento può avere fede in se stesso e in un terzo momento può avere fede in qualcuno o in qualcos'altro. Ora, quando un individuo ha fede in Dio, si trova nel mondo dell'aspirazione e della vastità, nel mondo dell'Infinito, dell'Eternità e dell'Immortalità. Quando ha fede in se stesso, è nel mondo del desiderio, nel mondo del possesso, della limitazione, della schiavitù e della morte. Quando non ha fede né in Dio né in se stesso, allora ha fede nella distruzione, nella distruzione del mondo o nell'autodistruzione. Ma ha sempre fede o in Dio o in se stesso o in qualche forza non divina.

L'amicizia è servizio, il servizio dedicato che offriamo a Madre Terra e Padre Cielo. Quando vogliamo offrire il nostro servizio dedicato alla Madre Terra, preghiamo il Signore Supremo di concederci una vita di durata incessante. Quando vogliamo offrire il nostro servizio dedicato al Padre Cielo, preghiamo il Signore Supremo di concederci una vita di contributo disinteressato. Con il nostro servizio, il Cielo ha l'opportunità di manifestarsi qui sulla terra e la terra ha l'opportunità di realizzare l'Altissimo, l'Assoluto.

Nella vita spirituale l'amicizia si fonda sull'accoglienza interiore. Un maestro spirituale e un cercatore diventano tutt'uno grazie alla forza della loro amicizia interiore. Il cercatore va da un Maestro e dice: "Maestro, ti amo, mi fido di te, ti do la mia vita." Il Maestro dice subito: "Figlio mio, io ti amo, mi fido di te e ti dono la mia vita e anche la Vita di Dio." Il discepolo dice: "Maestro, ti offro la mia solenne promessa che servirò il Supremo in te." Il Maestro dice: "Figlio, ti offro la mia solenne promessa che a meno che e finché non ti avrò portato a nostro Padre, l'Assoluto Supremo, non avrò pace. La tua promessa è solo per me, ma la mia promessa è per due persone. Qui sulla terra ti prometto che ti porterò e ti guiderò alle Sponde Dorate dell'Aldilà, e la stessa promessa la faccio al Pilota Interiore, che è il tuo Maestro, il mio Maestro, l'Eterno Maestro; a Lui faccio la stessa promessa. Con la tua amicizia mi darai quello che hai: l'ignoranza. Con la mia amicizia ti darò quello che ho e che sono: Luce-Saggezza. Il Supremo mi ha concesso questa Luce-Saggezza per la Sua infinita Grazia, e questo io ti offro. Se pensi di essere un mendicante, allora devi sapere che io sono più mendicante di te. Devi andare a mendicare solo in un posto, ma la mia condizione è più deplorevole; io devo andare in due posti. Vengo da te con le mani giunte e ti prego di darmi la tua ignoranza. Poi vado da Dio con le mani giunte e Lo prego di darmi la Sua Luce di Compassione per te. Io sono il messaggero tra te e Dio. Questa è l'amicizia che ho stabilito con la terra e il Cielo. Porto i dolori e le pene della Terra al Cielo, all'Eterno Padre in Cielo, e dal Cielo faccio scendere Pace, Luce e Beatitudine in grande misura per i cercatori sinceri." Questa è l'eterna amicizia tra il Maestro e il discepolo.

Il Maestro dice anche qualcos'altro ai suoi discepoli. Dice: "Il tuo Maestro non è e non potrà mai essere proprio me. Il vero Maestro è qualcun altro: il Supremo, l'Assoluto Supremo." Un Maestro spirituale è solo un fratello maggiore per l'umanità. Quando i cercatori aspirano per l'Altissimo, il Maestro mostra loro dov'è il Padre. Una volta che li conduce al Padre, il suo ruolo è finito. E il cercatore di oggi diventa il capo, il Maestro dell'umanità di domani. Quando arriva il suo momento, mostra all'aspirante umanità, ai suoi fratelli e sorelle più giovani, lo stesso Dio, lo stesso Amico eterno, lo stesso Supremo trascendentale, che il suo stesso Maestro una volta gli mostrò.

> Intuizione

> L'intuizione alimenta disinteressatamente la vita interiore e riconosce, ispira e realizza la vita esteriore.

FFB 110. Great Hall, Westby Student Center, University of Tulsa, Tulsa, Oklahoma, 6 marzo 1974 - 16:00.

La realtà pratica4

Cari cercatori, cari amici, cari fratelli e sorelle, desidero fare un breve discorso sulla realtà pratica. La realtà è allo stesso tempo una parola semplice e complicata. Per un essere umano comune e senza aspirazione, la realtà è ben lontana. In ogni momento la vita gli offre frustrazione. La sua vita è la vita del desiderio. Quando i suoi desideri non sono soddisfatti, è frustrato, e quando i suoi desideri sono realizzati, non prova ancora alcuna soddisfazione permanente; quindi, secondo lui, tutto è irreale. Questa è la sua realizzazione. Ma qui siamo tutti cercatori. Sentiamo che tutto è reale, perché vediamo l'anima in ogni cosa e l'anima di ogni cosa, mentre una persona che non aspira vede il corpo in ogni cosa e il corpo di ogni cosa. Ma il corpo è effimero, mentre l'anima è eterna, e la realtà risiede solo nel cuore dell'Eternità.

La realtà pratica è la conquista dei nostri brulicanti desideri legati alla terra. Questa conquista ha un altro nome: Luce-Libertà. La Luce-Libertà libera il cercatore dalla fame del finito. la Luce-Libertà libera il cercatore dall'oscurità della notte-schiavitù. La Luce-Libertà non permette all'ignoranza di dominare il cuore del cercatore sincero, amorevole, devoto e arreso. La Luce-Libertà è la necessità interiore di chi cerca la più alta Verità trascendentale, che è la Sorgente perenne. La Luce-Libertà è la necessità esteriore di chi cerca la Verità Ultima, che è la Meta trascendentale.

Quando ci avviciniamo alla realtà con la nostra coscienza legata alla terra, sentiamo che la realtà non è affatto pratica. Ma quando ci avviciniamo alla realtà con la nostra coscienza libera del Cielo, ci rendiamo conto che la realtà è sempre pratica. La realtà è l'ideale nella vita umana. La realtà è la bellezza naturale della vita divina. L'animale in noi non conosce né sente l'esistenza della realtà. L'umano in noi a volte conosce e sente il valore della realtà, ma non aspira al respiro della realtà. Il divino in noi vuole sempre crescere nel cuore della realtà. Il Supremo in noi è tutto-Realtà in noi, con noi e per noi.

Che cos'è la realtà pratica? La realtà pratica è il silenzio. Il silenzio non risale a nessun momento particolare. Il silenzio non deve la sua origine a nessun essere particolare. Il silenzio è eterno. Il silenzio è universale. Per la sua validità, il silenzio non dipende dal nostro annuncio mondiale o dalla nostra accettazione genuina e implicita. Il silenzio trascendentale ha Dio; Il silenzio trascendentale è Dio. Il Silenzio trascendentale di Dio vuole la manifestazione totale e perfetta qui sulla terra. Perché abbiamo bisogno del silenzio? Abbiamo bisogno del silenzio proprio perché abbiamo bisogno di una soddisfazione duratura. Perché abbiamo bisogno di soddisfazione? Abbiamo bisogno di soddisfazione a causa dell'Immortalità della nostra divinità interiore. Come raggiungiamo la soddisfazione? Raggiungiamo la soddisfazione purificando la nostra mente, illuminando il nostro cuore e liberando la nostra vita.

La realtà pratica è anche solida. Il silenzio prepara la vita dell'aspirazione. Il suono rivela la vita dell'aspirazione. L'amore soddisfa la vita dell'aspirazione. Il silenzio rende immortale la vita dell'aspirazione. Una vita senza silenzio è una vita senza scopo. Una vita senza suono è una vita senza senso. Una vita senza amore è una vita indifesa.

L'uomo che sa che Dio è dentro di sé sente la sua meta dentro e fuori. L'uomo che sa di essere per Dio è destinato a sentire che la sua vita è significativa. Colui che ha scoperto la verità che è di Dio è destinato a sentire che la sua vita non può mai essere senza speranza. Al contrario, la sua è la vita di adamantina volontà; la sua è la vita della realtà che tutto energizza, tutto appaga, tutto pervade. Quando un cercatore sente la presenza di Dio dentro di sé, sorride con il sorriso della trascendenza divina. Quando sente di essere per Dio, canta il canto della compassione di Dio. Quando sente di essere eternamente di Dio, danza la danza della perfezione divina.

La realtà pratica è Delizia. La Delizia è l'Occhio di Compassione e Liberazione di Dio. Quando il flusso di Delizia di Dio entra nel respiro stesso dell'aspirante vita del cercatore, la Realtà-Sogno di Dio si profila e la Promessa interiore di Dio viene alla ribalta. Il cercatore sente che la sua vita di imperfezione sarà presto trasformata in una vita di perfetta Perfezione. Quando il cuore del cercatore è liberato dalle maglie dell'ignoranza, il Sogno insoddisfatto di Dio ha l'opportunità di accelerare il suo viaggio legato alla terra e, infine, di realizzare la sua Realtà di Sogno dentro e attraverso l'amorevole e incondizionatamente arreso divino cercatore-guerriero.

La realtà pratica è il raggiungimento della perfezione da parte del cercatore: perfezione interiore, perfezione esteriore. Il cercatore raggiunge la perfezione nella vita esteriore disciplinando la propria vita, acquisendo la padronanza della propria energia in uscita. Il cercatore raggiunge la perfezione nella vita interiore attraverso la resa costante e incondizionata alla Volontà del suo Pilota Interiore.

La realtà pratica è il raggiungimento della pace superna. Il motto dello stato del Nevada è "Tutto per il nostro paese." Il critico non divino può trovare questo elevato messaggio sentimentale o emotivo. Ma il sincero cercatore della Verità Suprema, dal punto di vista spirituale, osserverà questo messaggio in modo divino. Dal punto di vista spirituale, "paese" significa "dimora di pace." Nel motto "Tutti per il nostro Paese", "tutto" significa semplicità, sincerità, purezza e umiltà. Queste qualità si trovano nella dimora della pace. Quando viviamo nella dimora della pace, l'impossibilità non può bussare alla porta del nostro cuore. Niente è impossibile. Tutto non solo è possibile, pratico e praticabile, ma anche inevitabile.

La Terra ha un'aspirazione luminosa. Il Cielo ha un'illuminazione discendente. Quando l'aspirazione della terra e l'illuminazione del Cielo si incontrano, la barca di sogno del cercatore raggiunge la Sponda della Realtà dell'Aldilà. La terra aspira; Il Ccielo ispira. La terra aspira all'anima celeste; Il Cielo ispira il cuore, la realtà della terra. Poiché la terra aspira, la terra è supremamente grande; poiché il Cielo ispira, il Cielo è divinamente buono. Ogni singolo cercatore ha l'opportunità d'oro di bussare alla porta del proprio cuore nell'Ora scelta da Dio, non solo per vedere il volto della Realtà, ma anche per crescere nella Realtà stessa, a condizione che la sua vita sia una vita di costante dedizione al Pilota Interiore .


FFB 111. 17 aprile 1974, 14:00 Il Centro per la religione e la vita, Università del Nevada, Reno (Nevada)

Cosa mi ha insegnato la vita?5

Cosa mi ha insegnato la vita? La vita mi ha insegnato come escludere e includere, come escludere l'irrealtà e come includere la realtà. Quando sento che sono di Dio e per Dio, divento la realtà appagante. Quando sento che sono di me stesso e per me stesso, divento l'irrealtà autoingannevole.

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La realtà svela, rivela e compie.

L'irrealtà vela, nasconde e uccide.

La realtà si espande e trascende.

L'irrealtà piange e muore.

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Cosa mi ha insegnato la vita? La vita mi ha insegnato la coscienza, il buon senso e il senso di Dio. Il mio cuore utilizza la coscienza; perciò, il mio cuore è puro e coraggioso. La mia mente utilizza il buon senso; quindi, la mia mente è chiara e diretta. La mia anima utilizza il senso di Dio; perciò la mia anima è divina e perfetta.

La vita mi ha insegnato come vivere e imparare, come imparare e vivere, come vivere e vivere, come imparare e imparare. Quando vivo e imparo, cerco di saltare sul ramo più alto dell'albero invece di arrampicarmi direttamente dai piedi. Quando imparo e vivo, prima faccio la cosa prioritaria: cammino e poi corro. Quando vivo e vivo senza prima imparare la lezione interiore e scoprire la vera essenza della mia vita, inganno deliberatamente il divino in me e il divino negli altri. Quando imparo e imparo, espando costantemente la mia coscienza legata alla terra e trascendo la mia realtà legata alla terra.

La vita mi ha insegnato come imparare, disimparare e reimparare. Io imparo. Imparo il canto del dovere divino. Compiendo il dovere divino, so che adempio il divino in me, il Supremo in me. Imparo il canto del cuore da bambino, perché so che se ho un cuore da bambino, avrò sempre l'entusiasmo e l'impulso interiore di realizzare il divino imparando e scoprendo la Realtà stessa.

Ogni volta che imparo qualcosa, cammino in avanti verso la mia Meta predestinata, la mia Meta trascendentale. Quando apprendo che la mia vita è Dio la Luce, allora durante la mia preghiera e meditazione colma d'anima sento che Dio la Pace Infinita, Dio la Luce Eterna, Dio la Vita Immortale mi rivendicano nei più intimi recessi del mio cuore come Suo. In quel momento, io rivendico l'Infinito di Dio come la mia lunghezza, l'Eternità di Dio come la mia altezza e l'Immortalità di Dio come la mia profondità, la profondità del mio essere silenzioso. In quel momento divento consapevolmente tutt'uno, inseparabilmente, eternamente uno, con il Pilota Interiore, l'Assoluto Supremo.

Io disimparo. Io disimparo il canto dell'importanza personale e dell'autoesaltazione. Come cercatore, devo disimparare anche molte altre cose. La mia mente è piena di informazioni e vuota di illuminazione. Se la mia mente è piena di informazioni, allora mi sento un asino che porta un carico pesante sulla schiena. Quello di cui ho bisogno non è l'informazione del mondo, ma l'illuminazione del mondo. Quindi prima devo disimparare queste informazioni del mondo, perché per ottenere l'illuminazione del mondo ho bisogno di una mente di chiarezza, una mente di luminosità. Inoltre, devo disimparare la capacità della mente fisica. La mente fisica mi insegna come dubitare, come sospettare, come sminuire e come legare me stesso e gli altri. Quando dubito degli altri con la mia mente fisica, non guadagno nulla; allo stesso tempo, essi non perdono nulla. E quando dubito di me stesso, scavo immediatamente la mia stessa fossa.

Io imparo di nuovo. Io reimparo il canto dell'unione con Dio, della consapevole unione con Dio. Quando sono in Paradiso, sono l'anima. Là Dio ed io siamo una sola cosa, inseparabilmente una. Ma quando io, come anima, entro nell'arena del mondo e assumo un involucro fisico, allora entro nel mondo della schiavitù, della limitazione, dell'oscurità e dell'ignoranza. Là divento la coscienza del corpo. Se prendo la coscienza del corpo come la mia realtà, allora non posso imparare nulla dalla vita, perché la coscienza del corpo è limitata, senza luce, oscura, impura, non divina. Ma quando penso a me stesso come alla Realtà dell'Anima, ho l'opportunità di reimparare la verità che Dio e io siamo eternamente tutt'uno.

La vita mi ha insegnato come esaminare l'essenza del silenzio di Dio e del suono di Dio. Quando uso i miei occhi umani per esaminare la Realtà di Dio, sono totalmente perso. Ma quando uso il mio cuore per esaminare la Realtà di Dio, il mio cuore vede immediatamente la vera Realtà, grazie alla sua totale identificazione con la Realtà. Gli occhi fisici sono molto spesso fuorviati, ma il cuore interiore non può essere fuorviato. Il cuore interiore è il rappresentante diretto dell'anima che illumina, che è tutt'uno con la Sorgente. Finché uso la mente fisica, vedo gli altri come altri; ma quando uso il cuore che aspira non c'è tu, non lui, non lei, solo Io — l'Io Universale, e non l'ego limitato. Quindi, quando uso il mio cuore, divento la Realtà. Ma quando uso la mia mente o i miei occhi fisici, sono abbastanza spesso ingannato e rimango insoddisfatto.

Quando non aspiro, la mia vita mi insegna la frustrazione e spingo e tiro. Spingo la mia vita verso qualcosa, ma alla fine mi rendo conto che questo qualcosa è un nulla senza scopo. Mi tiro verso la piccola, gracile coscienza dell'ego, e vedo che mi sono tirato verso una realtà vuota. Ma quando non spingo né tiro, offro semplicemente la mia esistenza nella sua totalità al Pilota Interiore, consapevolmente divengo ciò che sono eternamente: la Coscienza di Dio.

Come cercatore, so che la mia vita mi ha insegnato come amare e chi amare. Come amare? Devotamente, con tutta l'anima e incondizionatamente. Chi amare? Dio nell'uomo e l'uomo in Dio. Quando amo Dio nell'uomo devotamente, con tutta l'anima e incondizionatamente, divento tutt'uno con Dio l'Unità. Quando amo l'uomo in Dio, divento tutt'uno con Dio la Molteplicità. Uno è la Fonte; molte sono le manifestazioni dell'Uno. L'albero ha bisogno di rami; i rami hanno bisogno dell'albero. Amando Dio, il cercatore in me diventa l'albero stesso, e amando l'uomo, diventa i rami.

La vita ha insegnato al cercatore in me come dedicarmi alla mia parte superiore e alla mia parte inferiore. Quando la parte inferiore in me si dedica alla parte superiore, la parte superiore ottiene ulteriore forza per la sua manifestazione. Quando la parte superiore si dedica alla parte inferiore del mio essere, la parte inferiore ha l'opportunità di trasformarsi.

La vita ha insegnato al cercatore in me come arrendersi. Mi arrendo con tutta l'anima, devotamente e incondizionatamente alla mia realtà superiore. Questa realtà superiore racchiude e incarna ogni cosa come sua, quindi quando mi arrendo divinamente, sento che la parte non illuminata di me si sta arrendendo alla parte completamente illuminata di me. Quando l'Ora di Dio suona e il non illuminato diventa completamente illuminato, e l'illuminato diventa pienamente manifesto, allora tutto il mio essere diventa totalmente divino e perfetto.

Quando vivo la vita animale, vedo l'oscurità tutt'intorno e sento che questa oscurità è la mia unica realtà. Quando vivo la vita umana, vedo un briciolo di luce e sento che un giorno potrò bagnarmi in un mare infinito di Luce. Quando cerco di condurre la vita divina, sento che il mio Pilota Interiore mi ha già aperto la strada per camminare lungo il sentiero verso la Sua Realtà ultima. In quel momento, sento che la Barca dei Sogni di Dio mi sta portando alla Sua Sponda della Realtà - la Sponda d'Oro dell'Aldilà sempre trascendente.

L'anima mi dice che la vita è perfezione. Non stiamo viaggiando dall'imperfezione alla perfezione, ma dalla minore perfezione alla maggiore perfezione, alla perfezione più grande. Nel processo di evoluzione, la vita è un continuo progresso. Questo progresso è la perfezione che mira alla più elevata Perfezione Assoluta. Quando la vita è iniziata dal mondo minerale, è stato l'inizio della perfezione della vita. Ma non c'è fine al nostro progresso. La perfezione di oggi è il punto di partenza per la perfezione più alta, più profonda, più illuminante e più appagante di domani.

La vita mi ha insegnato qualcosa di sublime: che non sono indispensabile; solo il Supremo in me è indispensabile. La vita vuole offrirmi la felicità, e la vera felicità sta solo in questa scoperta. Quando qualcuno sente che solo il Supremo in lui è indispensabile, allora la sua vita è tutta felicità.

Infine, la vita mi ha insegnato la cosa più importante: che Dio e io abbiamo bisogno l'uno dell'altro. Io ho bisogno di Dio per la mia perfetta perfezione, e Dio ha bisogno di me per la Sua totale Manifestazione sulla terra. Questa è la lezione suprema che la vita deve insegnare e la sto offrendo a ogni cercatore qui presente.

Gentilezza

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Ieri ho scoperto la gentilezza in me stesso.

Oggi vedo quanto sono bello e colmo d'anima.

Ieri ho scoperto la gentilezza nell'umanità.

Oggi vedo quanto sia significativa e feconda l'umanità.

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FFB 112. Memorial Chapel, Stanford University, Stanford, California, 19 aprile 1974 - 20:00.

Trasformazione, liberazione, rivelazione, manifestazione6

Cari cercatori, cari fratelli e sorelle, desidero fare un breve discorso sulla trasformazione, la liberazione, la rivelazione e la manifestazione - quattro sublimi realtà nella nostra vita di aspirazione.

L'animale in noi ha bisogno di una trasformazione immediata. L'umano in noi ha bisogno di una liberazione cosciente. Il divino in noi ha bisogno di una rivelazione perfetta. Il Supremo in noi ha bisogno di manifestazione completa. Per vedere Dio abbiamo bisogno di trasformazione. Per essere invitati da Dio abbiamo bisogno di liberazione. Per essere amati da Dio abbiamo bisogno della rivelazione. Per essere resi immortali da Dio abbiamo bisogno della manifestazione.

La trasformazione del corpo ci mostra quanto possiamo essere puri. La liberazione del vitale ci mostra quanto possiamo essere dinamici. La rivelazione della mente ci mostra quanto possiamo essere vasti. La manifestazione del cuore ci mostra quanto possiamo essere divini. Possiamo essere puri come l'alba. Possiamo essere dinamici come un guerriero divino. Possiamo essere vasti come il cielo. Possiamo essere divini come l'anima. La trasformazione sta camminando lungo la strada dell'Infinito. La liberazione sta marciando lungo la strada dell'Immortalità. La rivelazione corre lungo la strada dell'Eternità. La manifestazione sta volando velocissimamente verso la Realtà sempre trascendente.

Quando siamo liberati dal vincolante passato e trasformati, non rimaniamo nella gabbia del corpo; iniziamo a vivere nel palazzo dell'anima. Quando siamo trasformati, cambiamo le nostre amicizie. La notte dell'ignoranza non è più nostra amica. Invece, luce di conoscenza diventa il nostro vero e caro amico. Quando siamo trasformati cantiamo un canto diverso. Smettiamo di cantare il canto del finito. Cantiamo il canto dell'Eterno per diventare l'Infinito.

Quando siamo liberati dalle maglie dell'ignoranza, arriviamo a realizzare ciò che siamo eternamente: Dio il sognatore, Dio l'amante e Dio il realizzatore. In quel momento, vogliamo rivelare noi stessi. A meno che e finché non abbiamo rivelato la nostra divinità, non possiamo provare l'esistenza di Dio sulla terra. Il mondo può pensare che tutte le nostre esperienze sublimi siano allucinazioni mentali, nebbie chimeriche e atti di autoinganno a meno che non possiamo rivelare la Divinità di Dio dentro di noi. Ma quando possiamo rivelare la nostra divinità interiore agli altri, loro vedranno che la nostra barca di sogno ha toccato la Sponda della Realtà. E quando manifestiamo la nostra divinità interiore, in quel momento la Sponda d'Oro dell'Aldilà si stabilisce saldamente nel qui-e-ora.

Trasformazione. Nell'antico passato, i cercatori dell'Altissimo non si preoccupavano tanto della trasformazione della natura, della trasformazione fisica, vitale ed emotiva. Si preoccupavano solo della propria realizzazione. Essi realizzarono l'Altissimo, ma nonostante ciò, la loro natura fisica rimase swnza luce, oscura, imperfetta.

Liberazione. Nell'antico passato, molte anime liberate si preoccupavano solo della propria liberazione. A loro non importava la liberazione del mondo in generale. Sentivano che, poiché era così difficile per loro ottenere la liberazione, anche tutti gli altri avrebbero dovuto lavorare sodo. Inoltre, sentivano che tutti avrebbero realizzato Dio, tutti sarebbero stati liberati nell'Ora scelta da Dio, e che non era compito loro accelerare quest'Ora.

Rivelazione. Nell'antico passato, i cercatori della più elevata grandezza non si curavano della rivelazione. Pensavano che se avessero rivelato ciò che avevano realizzato, allora c'erano tutte le possibilità che l'ignoranza del mondo avrebbe catturato la loro luce di conoscenza e altezza di saggezza. Avevano paura di rivelare la loro divinità interiore. Essi realizzarono la Verità più elevata, ma non vollero condividerla con il resto del mondo perché la paura, la paura dell'ignoto, torturava la loro esistenza interiore.

Manifestazione. Nell'antico passato, i cercatori della più elevata grandezza, le anime liberate, i grandi Yogi, non si curavano della manifestazione. Sentivano che qui sulla terra nulla vale la pena di manifestarsi, perché nulla può durare per sempre. Sentivano che questo pianeta è la dimora del dolore, della sofferenza, quindi perché cercare di stabilire qualcosa di divino qui in modo permanente? Sentivano che non c'era alcuna certezza, nessuna garanzia che questo mondo sarebbe stato trasformato nel flusso della divinità; quindi, non si curavano della manifestazione.

Ma il cercatore di oggi vuole la perfezione dentro, la perfezione fuori. A meno che e finché il corpo non è perfetto, il vitale non è perfetto, la mente non è perfetta e il cuore non è perfetto, sentiamo che la perfetta perfezione è ben lontana. Il processo è lungo e arduo, ma una volta che riusciamo in questo compito sublimemente significativo, raggiungiamo la Sponda d'Oro dell'Aldilà.

Il motto dello stato dell'Oregon è "L'Unione". Qui siamo tutti cercatori. Un cercatore è colui che pratica la spiritualità. Ora, la spiritualità ha una parola segreta e sacra da offrire: la parola è Yoga. Yoga significa unione consapevole con Dio. Sono davvero felice che il motto di questo stato racchiuda lo stesso ideale del respiro della spiritualità, che è lo Yoga. Occorre stabilire l'unione tra il finito e l'Infinito, tra l'uomo imperfetto di oggi e il Dio perfetto di domani.

Come stabiliamo la nostra unione cosciente con Dio? Ci sono vari modi per farlo. In primo luogo, possiamo ridurre al minimo i nostri bisogni terreni e quindi impegnarci per aumentare i nostri bisogni celesti. Poi dobbiamo piangere interiormente per Dio, come un bambino piange per sua madre. Il Signore Supremo soddisferà il nostro pianto interiore di aspirazione. Due concetti governano il mondo in lungo e in largo: desiderio e aspirazione. Il desiderio ci lega; l'aspirazione ci libera. Il desiderio ci fa sentire che siamo del finito e siamo costretti ad essere per il finito. L'aspirazione ci dice che siamo dell'Eterno e per l'Infinito. Infinito, Eternità e Immortalità non sono termini vaghi, ma realtà divine che stanno cercando di emergere in modo che possiamo diventare il Dio di domani.

Oltre a piangere interiormente, dobbiamo anche sentire consapevolmente che Dio ha bisogno di noi tanto quanto noi abbiamo bisogno di Dio. Come normali esseri umani abbiamo bisogno di Dio per soddisfare i nostri brulicanti desideri. Quando diventiamo cercatori spirituali, abbiamo bisogno di Dio solo per una cosa: scoprire la nostra più elevata Altezza trascendentale, la nostra più profonda Profondità trascendentale. E le scopriamo quando realizziamo Dio. Ora, proprio come abbiamo bisogno di Dio per la nostra realizzazione, così Dio ha bisogno di noi per la Sua stessa Manifestazione. Deve manifestarsi in e attraverso di noi. Lui era uno; quella era la Sua realizzazione del Silenzio. Voleva diventare molti; quella era la Sua manifestazione del suono. Quando raggiungiamo la Sua Realizzazione ed Egli ottiene in e attraverso di noi la Sua Manifestazione, sorge la perfetta Perfezione. Quando sentiamo che siamo di Dio e per Dio, vediamo che siamo del Silenzio che tutto pervade e per il Suono cosmico che tutto appaga. In quel momento siamo totalmente liberati, rivelati e trasformati.

Ogni cercatore rappresenta una promessa a Dio. La promessa è la sua stessa trasformazione fisica. Vuole liberare la sua vita terrena e libera la sua vita terrena grazie all'illimitata Compassione del sommo Assoluto Supremo. La promessa a Dio di ogni cercatore è di manifestare Dio sulla terra nel Modo di Dio. Il cercatore adempie la sua promessa solo quando dona a Dio con gioia, allegria e incondizionatamente ciò che ha e ciò che è. Ciò che ha è un anelito interiore, e ciò che è è ignoranza. Quando dona a Dio devotamente, con tutta l'anima e incondizionatamente la sua realizzazione: l'anelito interiore, e la sua realtà presente: l'ignoranza, allora il cercatore è trasformato, liberato, rivelato e manifestato nel Modo di Dio.


FFB 113. Portland State University, Portland, Oregon, 22 aprile 1974 — 10:00.

Solo per oggi7

Solo per oggi pregherò Dio. La mia preghiera è il mio anelito interiore, ascendente. So che questo anelito raggiungerà il Palazzo di Dio. La mia preghiera bianca come la neve busserà alla porta di Dio. Dio aprirà la Sua Porta e mi chiederà di cosa ho bisogno. Dirò a Dio che ho bisogno della Sua infinita Compassione per svegliarmi dalla mia vita assopita. Dio esaudirà la mia preghiera.

Solo per oggi mediterò su Dio. So che quando medito su Dio, vuoto il mio cuore. Quando il mio cuore è vuoto, il mio Eterno Amico, il mio Eterno Divino Ospite entra e si siede sul Suo Trono nel profondo del mio cuore. Negli intimi recessi del mio cuore dimora la Sua Vita di infinita Sollecitudine, Compassione, Amore e Benedizione.

Quando prego, il mio Eterno Amico ascolta la mia preghiera e realizza la mia preghiera. Quando medito, il mio Eterno Amico entra e soddisfa il mio bisogno interiore. Quando prego, parlo e Lui mi ascolta. Quando medito, Lui parla e io lo ascolto. Questo è il modo in cui conversiamo. La mia preghiera e la mia meditazione sono di fondamentale importanza nella mia vita di aspirazione, dedizione e resa alla Volontà del mio Pilota Interiore.

Solo per oggi amerò il mio Dio, il mio Supremo. Non amerò nessun altro, nemmeno la mia stessa esistenza. Amerò solo Dio, solo Dio. Non mi ha Egli amato da tempo immemorabile? Non mi amerà Egli per tutta l'eternità? Poiché Egli è tutto amore per me, è mio dovere amarLo, almeno per questo giorno. Lo amerò e il mio amore per Lui renderà immortale la mia realtà terrena e il mio sogno celeste.

Solo per oggi, diventerò l'amante divino e chiamerò il mio Signore il Supremo Amato. Nell'amore umano c'è una domanda costante, un'attesa costante e una delusione costante. Nell'amore divino non c'è domanda, aspettativa e frustrazione; c'è solo il dono di sé. Questo dono di sé si trasforma infine nel divenire in Dio.

Solo per oggi, amerò Dio incondizionatamente. Sentirò la Sua infinita Compassione, il Suo Amore benedicente dentro e attraverso la mia vita di aspirazione. Sentirò che Dio mi ama infinitamente più di quanto io ami me stesso. Quando la paura, il dubbio, l'ansia e la gelosia assalgono la mia vita di aspirazione, quando adoro e faccio tesoro di limitazioni, schiavitù, ignoranza e morte, in quel momento odio la mia vita. Ma il mio Eterno Amico, il mio Pilota Supremo, mi ama ancora.

Solo per oggi servirò Dio. Mi sono reso conto che non c'è niente e non ci può essere niente di così dolce e appagante come il servizio. Quando servo Dio, sento che la mia vita di frustrazione si trasforma in una vita di illuminazione. Il mio servizio a Dio mi fa sentire che la mia esistenza sulla terra è significativa e fruttuosa. Quando servo Dio, sento di aver espanso la mia coscienza legata alla terra nella coscienza libera dal Cielo.

Solo per oggi, arrenderò la mia volontà alla Volontà di Dio, la Sua Volontà che tutto ama, tutto pervade, universale. Ieri Dio si è arreso con compassione e incondizionatamente alla mia avidità animale. Oggi Dio si arrende con amore e compassione ai miei desideri umani. Domani Dio si arrenderà con gioia e orgoglio ai miei divini bisogni. Solo perché si è arreso alla mia avidità animale, solo perché si arrende ai miei bisogni umani, solo perché si arrenderà ai miei bisogni divini, sento che è obbligatorio da parte mia arrendere la mia vita terrena solo per un giorno alla Sua Volontà, affinché la sua Volontà possa essere fatta sulla terra dentro e attraverso la mia vita di aspirazione e dedizione.

Solo per oggi, desidero condividere il mio segreto supremo con il mio Pilota Supremo. Il mio segreto è questo: che non chiamerò più l'ignoranza mia amica. La mia amicizia con l'ignoranza finisce oggi. Da oggi avrò Dio come mio unico amico, mio ​​sempiterno Amico. Lo avrò non solo come mio Amico, ma anche come mio Tutto.

Solo per oggi, desidero avere la pace della mente. Per avere la pace della mente devo sentire che non sono affatto indispensabile. Devo terminare la mia canzone di presunzione e rendermi conto che il mondo non ha bisogno di me. Il mondo esisteva prima che io nascessi; il mondo esisterà molto tempo dopo che io sarò passato dietro la cortina dell'Eternità. Chi è necessario? È necessario solo il Pilota Supremo che è in me. Quando sento di non essere indispensabile ricevo un briciolo di luce e raggiungo la pace della mente.

Solo per oggi, sarò il figlio amorevole del Pilota Supremo. Solo per oggi, sarò l'eroe guerriero che cammina lungo il sentiero dell'Eternità. Solo per oggi, sentirò di aver bisogno di Dio e che Dio ha bisogno di me, e alla fine devo sentire che Dio ha bisogno di me più di quanto io abbia bisogno di Lui. A volte, a causa della mia ignoranza, sento di non aver bisogno di Lui. Ma Dio, essendo perfetto, mi vede sempre con la sua Luce che tutto illumina. Egli sa che sono destinato a essere il Suo cercatore, il Suo amante, il Suo strumento di manifestazione. Conosce le mie potenzialità e le mie capacità. Egli sa che io sono un prototipo esatto della Sua Realtà ultima trascendentale; quindi, ha bisogno di me più di quanto io abbia bisogno di Lui.

Ho bisogno di me stesso in questo momento per soddisfare i miei innumerevoli e brulicanti desideri. Ma quando i miei desideri non sono soddisfatti e quando mi rendo conto che non ho la capacità di soddisfarli, sento che non ho ho bisogno di questa esistenza terrena. Voglio scartare questa coscienza corporea, perché questa coscienza corporea non mi dà un briciolo di soddisfazione. Poiché sono un fallito, sento che questa vita non serve a niente. Ma Dio sa che il fallimento non esiste. C'è solo l'esperienza. Lavoriamo, serviamo, preghiamo, meditiamo ogni momento in cosciente dedizione, e il risultato di questa dedizione assume la forma esteriore del successo o del fallimento. Ma quando andiamo nel profondo, sentiamo che non esistono cose come il successo o il fallimento. Vediamo ogni cosa come un'esperienza che ci è venuta nella marcia dell'evoluzione. Infine, ci rendiamo conto che anche questa esperienza non è in nostro possesso. In realtà è l'esperienza di Dio, perché Egli è colui che agisce, è l'azione e ne è il frutto.

Solo per oggi, desidero essere una consapevole ghirlanda di gratitudine da deporre ai piedi del mio Pilota Interiore.

Solo per oggi...


FFB 114. Hughes Auditorium, Gonzaga University, Spokane, Washington, 22 aprile 1974 - 16:00.

L'esistenza di Dio8

Qui siamo tutti cercatori. Alcuni di noi potrebbero non essere sinceri come altri. Alcuni di noi potrebbero essere cercatori solo curiosi. Alcuni di noi, a volte, possono essere dubbiosi. Alcuni, a volte, possono essere atei. Eppure siamo tutti cercatori. Proprio perché siamo cercatori, un giorno, nell'Ora scelta da Dio, realizzeremo Dio.

Il motto dello stato dell'Idaho è "Che esso viva per sempre." Sappiamo che il corpo umano non vive per sempre. Esiste solo per sessanta, settanta o ottanta anni, e poi il suo ruolo è finito. Ma c'è qualcosa dentro di noi che esiste per sempre, ed è l'anima. Proprio perché siamo cercatori, crediamo nell'anima.

Com'è che l'anima esiste per sempre e non il corpo? L'anima esiste per sempre proprio perché l'anima è il rappresentante diretto di Dio sulla terra. L'anima, fin dal suo inizio, ha incarnato il messaggio della Divinità, dell'Eternità, dell'Infinito e dell'Immortalità, mentre il corpo no. L'anima esiste per sempre perché l'anima è una parte immortale della sua Fonte ultima: Dio, l'Eterno Pilota.

La nostra prossima domanda è: Dio esiste? L'ateo in noi dice: "No, Dio non esiste. Dio non esiste e non può esistere; quindi, non ho bisogno di Lui." L'agnostico in noi dice: "Ne dubito, ne dubito. E poiché non sono nemmeno sicuro dell'esistenza di Dio, perché dovrei prestare attenzione a Dio?" L'uomo che desidera che è in noi dice subito: "Sì, Dio esiste. Lo posso vedere; Lo posso sentire. Quando? Quando i miei desideri sono soddisfatti! In quel momento, immagino Dio secondo la mia dolce fantasia. Ma quando i miei desideri non sono soddisfatti, allora Dio non esiste per me. E se vedo che si realizzano i desideri degli altri e non i miei, allora posso dire che Dio esiste per loro ma non per me."

Ora, anche l'uomo che aspira che è in noi ha qualcosa da dire sull'esistenza di Dio. L'uomo che aspira in noi dice: "Dio esiste anche se non posso dimostrarlo al mondo in generale. Vedo e sento la sua presenza e so che verrà il giorno in cui sarò in grado di portarlo alla ribalta e mostrarlo al mondo in generale." Quando diventiamo tutt'uno con l'uomo che aspira, qualcosa dentro di noi ci dice che Dio esiste, e questo qualcosa è il nostro anelito interiore, il nostro pianto interiore.

Come essere umano, un momento posso essere ateo, un momento dopo un agnostico, un momento dopo un uomo che desidera o un uomo che aspira. Posso anche essere un sognatore e posso sognare tutto il tempo. Ora, quando sogno Dio, sento che, sebbene Dio esista, è molto lontano, molto, molto lontano. Vedo un abisso spalancato tra la mia barca di sogno e la mia sponda della realtà. Posso anche essere un amante. Quando divento un amante di Dio, vedo Dio più vicino dei miei occhi e più caro del mio cuore. Oppure posso diventare un servitore. Quando servo Dio, è perché provo la massima gioia nel servire Dio. Ci sono molte cose che ho fatto, molte cose che ho detto, molte cose che ho offerto nella mia vita, ma niente mi ha dato una gioia vera e duratura. Solo il mio servizio a Dio mi ha dato gioia eterna; quindi, il servitore in me sente che l'esistenza di Dio è per la mia felicità.

Come cercatore, ho tre amici: concentrazione, meditazione e contemplazione. Chiedo loro: "Amici, avete visto Dio?" Essi dicono subito: "Sì, abbiamo visto Dio. Non solo abbiamo visto Dio, ma possiamo anche farti vedere Dio." Quando chiedo loro come, i miei amici mi dicono che lavorano insieme, uno dopo l'altro, in maniera successiva. Dicono che sono come tre pioli di una scala. Il mio amico concentrazione mi dice: "Prendi un oggetto e concentrati su di esso. Non permettere a nessuna onda di pensiero di entrare nella tua mente, buona o cattiva, divina o non divina. Rendi la tua mente assolutamente senza pensieri." Ascolto il mio amico concentrazione e mi attengo ai suoi dettami. Poi il mio amico meditazione mi offre il suo consiglio. Dice: "Il tuo cuore è pieno di paura, impurità, insicurezza e ignoranza. Svuotalo, svuotalo." Svuoto il mio cuore, e subito provo una gioia tremenda, perché allora l'Eterno Ospite, Dio, entra e si siede sul Suo Trono nei più intimi recessi del mio cuore. Infine, il mio amico contemplazione mi dice: "Quando contempli, prova a sentire all'inizio che stai giocando a nascondino con un amico intimo. In questo momento tu ti nascondi e lui cerca; un attimo dopo lui si nasconde e tu cerchi. Ora, per quanto tempo puoi giocare a nascondino? Per quindici minuti, mezz'ora, un'ora. Poi è tutto finito e vi ritrovate come veri amici, amici intimi, liberamente e totalmente rivelati l'uno all'altro. Questo è ciò che accade tra te e Dio quando contempli."

Chiedo ai miei tre amici chi ha insegnato loro tutto su Dio. Mi dicono che sono stati i loro genitori a mostrare loro il Volto di Dio e a insegnare loro tutto su Dio. Chiedo loro chi sono i loro genitori. Dicono che i loro genitori sono l'aspirazione e la forza di volontà. L'aspirazione è la loro madre; la forza di volontà è il loro padre. Quando diventiamo tutt'uno con la nostra aspirazione, con il nostro cuore che aspira, acquisiamo conoscenza dalla nostra identificazione cosciente e dalla nostra unità con la Realtà ultima. E proprio come l'identificazione del nostro cuore con la Realtà suprema può mostrarci l'esistenza di Dio in Paradiso, così anche la luce della nostra anima può mostrarci l'esistenza di Dio sulla terra. E qual è la luce della nostra anima? È la nostra forza di volontà. Nella vita spirituale, l'aspirazione e la forza di volontà vanno di pari passo. Abbiamo bisogno sia della madre che del padre.

Che cos'è l'aspirazione? L'aspirazione è il nostro anelito interiore per l'Altissimo. E cosa fa l'aspirazione? L'aspirazione ci aiuta a minimizzare i nostri desideri. Una volta che i nostri desideri sono diminuiti, proviamo pace dentro e gioia fuori.

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Anandadd hy eva khalv imani bhutani jayante

anandena jatani jivanti

anandam prayantyabhisam visanti

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Migliaia di anni fa i veggenti vedici dell'antica India cantavano questo messaggio.

"Dalla Delizia siamo nati. Nella Delizia cresciamo. Alla fine del nostro viaggio, nella Delizia ci ritiriamo."

Cos'è la forza di volontà? La forza di volontà è qualcosa che accelera il nostro viaggio. Sappiamo di avere un punto di partenza e una destinazione. Se ci facciamo aiutare da un carro indiano trainato da buoi per raggiungere la nostra destinazione, ci vorranno anni e anni. Ma se utilizzeremo un moderno aereo a reazione, sarà solo questione di poche ore. Allo stesso modo, con la nostra forza di volontà adamantina acceleriamo il nostro progresso. Mentre procediamo lungo il sentiero, la concentrazione entra in noi come un proiettile divino, ci dà energia e ci fa sentire che possiamo correre più veloci verso la nostra meta. La meditazione ci dice che dobbiamo immergerci nel profondo per trovare la nostra meta. Infine, la contemplazione ci dice che non dobbiamo andare da nessuna parte. Non dobbiamo correre; non dobbiamo andare nel profondo. Possiamo restare dove siamo. Noi solamente dobbiamo dare a Dio ciò che abbiamo. Quello che abbiamo è profonda gratitudine al Pilota Interiore. Siamo grati perché sentiamo che la nostra aspirazione e il nostro potere di ricettività sono venuti direttamente da Dio.

La ricettività cresce solo quando scorre la gratitudine. L'esistenza di Dio può essere provata solo quando la nostra ricettività è completa, perché se non possiamo riceverLo, non importa quante volte Egli appare davanti a noi, non saremo in grado di rivendicarLo come nostro. E a meno che e finché non potremo rivendicare Dio come nostro, non saremo in grado di provare la Sua esistenza.

In questo momento siamo nel finito e siamo per il finito. Troviamo molto difficile immaginare l'Infinito come nostro. Ma questa è la limitazione della mente fisica. C'è anche una mente intuitiva, una mente illuminata, ma in questo momento non abbiamo questa mente. La mente fisica vuole sempre sperimentare la verità tagliandola in piccoli pezzi. Per la mente è impossibile accettare Dio o qualsiasi realtà nel suo insieme. La mente limita; la mente lega. Ma il cuore non lo fa. Il cuore si espande; il cuore libera. Il cuore vuole vedere la verità nella sua interezza; vuole sentire, possedere e rivendicare la verità come propria. Come fa il cuore a farlo? Il cuore è molto saggio. Entra segretamente nella stanza del suo fratello maggiore, il suo fratello più illuminato, l'anima, e riporta alla propria dimora una luce sconfinata. Quando il cuore che aspira è inondato di luce, tutto ciò che vede lo accetta nella sua interezza. Alla fine arriva un momento in cui la mente fisica entra nel cuore, ed esso la porta nell'anima. In quel momento la mente viene liberata, proprio come il cuore è stato liberato dalla luce dell'anima, e l'anima è stata liberata dalla Luce della Coscienza del Supremo.

Siamo tutti cercatori. Per noi Dio esiste. È solo questione di tempo prima che diventiamo consapevolmente una sola cosa con Lui. Chi ha già lasciato il punto di partenza raggiungerà naturalmente la meta prima di chi è ancora in ritardo. Ma la spiritualità non è una questione di competizione. Se proprio dobbiamo competere, allora dobbiamo competere con la paura, il dubbio, l'ansia, la gelosia e le altre forze negative dentro di noi. Sconfiggiamole, il che significa trasformarle. Se possiamo trasformare la nostra paura in coraggio, il nostro dubbio in fede, la nostra insicurezza in sicurezza, la nostra impurità in purezza e la nostra imperfezione in perfezione, questo è un successo degno e un progresso significativo. Nella vita spirituale diamo tutta l'importanza al progresso, perché il progresso è la necessità costante della nostra anima. Siamo parte di un progresso eterno. Dal non manifesto siamo entrati nel regno minerale, poi nel regno vegetale, poi dalla pianta all'animale e dall'animale all'umano. Ora stiamo cercando di entrare nel regno divino. Quando pensiamo a noi stessi come un canto di progresso e non come un canto di successo, allora la realizzazione di Dio è alla nostra sicura portata.


FFB 115. Administration Building, North Idaho Junior College, Coeur d'Alene, Idaho, 22 aprile 1974 - 19:30.

La bellezza9

> La bellezza è la purezza del mio corpo. La bellezza è l'umiltà del mio vitale. La bellezza è la serenità della mia mente. La bellezza è la magnanimità del mio cuore. La bellezza è la sincerità della mia vita.

Come cercatore, quando sviluppo queste qualità divine, divento tutta bellezza. Un bambino è bello, un fiore è bello, una fiamma è bella. Quando ho un cuore da bambino, Dio mi parla. Quando la mia vita diventa un fiore di gratitudine, ho l'opportunità di cantare con Dio il Suo Canto universale. Quando la mia vita diventa un'ascendente fiamma, gioco con Dio e prendo parte coscientemente al Suo Gioco cosmico.

La bellezza sta nel dare. La bellezza sta nel ricevere. La bellezza è nel dare e solo nel dare. La bellezza è nel ricevere e solo nel ricevere. Quando dono, vedo che prima di aver dato qualcosa, il Cielo sta già sorridendo attraverso la mia offerta, il mio dono di me stesso. Quando ricevo, vedo che la terra sorride dentro e attraverso di me. Quando do e do, vedo che Dio, il divino Pilota, si offre all'umanità che aspira in me e attraverso di me. Quando ricevo e ricevo, vedo che Dio l'Infinita Compassione sta entrando in me ed espande la mia coscienza legata alla terra, trasformandola infine nella Realtà libera del Cielo.

Quando invoco l'anima e divento tutt'uno con l'anima, ho la capacità di rivelare la Sorgente nell'Ora scelta da Dio. In quel momento, ho un messaggio molto significativo da offrire ai miei fratelli e sorelle del mondo:

> Vedaham etam purusam mahantam...

> Ho conosciuto questo Grande Essere, splendente come il sole oltre i confini della tenebrosa oscurità.

Quando ho raggiunto questa capacità, la mia stessa anima risplende della fulgida bellezza di quell'unico grande Essere.

Quando invoco il cuore, divento tutt'uno con il cuore e cerco di offrire la ricchezza del cuore al mondo in generale, vedo una nuova bellezza crescere dentro di me e fluire intorno a me. In quel momento il mio messaggio è:

Twameva mata pita twameva...

```

Tu sei la Madre.

Tu sei il Padre.

Tu sei l'Amico.

Tu sei il Compagno.

Tu sei La Conoscenza.

Tu sei Ricchezza.

Tu sei il mio Tutto.

Tu sei il mio Signore Supremo.

```

Questo messaggio, che offro al mondo, è fondato sull'unione del mio cuore con il mio Pilota Interiore. Questa è la sensazione più dolce e, allo stesso tempo, più convincente di inseparabile unità con il Pilota Interiore. Quando stabilisco la mia inseparabile unità con il mio Pilota Interiore, Lo sento come mia Madre e Padre dell'Eternità; come mio Amico e Compagno da tempo immemorabile; e come mio Signore Supremo, il mio ​​Tutto. Questa è la bellezza del cuore che un cercatore incarna, rivela e manifesta qui sulla terra.

Quando invoco la mente e divento tutt'uno con la mente, offro la ricchezza della mente grazie alla mia preghiera piena di sentimento.

Aum bhur bhuvah svah...

Questo è il Gayatri Mantra, la preghiera per la mente, per l'illuminazione della mente. Questo è l'impareggiabile mantra o incantesimo indiano. Tutti gli altri mantra dell'India sono derivati ​​da questo. Questa è la preghiera più elevata che i veggenti indiani dell'antico passato realizzarono e offrirono all'aspirante umanità.

Abbiamo già scoperto la bellezza nell'anima, la bellezza nel cuore e la bellezza nella mente. Ora dobbiamo scoprire la bellezza nel vitale. Quando nasce la bellezza nel vitale, diventiamo energici, dinamici, progressivi e appaganti. In quel momento preghiamo il Supremo di inondare il nostro vitale di potere infinito, potere divino, il potere che costruisce, non il potere che spezza; il potere che ci dà energia, il potere di cui il vitale ha bisogno per la piena manifestazione della divinità sulla terra. Il messaggio del potere divino che offro al mondo è:

Tejo asi tejo mayi dhehi...

```

Invoco il tuo spirito ardente.

Il tuo vigore virile invoco.

Invoco il tuo potere e la tua energia.

Invoco la tua furia di battaglia.

La tua mente conquistatrice io invoco.

```

Questo potere nel vitale è la bellezza del vitale per la manifestazione di Dio qui sulla terra.

Cerco anche di invocare la coscienza del corpo e di diventare tutt'uno con il corpo che aspira per scoprire la bellezza nel corpo. Per questo, prego il Supremo di concedermi una salute sana e un corpo che aspira. Questa è la preghiera del mio corpo:

Tach chaks ur debahitam...

Possiamo noi, per cento autunni, vedere quell'Occhio lucente, ordinato da Dio, sorgere davanti a noi...

In questo caso cento anni significano un'estensione di tempo infinita o indefinita. Se abbiamo una lunga vita di aspirazione sulla terra, allora possiamo realizzare Dio, rivelare Dio e manifestare Dio. Abbiamo bisogno di una lunga vita di aspirazione, dedizione, devozione e resa. Questa è la bellezza nel corpo e del corpo, per l'anima e per Dio, il Supremo.

Se vogliamo scoprire più bellezza qui nella coscienza della terra, dobbiamo realizzare ciò che è essenziale e ciò che non è essenziale. Un altro messaggio molto significativo dei veggenti delle Upanishad è:

Neti, neti

Non questo, non quello.

Ignoranza, no! Oscurità, no! schiavitù, no! Limitazione, imperfezione, no! Non abbiamo bisogno di loro. Abbiamo bisogno di fede, coraggio, umiltà, purezza, sincerità e tutte le qualità divine. Rinunciamo alle parti non illuminate in noi e invochiamo le parti che sono illuminate, la coscienza che è illuminata. Non questo; non l'ignoranza che ora rivendichiamo come nostra e che ci rivendica come suoi, ma luce, la luce che ci rivendica come suoi e la luce che noi rivendichiamo come nostra.

C'è anche una Bellezza suprema. La Bellezza suprema è nella nostra cosciente, inseparabile unità con il Supremo. Questa suprema Bellezza la scopriamo grazie al nostro dono di noi stessi consapevole, costante e incondizionato. Quando osiamo dire: "Non la mia volontà, ma la tua sia fatta," allora possiamo anche dire: "Io e mio Padre siamo uno." Quando diciamo sinceramente: "Sia fatta la tua volontà," in quel momento la Bellezza suprema si rivela in noi e attraverso di noi. E quando diciamo: "Io e mio Padre siamo uno," in quel momento la Bellezza suprema trova la sua manifestazione completa sulla terra qui e ora.

Ho tenuto un breve discorso sulla bellezza. Ora io e i miei studenti canteremo una canzone bengalese sulla bellezza.

[Questa è una traduzione della canzone cantata da Sri Chinmoy e dai suoi discepoli. Le parole e la musica sono state scritte da Sri Chinmoy.]

/Sundara odia sundara tumi

nandana bana majhe.../

```

Sei bello, più bello, bellissimo,

Di bellezza senza pari nel giardino del Paradiso.

Giorno e notte possa la Tua Immagine dimorare nel profondo del mio cuore.

Senza di te i miei occhi non hanno visione;

Tutto è illusione, tutto è sterile.

Tutt'intorno a me, dentro e fuori,

Sento la melodia di pene tenebrose.

Il mio mondo è pieno di dolori atroci.

O Signore, o mio bel Signore,

O mio Signore della Bellezza, in questa vita, anche per un fugace secondo,

Possa io essere benedetto con il dono di vedere il Tuo Volto.

```

```

Smettila di spingere! La tua notte-ignoranza è troppo pesante.

Smettila di tirare! La luce-conoscenza di Dio è troppo vasta.

Spingere è frustrazione.

Tirare è una tentazione.

Preparati lentamente, costantemente e infallibilmente.

Tua sarà la Meta delle mete.

```

FFB 116. 23 aprile 1974, 9:30 Montana Rooms, The Student Center, University of Montana, Missoula (Montana)

Filosofia, religione e spiritualità10

Cari cercatori della più alta Verità, cari fratelli e sorelle, desidero fare una breve conferenza sulla filosofia, la religione e la spiritualità. Come tutti sapete, la filosofia è un argomento vasto. La religione è un argomento vasto. La spiritualità è un argomento vasto. Il tempo non mi permetterà di rendere giustizia a questi elevati soggetti. Tuttavia, con il vostro gentile permesso, con la vostra amorevole benevolenza, dirò su ciascuno alcune parole dal punto di vista spirituale.

La filosofia è nella mente pensante. La filosofia è della mente che cerca. La filosofia è per la mente illuminante.

La religione è la nostra risposta conscia o inconscia alla Luce che ci chiama. La religione è la nostra ferma convinzione nelle elevate esperienze dei nostri predecessori. La religione è la nostra grande soddisfazione nel nostro glorioso passato.

La spiritualità è nel cuore che aspira. La spiritualità è dell'anima liberatrice. La spiritualità è per il Dio che realizza e rende immortali.

Un amante della filosofia parla della Visione di Dio. Un amante della religione parla della Potenza di Dio. Un amante della spiritualità parla della Compassione di Dio. Un amante della filosofia vuole vedere il Volto di Dio. Un amante della religione vuole vedere l'Occhio di Dio. Un amante della spiritualità desidera crescere nel Cuore compassionevole di Dio.

Un uomo di filosofia è un sognatore. Un uomo di religione è un osservatore. Un uomo di spiritualità è un amante divino. Un divino sognatore, un divino osservatore e un divino amante sono buoni amici.

Un uomo di filosofia vuole vedere il culmine della vita. Un uomo di religione vuole vedere la profondità della vita. Un uomo di spiritualità vuole vedere la realtà della vita e la realtà nella vita.

C'è una filosofia umana e c'è una filosofia divina. La filosofia umana è un pezzo di legno secco. La filosofia umana è un obiettivo senz'anima. La filosofia divina è un albero fecondo. La filosofia divina è una vita che tutto illumina e un obiettivo che tutto appaga. La filosofia divina sa che la sua Sorgente è il Silenzio trascendentale. La filosofia divina sa che la sua Sorgente è la Delizia trascendentale.

C'è una religione umana e una religione divina. La religione umana è un'autoesaltazione senza fondamento. La religione umana è una fiducia senza vita. La religione divina è una costante proclamazione di Dio dal profondo del cuore del cercatore. È nei recessi più intimi del suo cuore che un cercatore proclama la Realtà di Dio, la Divinità di Dio, l'Immortalità di Dio.

C'è una spiritualità umana e una spiritualità divina. La spiritualità umana, in nome di Dio, inganna l'umanità. La spiritualità umana, in nome di Dio, inganna il proprio vero essere offrendo una falsa realizzazione di Dio all'aspirante umanità. La spiritualità divina sa che nell'Ora scelta da Dio ogni seguace della religione sarà inondato di Luce, Pace e Beatitudine infinite. La spiritualità divina è pienamente consapevole del fatto che ogni praticante di spiritualità è uno strumento cosciente e scelto di Dio, che invoca l'alba della Vita immortale qui sulla terra.

Un uomo di vera filosofia, un uomo di vera religione e un uomo di vera spiritualità hanno bisogno di Dio. Per loro non c'è altra scelta.

Sono estremamente felice di apprendere che il motto dello stato del Colorado è "Niente senza divinità." Senza Dio, senza il Pilota Interiore, non siamo niente. Con il Pilota Interiore, siamo tutto. Dio è l'albero della realizzazione, e questo albero della realizzazione ha molti rami. Filosofia, religione e spiritualità sono tre rami di Dio, l'albero della realizzazione. L'uomo di filosofia può sedere sotto il ramo della filosofia, l'uomo di religione può sedere sotto il ramo della religione e l'uomo di spiritualità può sedere sotto il ramo della spiritualità. È nella protezione e nel rifugio della Divinità che possiamo crescere nell'Immortalità.

> Amore

> L'amore del cuore rivendica Dio ma non incolpa Dio.

> L'amore della mente dubita di Dio al mattino, teme Dio al pomeriggio, odia Dio la sera e piange per l'Amore di Dio a mezzanotte.


FFB 117. The Physics Building, University of Colorado, Boulder, Colorado, 23 aprile 1974 - 21:00.

Parte II — Domande e risposte: Università dell'Arkansas

Domanda: Su cosa ti concentri?

Sri Chinmoy: Puoi concentrarti su qualsiasi cosa, ma se sei un cercatore spirituale sceglierai qualcosa che abbia un significato spirituale. Supponi di avere un fiore davanti a te. Un fiore significa purezza. Prima focalizzi tutta la tua concentrazione sul fiore, e poi cerchi di sentire che sei diventato il fiore stesso, vale a dire la purezza. Prima ti concentri e poi cerchi di diventare parte integrante dell'oggetto su cui ti stai concentrando. La fiamma di una candela significa aspirazione, quindi puoi concentrarti anche sulla fiamma di una candela. Se lo desideri, puoi concentrarti su una qualità divina, come l'amore o la pace. Ogni persona può fare la sua scelta.

Domanda: Rispetti le altre religioni?

Sri Chinmoy: Rispetto le altre religioni con la massima gioia e la massima reverenza. Solo perché sono un uomo spirituale, sento di poter fare tesoro di tutte le religioni e rivendicarle come mie. Se uno non è spirituale, allora è vincolato da una particolare religione. Ma poiché sono diventato un cercatore spirituale, sento che tutte le religioni sono come i rami di un albero, e l'albero è Dio. Come posso negare l'esistenza dei rami quando accetto l'albero come mio? Se accetto l'albero come mio, allora qualunque cosa faccia parte dell'albero lo rivendico pure come una realtà innegabile.

Domanda: Come si può lavorare per Dio?

Sri Chinmoy: Ogni volta che lavoriamo, possiamo e dobbiamo sentire che stiamo lavorando per Dio. In questo momento, quando stai lavorando, potresti non pensare a Dio, o potresti non sentire la realtà di Dio. Vedi il lavoro fisico solamente come lavoro. Ma se riesci a vedere il lavoro come un'opportunità per esprimere la tua capacità, o per rivelare la tua bontà, la tua divinità, allora sicuramente stai lavorando per Dio in quel momento. Lavorando, o servendo, devi sentire che ti stai muovendo verso la tua meta.

Se sei un lavoratore e lavori con le tue mani, la tua mente può essere dentro Dio, il tuo cuore può essere dentro Dio, e puoi consapevolmente collocare la tua stessa azione dentro Dio. Altrimenti, la tua azione sarà in qualcun altro - nell'apprezzamento, nell'ammirazione o nel giudizio di qualcuno - e ti preoccuperai di ciò che pensa del tuo lavoro. Ma se stai lavorando per compiacere una persona, il Pilota Interiore che è in te, il Pilota Interiore si aspetterà naturalmente che tu lavori perfettamente. Non ti dirà di imbrogliare o ingannare la persona che ti ha chiesto di lavorare, perché il vero datore di lavoro di tutti è il Supremo.

In questo momento, quando finiamo un lavoro difficile, siamo molto soddisfatti di noi stessi. Diciamo: "Ah, ce l'ho fatta. È stato un lavoro così duro, ma ce l'ho fatta." Ma arriva un momento nella vita spirituale in cui sentiamo che tutto il lavoro che realizziamo viene effettivamente svolto attraverso di noi dal Pilota Interiore. Ci rendiamo conto che non possiamo fare nulla da soli; siamo semplici strumenti. È Dio che fa tutto in noi e attraverso di noi.

Finché non avremo quel tipo di sentimento, cerchiamo di offrire a Dio i frutti, i risultati delle nostre azioni. Se il successo viene dal nostro lavoro, offriamolo ai Piedi di Dio. E se arriva il fallimento, offriamo anche questo ai Piedi di Dio. Sia il successo che il fallimento sono esperienze che Dio sta vivendo dentro e attraverso di noi. Se non abbiamo questo atteggiamento, allora cercheremo di avere solamente successo con le buone o con le cattive. E questo successo può portarci a una sorta di confusione. Il successo di oggi può trasformarsi nella frustrazione di domani. Ma se offriamo i risultati di ogni nostra azione ai Piedi di Dio invece di cercare di rivendicarli come nostri, allora siamo liberi.

Domanda: Io sono vegetariano ma lavoro come addetto alla carne. Questo sta peggiorando il mio karma?

Sri Chinmoy: Se sei vegetariano e se il tuo dovere terreno richiede di lavorare in un posto dove devi maneggiare la carne, non pensare che stai peggiorando il tuo karma o stai facendo qualcosa di sbagliato. Finché non senti la necessità di mangiare carne e la tua coscienza non è nella coscienza animale aggressiva, allora non c'è danno.

A volte, lo so, c'è qualcosa chiamato obbligo. Se questo è l'unico posto dove puoi trovare un lavoro, allora dovresti farlo. Ma la tua coscienza non deve essere nella carne; la tua coscienza deve essere in qualcosa di puro e divino. Devi sapere dove rimane la tua coscienza mentre lavori. Ci sono alcune persone nella vita spirituale che non mangiano carne, ma quando vedono carne e pesce immediatamente la loro avidità e il loro desiderio vengono alla ribalta. Questo tipo di vegetarianismo è solo autoinganno. Ma se non vuoi mangiare carne e non ne senti il ​​bisogno, allora anche se tocchi la carne non ci saranno problemi.

Se sei estremamente sincero, e se senti che toccare la carne abbassa la tua coscienza, allora la tua sincera aspirazione busserà alla Porta di Dio e Dio ti darà un altro lavoro. Se Egli sente che la tua coscienza si sta abbassando toccando la carne e se stai piangendo sinceramente e stai cercando un altro lavoro, allora non ti permetterà di rimanere in questo. Ma se la tua coscienza non si abbassa, allora Dio dirà: "Non c'è nulla di male in questo."

Domanda: Come vedi il corpo fisico mentre entra nello schema delle cose?

Sri Chinmoy: Il corpo fisico è un tempio. Dobbiamo mantenere il fisico pulito e purificato e in buono stato. Altrimenti, anche se otteniamo qualcosa di alto, non saremo in grado di mantenerlo in modo permanente. Non dobbiamo scartare il fisico, ma dobbiamo cercare di mantenerlo puro e divino affinché l'anima possa lavorare. E quando l'anima viene alla ribalta, il fisico deve invitare e accettare la Luce, e diventare parte integrante della coscienza dell'anima. Solo allora il fisico può essere usato adeguatamente per la manifestazione divina.

Parte III — Domande e risposte: Università di Tulsa

Domanda: È necessario trascendere tutte le emozioni per la vita spirituale?

Sri Chinmoy: Ci sono due tipi di emozioni. Una è l'emozione vitale, che vuole possedere. Purtroppo, prima di possedere, siamo posseduti. L'altro tipo di emozione è l'emozione divina. Questa emozione non è negativa. Essa dice: "Dato che sono il figlio scelto di Dio, come posso fare questo? Come posso crogiolarmi nei piaceri dell'ignoranza? Devo lavorare per Dio, devo realizzare Dio, devo servire Dio nell'aspirante umanità." Questo è un approccio emotivo. Ma questa è un'emozione purificata. Questo tipo di emozione ci illuminerà e ci libererà. Se possiamo trascendere l'emozione vitale, legata alla terra, allora possiamo sentire la libertà, la vera libertà, la libertà infinita.

Domanda: È importante che i cercatori spirituali trascorrano del tempo gli uni con gli altri?

Sri Chinmoy: È sempre consigliabile che i cercatori si incontrino con altri cercatori, perché così saranno ispirati. Se stai con qualcuno che non aspira affatto, significa che stai costantemente lottando. È molto difficile per un cercatore, specialmente all'inizio, mantenere la sua coscienza più elevata. Non appena va da qualche parte vede subito persone che non aspirano. Anche se non parla con loro, stanno comunque diffondendo la loro vibrazione. Se un santo viene qui, immediatamente sentirai la sua vibrazione. E se arriva un ladro, subito sentirai quella vibrazione. Ma se sei un cercatore e un altro cercatore è con te, allora immediatamente la tua forza aumenta enormemente. Quindi è sempre consigliabile che i cercatori si trovino insieme in una comunità o si incontrino spesso.

Domanda: Quanti livelli di iniziazione ci sono e quante volte un Maestro inizia un discepolo?

Sri Chinmoy: Non importa su quale piano il Maestro ti inizia qui sulla terra, è più che sufficiente. Iniziazione significa che il Maestro ti insegna a nuotare. Una volta che ti insegnerà a nuotare, ti ispirerà costantemente a nuotare attraverso il mare dell'ignoranza. Non dovrà insegnarti ancora e ancora a nuotare. Quando ti ha insegnato una volta, è sufficiente. Egli ti ispirerà costantemente, ti guiderà, ti modellerà e ti formerà fino a raggiungere la tua Meta, il tuo Sé trascendentale, la tua Realtà più elevata.

Parte IV — Domande e risposte: Southern Methodist University

Domanda: Quanto pensi sia importante avere un Maestro spirituale se uno è molto desideroso di fare un rapido progresso? E poi, quanto tempo si deve stare con l'insegnante?

Sri Chinmoy: Dipende interamente da quanto sinceramente il cercatore vuole raggiungere il piano di coscienza più elevato, da quanto profondamente ha bisogno di Pace, Luce e Beatitudine. Se il suo bisogno è grande, cercherà subito di trovare qualcuno che possa essergli di aiuto. Se sente la necessità di fare il progresso più veloce, allora un insegnante è di fondamentale importanza, perché anche se è in grado di fare qualche progresso interiore da solo, può dubitare del suo successo. Se ha un'esperienza, può dubitare dell'esperienza o non conoscerne l'effettivo significato. Un insegnante è obbligato a chiarirgli le sue esperienze e ad accelerare il suo progresso interiore. Nella vita normale, un insegnante ti esamina e ti promuove o ti boccia. Ma un Maestro spirituale è più simile a un insegnante privato. Non esamina. Insegna semplicemente ai suoi studenti come superare l'esame di Dio. Un insegnante è necessario a meno che e finché non abbiamo raggiunto la nostra Meta più elevata. Nella vita normale, iniziamo la nostra scuola con la scuola materna e progrediamo verso l'università. Una volta completato il nostro corso all'università, non andiamo più a scuola. In effetti, possiamo diventare noi stessi insegnanti. Allo stesso modo, una volta raggiunto il più alto Assoluto, non abbiamo più bisogno di un Maestro.

Domanda: Come è meglio affrontare le paure e i dubbi occasionali che ci affliggono?

Sri Chinmoy: Perché abbiamo paura di qualcosa o qualcuno? Perché non abbiamo stabilito la nostra unità con quella persona o cosa. Quando un bambino sta di fronte a suo padre, suo padre sembra alto e forte come un gigante a questo bambino. Se non avesse stabilito la sua unità con suo padre, sarebbe spaventato a morte. Ma non ha paura di suo padre, perché sa che suo padre lo ama e che la forza di suo padre è tutta per il suo uso e la sua protezione. Anche nella vita spirituale abbiamo paura di qualcosa o qualcuno solo perché non abbiamo aperto le nostre ali di coscienza. Se spieghiamo le nostre ali, allora il mondo intero diventa nostro.

Per far fronte al dubbio dovremmo chiederci se otteniamo qualcosa dubitando degli altri. Se dubitiamo del successo di qualcuno fino alla fine dei nostri giorni, il nostro dubbio non toglierà nulla al suo successo. Se egli ha ottenuto qualcosa, è fatta e il nostro dubbio non può diminuirla. Ma se iniziamo a dubitare di noi stessi, questa è la nostra vera distruzione. Nel momento in cui cominciamo a dubitare delle nostre possibilità, potenzialità e capacità, non possiamo più progredire. Se ora dubiti di me e senti che non sono un cercatore sincero, pochi istanti dopo sentirai che sono un cercatore sincero e pochi istanti dopo dubiterai della tua capacità e autorità di giudicare. Ora, quando hai dubitato di me, non ho perso nulla, e quando hai avuto fiducia in me, non hai perso nulla. Ma quando hai iniziato a dubitare del tuo giudizio, hai raggiunto una situazione di stallo. Se ora non puoi accettare un Maestro con tutto il cuore, è meglio cercare di creare un'aspirazione dentro di te, in modo da poter vincere il dubbio.

Prendiamo la paura, il dubbio, il coraggio e la fede come quattro persone che bussano alla tua porta: due nemici e due amici. Poiché è la tua porta, puoi consentire ai tuoi amici di entrare, ma non ai tuoi nemici. Permetti al coraggio e alla fede di entrare, poi chiudi la porta per tenere fuori la paura e il dubbio, perché una volta che lascerai entrare i tuoi nemici, ti sfrutteranno. Cercheranno di trarre ogni vantaggio dalla tua debolezza. Sei tu che puoi accettare o rifiutare la paura e il dubbio, la fede e il coraggio. In ogni momento un cercatore deve essere consapevole e cauto su quando aprire la porta del suo cuore e la porta della sua mente.

Quando il cercatore è diventato molto avanzato e ha viaggiato molto, molto lontano, verso la sua meta, in quel momento non rifiuta la paura, non rifiuta il dubbio. Con la sua saggezza interiore, trasforma la paura in coraggio e il dubbio in fede. Quando un cercatore è sul punto di realizzarsi, quando ha la forza di volontà interiore, non vuole lasciare nessuna imperfezione sulla terra non trasformata. Sente: "Se non vinco questa paura, allora andrà a torturare i miei fratelli e sorelle più giovani, che sono i miei più cari e vicini. Lascia che la conquisti e la trasformi una volta per tutte."

Domanda: Per i principianti spirituali, sembra che sia necessario fare un compromesso tra la loro vita familiare e la loro vita spirituale. Credi che questo compromesso dovrà sempre esistere, o può essere trasceso da qualche altro tipo di relazione?

Sri Chinmoy: All'inizio, se il tuo desiderio e amore per Dio non sono intensi, se senti che puoi vivere con Dio, ma non solo con Dio; se senti che anche altri esseri umani sono necessari per la tua felicità, allora devi fare un compromesso. Altrimenti, non sarai in grado di rimanere nella vita spirituale. Ma se senti che puoi vivere solo nella Luminosità di Dio, se senti che non puoi vivere nemmeno per un secondo senza di Lui, allora vai da Lui e non pensare al compromesso. Si prenderà cura di te e si prenderà cura anche dei membri della tua famiglia.

Se Dio vuole che tu corri più veloce, in quel momento devi sapere chi ti è più caro: Dio o i membri della tua famiglia. In questo momento stai facendo un compromesso in modo che i tuoi cari e vicini possano essere felici. Ma tu sai che la tua capacità è molto limitata, mentre Colui a cui ti stai avvicinando ha una capacità illimitata. Non vuoi trascurare la tua famiglia, ma devi sapere che non hai la capacità infinita di rendere felice tua madre o tuo padre o tuo fratello o tua sorella. Cercando di compiacerli, raggiungi una sorta di compromesso. Ma se raggiungi la Sorgente con il tuo intenso anelito interiore, allora puoi chiedere al Supremo, il tuo Pilota Interiore, di assumersi la piena responsabilità per i tuoi cari e vicini. Egli ha la capacità infinita di renderli felici.

Chi si è preso cura dei tuoi cari venti o trent'anni fa, prima che tu entrassi in questa vita? E tra cinquanta o sessant'anni, quando te ne andrai da questa scena terrena, chi si prenderà cura di loro? In questo momento, ci sentiamo indispensabili. Ma quando entriamo in profondità nella vita spirituale, sentiamo che una sola persona è indispensabile, ed è Dio. Se hai disperatamente bisogno di Dio, Egli ti permetterà di andare da Lui direttamente. Ti darà la capacità di trattare con i membri della tua famiglia senza dover scendere a compromessi nella tua vita spirituale, ed Egli darà ai tuoi cari e vicini la forza di condurre la propria vita senza ostacolare il tuo progresso spirituale.

Parte V — Domande e risposte: Università del Nevada

Domanda: Come si può conoscere il Dio dentro di sé senza lasciarsi confondere dalla mente?

Sri Chinmoy: Sono felice che tu abbia compreso i limiti della mente e la confusione che crea. La nostra filosofia è la filosofia del cuore, perché il cuore accetta e diventa tutt'uno con la realtà nella sua forma originaria. Se vivi nella mente, sarai sempre confuso. In questo momento la mente accetta la realtà e l'istante successivo rifiuta la realtà come qualcosa di irreale. La mente di cui sto parlando è la mente fisica, la mente che è nel corpo fisico e che cerca costantemente soddisfazione dentro e attraverso il fisico. Ma c'è anche una mente superiore, che chiamiamo mente illuminata. Questa mente illuminata è nostra quando il cuore offre luce dall'anima alla mente, e la mente accetta la luce con devozione e anima. Ma finché la mente non sarà illuminata, nulla andrà perduto o distrutto se il cercatore tenta di separare la sua mente dall'aspirante coscienza del cuore. Per il momento il cercatore sa di avere due stanze: una è la stanza della mente, l'altra è la stanza del cuore. Sfortunatamente, nella stanza della mente non c'è luce. Se il cercatore rimane lì tutto il tempo, non c'è garanzia che un giorno sarà illuminato. Ma se il cercatore entra nella stanza del cuore e vi rimane per alcuni mesi o alcuni anni, allora il suo intero essere sarà sovraccaricato di luce. Quindi, quando è convinto che il suo essere interiore è sovraccarico di luce, può entrare nella stanza della mente con la sua luce interiore e illuminare l'oscurità là. Anche la mente deve essere illuminata all'ora giusta, ma in questo momento dobbiamo prestare tutta l'attenzione al cuore che aspira. E poiché Dio non vuole che un cercatore rimanga imperfetto in nessuna parte del suo essere, dal cuore che aspira, il cuore illuminante, dobbiamo portare la luce lentamente, costantemente e infallibilmente nella mente legata alla terra limitata, dubbiosa e sospettosa. Allora tutta la confusione scompare e la mente legata alla terra diventa la mente libera del Cielo, la mente illuminata.

Domanda: C'è un solo _Satguru_ in una stessa epoca o ce ne sono molti _Satguru_ contemporaneamente?

Sri Chinmoy: Possono esserci più di un Satguru contemporaneamente. Come a livello umano ci sono molti maestri, così ci possono essere anche molti Maestri spirituali sulla terra. Ma l'unico vero Satguru è Dio; nessun essere umano. Dico sempre ai miei discepoli che non sono io il Guru. Il vero Guru è il Supremo. I Maestri Spirituali sono i Suoi rappresentanti; rappresentano Dio per i propri figli spirituali.

Domanda: Se ci addormentiamo durante la meditazione, significa che dovremmo dormire di più la notte in modo da poter rimanere svegli?

Sri Chinmoy: Alcune persone possono dormire dodici ore a notte, ma quando arriva il momento di meditare, si addormentano comunque. Quindi devi sapere se ti addormenti durante la meditazione perché non hai dormito abbastanza o perché sei incline alla letargia. Se dormi solo tre o quattro ore, probabilmente il tuo corpo ha bisogno di dormire di più. Ma se dormi per sette o otto ore di notte e ti addormenti ancora durante la meditazione, allora vorrei dire che non è a causa della mancanza di sonno. È per mancanza di aspirazione, per mancanza di determinazione.

Domanda: Come possiamo vedere il divino in un altro essere umano quando ogni essere umano ha così tanti difetti?

Sri Chinmoy: Poiché vorresti vedere il divino negli altri, hai già percorso metà della distanza. Alcune persone non vogliono vedere il divino negli altri. Al contrario, vogliono vedere solo il non divino negli altri in modo da poter criticare e ridicolizzare. Ma quando diventi un cercatore sincero, in quel momento cerchi di vedere il divino negli altri nonostante i loro limiti. Vedendo i limiti di qualcuno, ritardiamo solo il nostro progresso. E, allo stesso tempo, non aiutiamo in alcun modo l'altro. Se troviamo difetti in qualcuno, le sue qualità non divine non scompariranno, né le nostre diminuiranno. Al contrario, le sue qualità non divine verranno alla ribalta in sua difesa, e anche il nostro orgoglio, arroganza e sentimento di superiorità verranno alla ribalta. Ma vedendo il divino in qualcuno acceleriamo il nostro progresso e aiutiamo l'altro a fondare la propria vita di realtà su qualcosa di divino.

Nella vita spirituale, dobbiamo vedere gli altri con il cuore di un amante e non con l'occhio di un critico. Ogni individuo conosce i propri limiti, ma dovrebbe comunque pensare principalmente alle sue possibilità divine e potenzialità divine. Pensando costantemente alle sue potenzialità divine, concentrando la sua attenzione sulle sue possibilità divine, è in grado di entrare nel regno della realtà appagante.

Per vedere il divino negli altri, dobbiamo amare. Dove l'amore è denso, i difetti sono sottili. Se ami davvero qualcuno, allora è difficile trovare difetti in lui. I suoi difetti sembrano trascurabili, perché l'amore significa unità. Questa unità deriva dalla nostra accettazione consapevole della sua realtà così com'è. Una madre, pur conoscendo gli innumerevoli limiti di suo figlio, non smette di amarlo, perché ha stabilito la sua unità con lui. Se c'è un'imperfezione nel bambino, la madre rivendica questa imperfezione come sua. E quando il bambino cresce, sente che le debolezze di sua madre sono le sue.

Se trovi difficile amare l'umano in qualcuno, allora ama il divino in lui. Il divino in lui è Dio. Solo perché sei un cercatore, sai che Dio esiste in quella persona proprio come Dio esiste nella tua vita. Anche se è difficile amare l'umano in quanto tale, per te amare Dio è estremamente facile perché sai che Dio è divino e perfetto. Quindi, ogni volta che guardi un individuo, se puoi diventare coscientemente consapevole dell'esistenza di Dio in lui, allora non puoi essere coscientemente disturbato dalle sue imperfezioni o limitazioni.

Parte VI — Domande e risposte: Stanford University

Domanda: Ho sentito dire che quando si accetta un sentiero spirituale, c'è un punto in cui bisogna arrendersi a un Guru che è più alto di sé. Ma ho anche sentito dire che bisogna costantemente mettere in discussione i suoi insegnamenti e ascoltare la propria voce interiore. Queste due ingiunzioni sembrano in conflitto.

Sri Chinmoy: Prima di tutto, devi sapere che se uno si prende la briga di trovare un Guru, allora deve ascoltare il suo Guru per tutto il tempo. È meglio non accettare un Guru se non si possono accettare i suoi insegnamenti, perché le parole di un vero Maestro spirituale sono direttamente ispirate dal Supremo. Un essere umano può essere il capo di poche centinaia o poche migliaia o qualche milione di persone. Ma il vero Guru, il Guru dentro di lui, è Dio.

Quando accetti un Maestro spirituale come tuo Maestro, è perché è più illuminato di te. Come ho detto durante il mio discorso, devi ascoltare la tua parte superiore. In questo momento la tua mente è superiore al tuo fisico o vitale. Quando la mente ti chiede di fare qualcosa, il fisico e il vitale in te obbediscono. Ma ancora una volta, il cuore è superiore alla mente, perché la mente dubita e sospetta, mentre il cuore riceve illuminazione dall'anima. Allo stesso modo, il Maestro spirituale, se è veramente illuminato, è la parte più elevata del cercatore. Non è una persona diversa. Così come la mente deve ascoltare il cuore, che è la sua parte più illuminata, affinché il cercatore possa fare progresso spirituale, così anche il cercatore deve ascoltare il suo Guru, la cui illuminazione è quella della totale unità con il Supremo. Non dovrebbe esserci alcun senso di separazione quando il discepolo ascolta il suo Guru, perché la parte non illuminata di lui sta ascoltando la parte illuminata.

In materia di resa, non ci arrendiamo a qualcun altro. Stiamo solo rispettando i dettami dell'anima di una parte di noi che è già illuminata. Non stiamo ascoltando qualcun altro; è la nostra parte più elevata. Come principianti, non possiamo rimanere costantemente in contatto con la nostra parte superiore. Ma se sappiamo che c'è qualcuno che rappresenta e incarna l'Altissimo, possiamo provare ad ascoltarlo. Quando le mie gambe ascoltano la mia mente, non sento che sia al di sotto della dignità delle mie gambe farlo. So che la mia testa e le mie gambe fanno parte dello stesso corpo. Il Maestro spirituale e i suoi discepoli sono in questo senso inseparabilmente uno.

La mente interrogativa non potrà mai realizzare l'Altissimo; solo il cuore che aspira può realizzare la Verità. Se vuoi la Luce, allora devi avere una fede implicita. Fede in chi? Fede in te stesso, fede in Dio e fede in colui che scegli come guida o leader. Una volta raggiunta la Meta più elevata, non avrai bisogno di una guida. In quel momento, tu e la Meta siete insieme. Ma se inizi a mettere in dubbio la tua sincerità, o la sincerità e la capacità del tuo Guru, o l'esistenza della Meta stessa, allora non ci arriverai mai. Se vuoi veramente seguire la vita spirituale, devi avere una fede implicita in te stesso, nel tuo Maestro e in Dio. Solo allora puoi fare il progresso più veloce.

Domanda: Come si inizia il sentiero spirituale?

Sri Chinmoy: Se vuoi seguire un sentiero spirituale specifico, hai bisogno di ispirazione per iniziare. Questa ispirazione la puoi ottenere dai libri spirituali, preferibilmente quelli scritti dai veri Maestri spirituali. Se non trai adeguata ispirazione dai libri, o se i libri non ti soddisfano, dovresti incontrarti con i discepoli dei Maestri spirituali. Se ti associ a cercatori che hanno già trovato un sentiero, otterrai ispirazione, incoraggiamento e sicurezza. Poi devi andare da un insegnante. Il Maestro e il sentiero sono tutt'uno. Se segui un sentiero specifico, naturalmente ci sarà un Maestro per quel sentiero. Ci sono molti insegnanti e sentieri, ma devi fare una scelta. L'insegnante che ti dà la gioia più grande è addatto a te.

Domanda: Perché parli sempre di Dio in termini maschili?

Sri Chinmoy: Dio è sia maschile che femminile. Il Cristo ha sempre chiamato Dio Padre, quindi il termine "Padre" è più comunemente usato nel mondo occidentale. In Oriente si parla molto spesso della Dea Suprema. Ma quando sono con gli occidentali, uso il termine che vi è più familiare, perché sento che sarà più facile per me condividere le mie esperienze con voi in quel modo. Tuttavia, Dio è sia maschile che femminile. Di nuovo, Dio non è né maschile né femminile, ma trascendentale. Egli è ciò che è eternamente: Egli è la Sua Visione ed è la Sua Realtà. Questa Realtà incarna sia il maschile che il femminile e li trascende entrambi.

Domanda: Qual è la natura e lo scopo dell'anima?

Sri Chinmoy: Ogni anima è un rappresentante diretto di Dio. Dio è uno, eppure vuole sperimentare Se stesso o godere di Se stesso divinamente e sommamente in forme infinite. Quando entriamo nel mondo, aspiriamo a realizzare l'Altissimo. Ci sono molti mondi, ma la scoperta di Dio o la scoperta di Sé può avvenire solo qui sulla terra. Per raggiungere l'Altissimo, l'Assoluto, dobbiamo venire qui, sulla Madre Terra. L'anima, l'uccello interiore, viene qui per adempiere alla promessa che ha fatto all'Assoluto nel più alto piano di coscienza - diciamo, in Paradiso. Ogni anima deve manifestare la Luce qui sulla terra in un modo specifico. La natura è il campo. Un agricoltore ha bisogno di un campo per coltivare. Quindi l'anima viene alla Madre Terra e coltiva Luce, Pace, Beatitudine e Delizia nella manifestazione fisica. L'anima è come un contadino divino. Il corpo è un campo, il vitale è un campo, la mente è un campo e il cuore è un campo. In ogni campo l'agricoltore divino coltiva, e da ogni campo si aspetta un raccolto eccezionale di realizzazione. Quando la coscienza corporea o il corpo come campo diventa fertile, e quando il vitale, la mente e il cuore diventano fertili, l'anima realizza la sua promessa a Dio e manifesta la divinità sulla terra. È attraverso la rivelazione della Luce dell'anima che il Supremo Trascendentale si manifesta. Quindi l'anima e la natura vanno insieme. Uno è il contadino divino e l'altro è il terreno per la coltivazione.

Domanda: Il Cristo era un Avatar?

Sri Chinmoy: Sulla base della mia più alta realizzazione desidero dire che il Cristo era, è e sarà sempre un Avatar. Avatar significa il rappresentante diretto di Dio — Dio in forma umana. Un Avatar incarna la Visione e la Realtà di Dio allo stesso tempo. Con lui, Visione e Realtà vanno insieme. Il Cristo, Sri Krishna, il Buddha, Sri Ramakrishna, provenivano tutti dalla stessa Fonte, ma avevano nomi diversi. In questo momento Lo chiamo Krishna perché mi piace la forma di Krishna; un attimo dopo mi piace la forma del Buddha e Lo chiamo il Buddha; e poi posso chiamarLo Ramakrishna o Cristo. Ma sono tutti eternamente tutt'uno.

Parte VII — Domande e risposte: Portland State University

Domanda: C'è differenza tra il sonno e la meditazione?

Sri Chinmoy: Sì, c'è la più grande differenza possibile tra il sonno e la meditazione. In un certo senso le persone comuni dormono sempre finché sono nell'ignoranza. Anche quando stanno lavorando o corrono fisicamente, a meno che e finché non sono spiritualmente risvegliati, sono profondamente addormentati. Dal punto di vista spirituale, chi non aspira dorme profondamente.

Il sonno fisico è necessario, perché il corpo ha bisogno di riposo. Ogni giorno il cercatore esce nel campo di battaglia della vita e combatte contro la paura, il dubbio, l'ansia, la gelosia e altre forze non divine, quindi ha bisogno di riposo. Quando il corpo è stanco ed esausto, ha bisogno di dormire. Ma dobbiamo sapere se il nostro desiderio di dormire è la necessità del corpo o la necessità della vita di piacere, se è il bisogno del corpo o semplicemente la sua richiesta. Se il corpo ha lavorato molto duramente, allora sicuramente il corpo merita riposo. Ma se il corpo richiede dieci o dodici ore di sonno, a meno che non siamo malati, stiamo solo facendo amicizia con l'inerzia, la letargia, l'ignoranza e la morte.

Quando ci concediamo una quantità eccessiva di sonno, non creiamo nulla; aggiungiamo semplicemente il nostro contributo all'ignoranza, alla capacità di morte. A causa della letargia e del nostro amore per l'ozio, se ci crogioliamo nei piaceri dell'ignoranza, allora il tempo che offriamo per dormire, non siamo in grado di offrirlo a Dio. Il tempo non ci aspetta. Il tempo arriva a noi e possiamo usarlo per pregare o meditare o per riposarci. Ma quando abbiamo stabilito la pace interiore, diminuiamo il nostro bisogno di dormire, perché la pace stessa è riposo. Possiamo dormire solo due ore o non dormire affatto per giorni e notti. Per il principiante è consigliabile dormire per sette ore; ma otto, nove o dieci ore sono troppe.

I grandi Maestri spirituali hanno un diverso tipo di sonno. Si chiama Yoga-nidra. A causa della loro realizzazione, sono costantemente tutt'uno con l'anima. Quando dormono, gli altri possono vedere e sentire che sono profondamente addormentati, ma le loro anime sono tutte vigili. Questi Maestri possono russare e i loro corpi possono essere totalmente inerti, ma in quel momento hanno separato il corpo dall'anima e sono diventati inseparabilmente una sola cosa con l'anima. Consentono al corpo di riposarsi perché ha lavorato sodo e ha bisogno e merita riposo, ma sanno che non sono addormentati, la loro coscienza non è addormentata. La loro vera realtà, che è la realtà dell'anima, è assolutamente vigile. L'anima medita nel modo più potente. Per i normali cercatori questo non è possibile. Questo sonno senza sogni, che si trova in uno stato di coscienza molto elevato, è sperimentato solo da cercatori sul punto di realizzarsi o effettivamente realizzati. Questo tipo di sonno è inseparabile dalla meditazione. Ma normalmente, il sonno è sonno e la meditazione è meditazione. Se è al di là del necessario, il sonno è amicizia con l'ignoranza. La meditazione è sempre amicizia con l'illuminazione.

Domanda: Potresti dirci cos'è Cristo?

Sri Chinmoy: Cristo è la Coscienza Infinita, la Realtà Eterna. Cristo come uomo fisico, figlio di un falegname, rimase sulla terra per trentatré anni. Ma se abbiamo a cuore lo spirituale, il divino, l'immortale, allora diremo che Cristo è infinito, eterno, immortale. Duemila anni fa Cristo venne in forma fisica, ma anche ora è con noi in forma spirituale e rimarrà eternamente con noi. Per i cercatori spirituali Egli è sempre nei loro cuori. Per le persone comuni, anche se viene e si mette di fronte a loro, comunque dubiteranno di Lui e sospetteranno di Lui.

Domanda: Perché è così difficile unire il proprio lavoro mondano con la vita spirituale?

Sri Chinmoy: La difficoltà è che non cerchiamo veramente di seguire la vita spirituale. Nel momento in cui ci alziamo la mattina, pensiamo alla nostra scuola, al nostro ufficio, ai nostri problemi familiari e ai nostri doveri terreni. Non facciamo la cosa prioritaria per prima. Non pensiamo a Dio. Consciamente o inconsciamente dimentichiamo l'esistenza di Dio, ma non dimentichiamo mai l'esistenza dell'uomo. Dio non esiste nella nostra mente; ciò che esiste nella nostra mente è solo l'uomo. Naturalmente non possiamo combinare i due. Se Dio avesse la precedenza nella nostra mente al mattino presto, prima che l'umanità entri in scena, allora potremmo combinarli. Ma non abbiamo invitato il nostro Eterno Amico ad entrare nella nostra stanza e stare con noi; abbiamo invitato solo l'uomo. Quando non invitiamo il nostro primo e più importante Amico, naturalmente non possiamo presentarGli l'altro nostro amico. Vogliamo dire a Dio: "Questo è il mio amico uomo," e vogliamo dire all'uomo: "Questo è il mio amico Dio." Ma uno degli amici è scomparso. Quindi dobbiamo assicurarci di invitare entrambi gli amici. Ma ancora una volta, saremo saggi se sapremo quale dei due amici ha più capacità di compiacerci e dovrebbe venire per primo. Prima di invitare il mondo in generale, prima di invitare l'umanità nella nostra mente e nel nostro cuore, invitiamo Dio, nostro Eterno Amico. Se viene e sentiamo la sua presenza nel nostro cuore, allora possiamo facilmente combinare sia il mondo esterno che il mondo interiore.

Domanda: Come si dovrebbe meditare?

Sri Chinmoy: Dipende interamente dall'individuo. Qualcuno può trovare più facile meditare all'interno della mente; qualcun altro trova molto facile meditare nel cuore, o meditare su un fiore o una candela, o meditare guardando il vasto cielo o l'oceano blu. Se hai un Maestro, puoi meditare sull'immagine del tuo Maestro. Qualunque forma di meditazione ti dia la massima gioia o il massimo senso di soddisfazione è la migliore forma di meditazione per te.

Parte VIII — Domande e risposte: North Idaho Junior College

Domanda: Quando un discepolo medita su di te o sulla tua fotografia, quanto sente effettivamente la tua presenza?

Sri Chinmoy: Dipende dall'aspirazione del discepolo. Se il discepolo medita nel modo più devoto, più profondo, allora è destinato a sentire fortemente la mia presenza interiore. O mi sentirà nel suo cuore, o sentirà la sua stessa esistenza nel mio cuore, o entrambe le cose. Ma per poter meditare con l'anima, il cercatore deve meditare quotidianamente, con amore, gioia e sollecitudine per il proprio progresso e per la manifestazione divina del suo Maestro.

Noi non mangiamo il cibo più delizioso ogni giorno. Un giorno mangiamo cibo delizioso e poi, per una settimana, il cibo che mangiamo può essere abbastanza modesto. Allo stesso modo, un giorno un discepolo può sentire fortemente la presenza del suo Maestro, e poi per alcuni giorni potrebbe non farlo. Nessuno può diventare un esperto tutto in una volta. Tutti hanno bisogno di pratica. All'inizio potrebbe non essere possibile per un cercatore sentire la presenza del Maestro ogni giorno, ma arriva un momento in cui è obbligato a sentire la presenza del Maestro dentro di sé, non solo durante il tempo della sua meditazione, ma anche durante la sua molteplici attività.

Come si diventa un cercatore sincero, devoto e genuino? Lo si fa sentendo in ogni pensiero, in ogni azione, che il proprio Maestro è in lui e per lui. Naturalmente, quando il discepolo sente costantemente la presenza del suo Maestro, il Maestro sentirà il pianto interiore cosciente e costante del discepolo, che si chiama aspirazione.

Domanda: Qual è la Volontà del Supremo?

Sri Chinmoy: La Volontà del Supremo è fare di ognuno di noi il Suo strumento perfetto. In questo momento siamo tutti strumenti imperfetti, ma la sua Volontà è di renderci perfetti affinché si manifesti in noi e attraverso di noi nel modo più perfetto. La perfetta perfezione non è ancora sorta sulla terra, ma la sua Volontà è di rendere perfetti tutti nella Sua creazione. Nella Sua Visione vide la perfezione, ma nella Sua manifestazione, la perfezione è ancora lontana. Quindi, la Sua Volontà è manifestare la perfezione nella coscienza terrestre.

Domanda: Come possiamo raggiungere la pace nella nostra vita esteriore?

Sri Chinmoy: Possiamo raggiungere la pace nella nostra vita esteriore purché facciamo la cosa prioritaria per prima. Al mattino presto, prima di entrare nel trambusto della vita, se meditiamo per dieci o quindici minuti, allora la pace entrerà in noi. Se portiamo avanti le nostre qualità divine di aspirazione, dedizione, amore, devozione e resa alla Volontà di Dio, esse sono destinate a far scendere la pace dall'Alto. Queste qualità sono come amici divini, amici eterni dentro di noi; sono più che desiderosi di essere di servizio. Se li invochiamo al mattino presto prima di uscire di casa, allora usciremo in pace. Ma se non sentiamo il bisogno cosciente della pace e non la invochiamo, perché la pace dovrebbe venire da noi? A meno che e finché non la invochiamo, la pace rimarrà nel suo mondo. Il potere della pace è simile al potere del denaro. Se mettiamo i soldi in tasca la mattina presto, possiamo comprare cose tutto il giorno. Allo stesso modo, se meditiamo la mattina presto per la pace, e la pace discende, allora quando entriamo nel mondo pazzo e folle, siamo sovraccarichi, inondati di pace che possiamo utilizzare tutto il giorno. La pace stessa è potere adamantino. Se siamo potenti e forti, l'inquietudine del mondo non può torturarci. Ma se siamo deboli e manchiamo di pace interiore, naturalmente saremo sopraffatti dall'irrequietezza e dalle qualità non divine del mondo.

Parte IX — Domande e risposte: Università del Montana

Domanda: Qual è la differenza tra vedere Dio e realizzare Dio?

Sri Chinmoy: C'è una grande differenza tra vedere Dio e realizzarLo. Quando vediamo Dio, possiamo vederLo come individuo o come oggetto o come qualcos'altro. Ma non Lo incarniamo consapevolmente e continuamente e non sentiamo che è nostro. Quando vediamo Dio, è come vedere un albero. In quel momento non incarniamo consapevolmente la coscienza dell'albero. E poiché non Lo incarniamo, non possiamo rivelarLo o manifestarLo. Ma quando realizziamo qualcosa, in quel momento esso diventa parte integrante della nostra vita. Possiamo vedere un fiore, ma quando realizziamo il fiore diventiamo effettivamente tutt'uno con la coscienza del fiore. Quando vediamo semplicemente qualcosa, non possiamo rivendicarlo come nostro, e anche quella particolare cosa non ci rivendicherà. Il vedere è sul piano fisico, mentre la realizzazione è sul piano interiore. Il vedere non dura, mentre il realizzare rimane con noi. Se vediamo qualcosa, la visione può durare per poco tempo; ma quando realizziamo qualcosa, questa conoscenza dura per sempre. Nella vita spirituale diciamo sempre che c'è una grande differenza tra esperienza e realizzazione. L'esperienza è qualcosa che dura poche ore o pochi giorni o mesi o anni; ma non dura per sempre. L'esperienza entra nella nostra vita ma non fa e non può fare la sua dimora permanente dentro di noi. Ma una volta che abbiamo la realizzazione, diventa parte integrante della nostra vita e dura per l'Eternità.

Domanda: Potresti per favore parlare di attaccamento e distacco in amore?

Sri Chinmoy: L'amore umano è attaccamento; l'amore divino è distacco. Perché l'amore umano è attaccamento? Perché l'amore umano richiede costantemente. L'amore umano vuole possedere ed essere posseduto; altrimenti non è soddisfatto. Ma anche quando siamo posseduti o quando possediamo, non c'è soddisfazione, perché vediamo i limiti nell'altro e i limiti nel nostro essere. Quando vediamo limitazioni in noi stessi o negli altri non siamo soddisfatti, perché l'anima in noi non può mai essere soddisfatta dell'imperfezione. Vuole illuminazione e perfezione costanti.

Quando amiamo divinamente, non siamo attaccati a nessuno. Ci preoccupiamo solo dell'espansione della nostra coscienza e della coscienza degli altri. Riteniamo che non sia giusto vincolarli. Legando un individuo non realizziamo nulla. Quando amiamo veramente, sentiamo che dovremmo espandere la nostra coscienza nell'Infinito e dovremmo permettere e aiutare coloro con cui siamo strettamente connessi ad espandere anche la loro coscienza. L'amore divino è il canto dell'espansione. Cerchiamo costantemente di espandere la nostra realtà e aiutare gli altri ad espandere la loro realtà. E mentre ci stiamo espandendo un giorno, nell'Ora scelta da Dio, diventeremo tutt'uno con la Sua Coscienza universale, la Sua Coscienza trascendentale.

L'attaccamento è nel corpo; il distacco è nell'anima. Se viviamo nella coscienza del corpo, saremo sempre attaccati alle persone e agli oggetti che ci circondano. Ma se viviamo nella coscienza dell'anima, cercheremo di illuminare le cose in noi che devono essere illuminate, cercheremo di perfezionare le cose in noi che devono essere perfezionate e di manifestare le cose che devono essere manifestate pienamente qui sulla terra per lo scopo di Dio.

Domanda: Come si può realizzare Dio?

Sri Chinmoy: Se si vuole imparare la storia o la geografia, si studiano queste materie. Allo stesso modo, per realizzare Dio è necessario lo studio interiore. Questo studio interiore lo chiamiamo aspirazione. Nel campo dell'aspirazione ci sono tre importanti amici o guide: concentrazione, meditazione e contemplazione. Quando pratichiamo queste discipline con sincerità e devozione, esse ci portano inevitabilmente alla realizzazione di Dio.

Domanda: Come affrontiamo le emozioni negative come rabbia, gelosia e paura?

Sri Chinmoy: A volte le persone sentono che più pensano alle loro qualità negative, più ne sono consapevoli, prima riusciranno a liberarsene. Sfortunatamente, non è vero. Nella vita spirituale, più pensiamo alle nostre qualità negative, più esse dominano su di noi e più ne siamo catturati. Quello che dobbiamo fare è vedere se c'è qualcosa in noi che possiamo invocare per risolvere i nostri problemi.

Supponiamo di essere costantemente in balia della rabbia. Ora, se possiamo stabilire la pace nel nostro essere, non avremo rabbia. Come riusciamo a farlo? Non pensiamo affatto alla rabbia; preghiamo e meditiamo solo per la pace. La natura stessa della pace è quella di diffondersi. Quando la pace spiega le sue ali all'interno del nostro essere, la nostra rabbia è destinata a trasformarsi perché subisce l'influenza della pace.

Supponiamo di essere assaliti dalla gelosia. Siamo gelosi degli altri perché non abbiamo stabilito la nostra unità con loro. Ma, per esempio, se lancio il peso con la mano destra, la mia mano sinistra non sarà gelosa anche se non sarà in grado di tirare così lontano. La mia mano sinistra e la mia destra hanno stabilito la loro unità. Quando una parte del mio corpo fa qualcosa, l'altra parte non si sente infelice, perché ognuna sa che appartiene allo stesso corpo e che l'intero corpo è la sua realtà. Quando lavoro con la mia mente, i miei piedi non si sentono infelici, perché hanno stabilito la loro unità con la mia mente. Anche nella vita spirituale, quando stabiliamo l'unità con la Sorgente, che è Dio, allora non siamo gelosi di nessuno. Se sentiamo che la nostra realtà è Dio, allora ogni individuo è come un arto del nostro corpo spirituale cosciente, dedicato e devoto. Se sono tutte membra del mio corpo, allora sono parte integrante della mia esistenza. Allora come posso essere geloso di loro? Quindi, se preghiamo per l'unità inseparabile con la Sorgente, il problema della gelosia sarà facilmente risolto, perché Dio è la radice, l'albero e i rami. La gelosia può essere superata solo dal nostro costante sentimento di unità con gli altri. A meno che e finché non abbiamo realizzato gli altri come nostri, li chiamiamo personalità diverse, individualità diverse. Ma se possiamo vederli e sentirli dentro di noi come membri della nostra famiglia più ampia, la gelosia scomparirà dalla nostra vita di aspirazione.

Allo stesso modo, con tutte le altre qualità non divine, il modo migliore per affrontarle è invocare le qualità divine che le illumineranno e le trasformeranno.

Parte X — Domande e risposte: Università del Colorado

Domanda: Potresti per favore parlarci del tuo sentiero verso la realizzazione di Dio?

Sri Chinmoy: Il nostro sentiero è il sentiero dell'amore, della devozione e della resa. Riteniamo che se possiamo amare Dio veramente e profondamente, saremo in grado di correre a Dio più velocemente. Sentiamo che se amiamo Dio in modo sincero e profondo, vorremo dedicare la nostra vita a Lui, per compiacerLo e soddisfarLo. Infine, sentiamo che dobbiamo arrendere la nostra volontà umana alla Volontà di Dio consapevolmente e incondizionatamente. Sentiamo che se arrendiamo la nostra volontà a Dio, allora saremo in grado di realizzarlo a Modo Suo. Se vogliamo realizzare Dio a modo nostro, dovremo accontentarci solo di un briciolo della Realtà divina. Ma se vogliamo realizzare Dio nel Modo di Dio e nell'Ora da Lui scelta, allora Egli ci inonderà della Sua Infinità, Eternità e Immortalità.

Amore, devozione, resa: questo è il nostro sentiero. Amore divino, devozione divina e resa divina. L'amore umano, lo sappiamo, finisce con la frustrazione, e all'interno della frustrazione ciò che si profila è la distruzione. La devozione umana è attaccamento. Come con l'amore umano, con la devozione umana cerchiamo di possedere e siamo posseduti. In questo canto di possesso, non proviamo alcun senso di soddisfazione. Ma quando ci dedichiamo al Supremo, al Pilota Interiore, proviamo una soddisfazione sconfinata. Quando qualcuno dedica la sua vita a un essere umano comune, un essere imperfetto si sta dedicando a un altro essere imperfetto. E due esseri imperfetti, quando si uniscono, non possono formare un essere perfetto. Quindi cerchiamo invece di offrire la nostra devozione a Colui che è Perfetto, Dio, e da Lui ci aspettiamo la perfezione attraverso il nostro servizio dedicato e devoto.

Anche la resa divina è totalmente diversa dalla resa umana. Uno schiavo si arrende al suo padrone sotto costrizione, perché è alla mercé del suo padrone. Ma nella vita spirituale, quando ci sottomettiamo a Dio, non è lo stesso tipo di resa. Ci sentiamo una piccola goccia che entra nel vasto oceano. Quando la minuscola goccia, la coscienza individuale, entra nel vasto oceano della Coscienza infinita, non perde la sua individualità o personalità. Piuttosto, cresce nell'Individualità e nella Personalità infinite.

Chi è Dio, dopo tutto? Dio non è una terza persona. Dio è la nostra parte più elevata e più illuminata. Un vero cercatore può sentire che non c'è differenza tra la sua esistenza e l'esistenza di Dio. È solo che l'esistenza di Dio è la sua esistenza più illuminata, mentre la sua esistenza personale si sta ancora crogiolando nei piaceri dell'ignoranza. Quando si arrende, si arrende consapevolmente, con tutta l'anima e incondizionatamente al suo Sé più elevato e più illuminato, in modo che il suo Sé più elevato possa modellarlo, plasmarlo e guidarlo secondo la Sua Visione trascendentale.

Domanda: Come si arrende una persona? Cosa fa una persona per ottenere la resa divina?

Sri Chinmoy: Sappiamo tutti che ci si aspetta che un essere umano lavori sul piano fisico. Questo tipo di lavoro è evidente. Lavoriamo anche sul piano mentale e sul piano psichico, ma questo lavoro non è così evidente. Ora, quando lavoriamo sul piano fisico, ci aspettiamo subito qualche risultato. Questo risultato assume la forma di un successo o di un fallimento. Se possiamo offrire il risultato del nostro lavoro ai Piedi del Supremo, questa è resa divina. Quando ci immergiamo nel profondo, vediamo che non siamo noi colui che agisce. Dio stesso è Colui che agisce, così come l'azione e il suo frutto. Quando arriva il successo, se lo prendiamo come un'esperienza, e quando arriva il fallimento, se lo prendiamo come un'altra esperienza, allora non saremo disturbati dal fallimento e non permetteremo all'orgoglio di entrare nel nostro cuore a causa del successo. È nella nostra azione dedicata e nella resa delle nostre conquiste alla Volontà onnisciente, onnipresente e amorevole di Dio che risiede la resa divina.

Domanda: Nel più alto stato di samadhi, quando guardi gli altri esseri umani, che tipo di coscienza senti in loro?

Sri Chinmoy: Quando si è nel più alto samadhi trascendentale, la personalità fisica degli altri scompare. Non vediamo gli altri come esseri umani. Vediamo solo un flusso di coscienza, come un fiume che sta entrando nell'oceano. Colui che è nella trance più alta diventa l'oceano. E colui che è in uno stato di coscienza inferiore è il fiume. Il fiume sfocia nel mare e diventa tutt'uno con il mare. Ma non c'è individualità, nessuna personalità che colui che sta godendo del più alto samadhi nota nell'altro. Un essere umano che non è in questo stato di samadhi è un fiume che scorre di coscienza, mentre colui che è in samadhi è diventato il mare stesso, il mare della Pace e della Luce.

Domanda: Se Dio è l'unico ad agire, qual è il ruolo del libero arbitrio dell'uomo?

Sri Chinmoy: Dio è colui che agisce, ma il nostro libero arbitrio deve essere unito alla Volontà di Dio. Il libero arbitrio è la luce della coscienza della nostra anima. Possiamo usare la luce dell'anima per la manifestazione di Dio, o possiamo non usarla affatto. Se non la usiamo, allora la parte aggressiva del vitale o il letargo del fisico o il dubbio della mente entrano in scena e ci catturano. Dio fa tutto attraverso l'anima, che è la sua diretta rappresentante. Dio è il sole e l'anima è come una lampada. Questa lampada incarna e rappresenta il sole qui sulla terra. Ma di solito non rimaniamo nella luce dell'anima e non ne approfittiamo appieno, così il nostro libero arbitrio prende la forma di movimenti vitali inferiori, il nostro libero arbitrio diventa la nostra amicizia con la letargia, la nostra amicizia con la mente dubbiosa, la nostra unità con il cuore di insicurezza. Il nostro libero arbitrio decide che il corpo, il vitale e la mente hanno abbastanza luce per guidarci, o ci dice che siamo impotenti senza la guida del nostro Signore Supremo.

Domanda: Perché un cercatore deve amare Dio?

Sri Chinmoy: Un cercatore non è obbligato ad amare nessuno, nemmeno Dio. L'amore di un cercatore è sempre spontaneo; viene dagli intimi recessi del suo cuore. Nel cuore tutto è spontaneo. Nella mente, l'amore è qualcosa che forziamo, e anche nel vitale, a volte, lo forziamo. Ma nel cuore che aspira, l'amore che vediamo e sentiamo per Dio e per l'aspirante umanità è spontaneo. Non possiamo separare la coscienza del cuore o la coscienza psichica dalla spontaneità. Non possiamo dire che un cercatore deve amare Dio, ma possiamo facilmente dire che un sincero, genuino cercatore amerà Dio, perché Dio stesso è tutto Amore.

> Perdono > Perdono significa libertà della mente, beatitudine del cuore, unità dell'anima.

Prefazione dell'editore alla prima edizione

Le dieci conferenze di questo libro fanno parte di un tour in cinquanta stati che Sri Chinmoy fu invitato a tenere nel 1974. I discorsi di questa quarta serie furono tenuti nel marzo e nell'aprile del 1974. Le domande in questo libro furono poste a Sri Chinmoy da studenti delle università dove ha parlato.

From:Sri Chinmoy,Cinquanta Battelli-Libertà verso una Sponda d'Oro, parte 4, Agni Press, 1974
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