Nel finito ci sarà sempre sofferenza perché cerchiamo di competere, di afferrare, di possedere. Ma nell'Infinito non c'è sofferenza perché entriamo nella Coscienza universale. Là la nostra volontà e la Volontà universale sono la stessa cosa. La nostra stessa volontà diventa totalmente ed inseparabilmente una con ciò che la Volontà universale esige dalla terra, e non c'è sofferenza. Ma proprio ora stiamo cercando di soddisfare il mondo con la nostra coscienza limitata, e il mondo vuole anche soddisfare noi con la sua coscienza limitata. Stiamo limitando gli altri e noi stessi siamo limitati. La nostra esperienza principale in questo mondo è l'esperienza della limitazione, ed è per questo che soffriamo.
Dal punto di vista più elevato, Dio incarna sia la coscienza limitata che quella illimitata. È il più piccolo insetto e allo stesso tempo è il cosmo smisurato. È più piccolo del più piccolo e più grande del più grande. Anor aniyan mahato mahiyan ... È più lontano del più lontano e più vicino del più vicino. È più vicino del più vicino per chi? Per il cercatore. È più lontano del più lontano per chi? Per il non cercatore. Per coloro che si crogiolano nei piaceri dell'ignoranza, Dio è più lontano del più lontano. Naturalmente quegli individui soffrono. Ma Dio è più vicino del più vicino per i cercatori. Quando un cercatore prega Dio e medita su Dio, sente di essere il figlio più caro di Dio. Quando prega Dio, sente che Dio l'Onnisciente è lì e lo ascolta. Quando medita su Dio, sente che Dio gli sta parlando e lui sta ascoltando Dio. Se sta ascoltando Dio e Dio sta ascoltando lui, non può esserci sofferenza. Questa verità è ciò che il cercatore impara dalla sua vita spirituale. Ma se uno non aspira, deve rimanere tutto il tempo in una coscienza limitata. Naturalmente, nella coscienza limitata, c'è molta sofferenza.From:Sri Chinmoy,Cinquanta Battelli-Libertà verso una Sponda d'Oro, parte 6, Agni Press, 1975
Sourced from https://it.srichinmoylibrary.com/ffb_6