Domanda: Perché è così difficile unire il proprio lavoro mondano con la vita spirituale?
Sri Chinmoy: La difficoltà è che non cerchiamo veramente di seguire la vita spirituale. Nel momento in cui ci alziamo la mattina, pensiamo alla nostra scuola, al nostro ufficio, ai nostri problemi familiari e ai nostri doveri terreni. Non facciamo la cosa prioritaria per prima. Non pensiamo a Dio. Consciamente o inconsciamente dimentichiamo l'esistenza di Dio, ma non dimentichiamo mai l'esistenza dell'uomo. Dio non esiste nella nostra mente; ciò che esiste nella nostra mente è solo l'uomo. Naturalmente non possiamo combinare i due. Se Dio avesse la precedenza nella nostra mente al mattino presto, prima che l'umanità entri in scena, allora potremmo combinarli. Ma non abbiamo invitato il nostro Eterno Amico ad entrare nella nostra stanza e stare con noi; abbiamo invitato solo l'uomo. Quando non invitiamo il nostro primo e più importante Amico, naturalmente non possiamo presentarGli l'altro nostro amico. Vogliamo dire a Dio: "Questo è il mio amico uomo," e vogliamo dire all'uomo: "Questo è il mio amico Dio." Ma uno degli amici è scomparso. Quindi dobbiamo assicurarci di invitare entrambi gli amici. Ma ancora una volta, saremo saggi se sapremo quale dei due amici ha più capacità di compiacerci e dovrebbe venire per primo. Prima di invitare il mondo in generale, prima di invitare l'umanità nella nostra mente e nel nostro cuore, invitiamo Dio, nostro Eterno Amico. Se viene e sentiamo la sua presenza nel nostro cuore, allora possiamo facilmente combinare sia il mondo esterno che il mondo interiore.
From:Sri Chinmoy,Cinquanta Battelli-Libertà verso una Sponda d'Oro, parte 4, Agni Press, 1974
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