Nelle nostre scritture indiane c'è un famoso detto: "Madre e Patria sono di gran lunga superiori al Cielo stesso." Eccoci alla presenza delle nostre gentili e amorevoli madri.
Un eminente scrittore inglese una volta scrisse: "Come tutti sappiamo, Dio non poteva essere ovunque; ecco perché Dio ha creato le madri." Quando avevo sei o sette anni ho letto questo in bengalese ed ero felicissimo. Ma all'età di dodici anni, quando ho perso la mia madre fisica, ho dato molto più valore a questa nobile affermazione. Nel mio caso Dio, per la Sua infinita Grazia, ha riversato le Sue migliori benedizioni sul mio cuore arreso; quindi, ora sono in grado di contattare mia madre in Paradiso. Solo mezz'ora fa mia madre è venuta da me nella mia stanza con un messaggio speciale dal Cielo. Ad alcuni di voi questo può sembrare ridicolo e assurdo, ma le mie studentesse, che sono le vostre care e amorevoli figlie, crederanno a quello che sto dicendo.
Cielo e terra sono come due stanze. In un momento possiamo essere in una stanza, la terra, e il momento successivo possiamo andare consapevolmente nell'altra stanza, il Paradiso. Quando preghiamo Dio e meditiamo su Dio, queste cose non solo sono possibili e praticabili, ma inevitabili. Per Sua infinita Gentilezza, Dio mi ha dato la capacità di avere libero accesso a entrambe le stanze.
Tengo discorsi in vari luoghi per offrire luce a molti cercatori e aumentare la loro aspirazione. Ma oggi non sono venuto qui per offrire luce alle mie madri americane. Come figlio, vengo a condividere le mie esperienze del mondo interiore e del mondo esteriore.
Per cominciare, vorrei dirvi che le vostre figlie che stanno seguendo il nostro cammino non hanno in alcun modo rinunciato alle loro religioni. Dico ai miei studenti che la religione è come una casa e essi devono vivere nelle loro case, perché come possono vivere in strada? Così nell'intimo dei loro cuori le vostre figlie vivono nelle rispettive religioni.
Mi capita di essere il loro insegnante. Il termine che usano è 'Guru', una parola sanscrita che significa 'colui che illumina'. Colui che illumina la coscienza spenta di qualcuno è chiamato Guru. Ma per essere assolutamente franco con voi, non sono il vero Guru. Nessun essere umano può essere il vero Guru. Il vero Guru è il Pilota Interiore dentro di loro, dentro di me, dentro tutti noi. Ma grazie alla mia unione con il mio Pilota Interiore, posso essere di servizio dedicato, devoto e arreso a coloro che seguono il nostro sentiero.
Dico ai miei studenti che il nostro è uno dei tanti sentieri; non è l'unico sentiero. Ancora una volta, li scoraggio sempre dall'avere un senso di competitività. Molte strade portano alla stessa destinazione. Sebbene altri Maestri e i loro seguaci o devoti possano affermare che la loro è l'unica via verso Dio, dico ai miei studenti che questo è l'atteggiamento sbagliato. Ogni Maestro sincero, ogni discepolo sincero, sta facendo la cosa giusta secondo la sua ricettività interiore e capacità interiore di realizzare la Verità più alta e rivelare e manifestare questa Verità.
All'inizio forse alcuni di voi pensavano che questo furfante indiano avesse portato via i vostri figli. Vi siete sentite dispiaciute e avete pensato male di me. Ma desidero dirvi che non vi ho portato via le vostre figlie. Il Supremo in voi e il Supremo in me volevano che io diventassi lo strumento per elevare la coscienza dei vostri cari figli. Ci sono molte cose che le vostre anime volevano che facessi, e che il vostro intimo voleva che facessi, ma purtroppo voi non eravate e non ne siete consapevoli. Quando l'anima non viene alla ribalta, quando la mente fisica non è totalmente cosciente o convinta della luce e della realtà dell'anima, la mente fisica molto spesso dubita della voce interiore. È la voce interiore, che avete tutti voi, che ha voluto che questi vostri figli accettassero un sentiero spirituale, conducessero una vita migliore e sentissero Dio come proprio in ogni momento della loro esistenza.
Potreste chiedere: "Perché o come mai i nostri figli non hanno trovato soddisfazione nelle nostre chiese e nel nostro modo di adorare Dio? Perché hanno dovuto accettare un modo indiano di realizzare la Verità?" Vorrei dire che questo non è un modo indiano, non è un modo orientale o un modo occidentale. Questo è un modo universale di risvegliare l'umanità attraverso l'esperienza interiore.
In Occidente cerchiamo di raggiungere Dio principalmente con la preghiera e in Oriente cerchiamo di realizzare Dio attraverso la meditazione. Ma sia la preghiera che la meditazione sono di fondamentale importanza nella vita interiore. Quando preghiamo, ci rendiamo conto che stiamo parlando devotamente con il Padre Onnipotente ed Egli ci ascolta. Quando meditiamo con mente tranquilla e con cuore che aspira, in quel momento stiamo ascoltando il Messaggio di Dio dall'interno. In entrambi i casi siamo coinvolti in una conversazione spirituale. A volte i bambini parlano; a volte parla il Padre. In Oriente cerchiamo di ascoltare ciò che il Padre ha da dire e in Occidente cerchiamo di far sentire al nostro Padre ciò che abbiamo da dire. Ma nel nostro sentiero stiamo cercando di combinare sia la preghiera che la meditazione. Con la preghiera diciamo al Padre Onnipotente delle nostre sofferenze e di ciò che veramente e realmente vogliamo da Lui. Al momento della nostra meditazione Egli ci dice cosa dobbiamo fare, cosa dobbiamo fare per diventare i Suoi figli più cari e perfetti.
Sono sicuro che quando voi stessi pregate o meditate, sentite che i vostri figli stanno facendo assolutamente la cosa giusta. Stanno pregando, stanno meditando — per cosa? Per condividere con voi le loro conquiste interiori. Siete le loro madri. Avete dato loro amore, affetto, sollecitudine, compassione, conquiste e risultati terreni per molti anni. Avete dato loro tutto ciò che avete e tutto ciò che siete. Ora il fiore della gratitudine nelle vostre figlie sta sbocciando petalo dopo petalo e vi stanno offrendo interiormente ciò che hanno e ciò che sono. Ciò che hanno e ciò che sono è una fiamma dorata, una fiamma ascendente, che chiamiamo aspirazione. Questa aspirazione è il loro anelito interiore. Sale in alto, più in alto, altissimo e dal più alto piano di coscienza trascendentale assoluto fa scendere Pace, Luce e Beatitudine secondo il loro potere di ricettività. Questi doni di benedizione del Supremo esse li condividono con i loro cari.
Senza dubbio siete le care, le più care, carissime alle vostre amorevoli figlie. Avete svolto il vostro ruolo nei loro anni formativi. Quello che avevate, lo avete dato senza riserve e incondizionatamente. Ora, quello che ottengono dalle loro preghiere e meditazioni, ve lo stanno offrendo interiormente. Dio dentro di voi ha svolto un ruolo molto significativo e ora anche Dio dentro di loro sta svolgendo un ruolo molto significativo. Dio non vuole mai rimanere in debito con nessuno. Dio dentro di voi ha dato loro ciò che aveva da offrire loro attraverso di voi. Ora, Dio nelle vostre figlie sta offrendo a ciascuna di voi ciò che ha da offrirvi in e attraverso di loro. Siete obbligato a vedere, sentire e crescere in questo al momento della vostra preghiera e meditazione se riuscite a ricordare ciò che sto dicendo.
Sono sicuro che ormai tutte voi saprete che il nostro è il sentiero dell'amore, della devozione e della resa. L'amore di cui stiamo parlando è l'amore divino, l'amore per il Supremo, che lentamente, costantemente e infallibilmente cresce e si realizza fino a raggiungere la destinazione finale. Questo amore non lega; illumina solamente. L'amore umano vuole legare e accecare. Ma prima di poterci legare, scopriamo che siamo già legati.
Nel nostro amore umano c'è sempre un senso di attaccamento. Invece dell'attaccamento, Dio ci insegna la devozione a una causa elevata, a una Realtà suprema. Usiamo il termine "devozione". Nella vita spirituale ci dedichiamo a una causa elevata senza attaccarci ad essa.
Poi arriva la resa. Nella nostra vita di tutti i giorni, senza aspirazioni, usiamo il termine 'resa' quando vediamo un capo e il suo subordinato, un padrone e uno schiavo. Lo schiavo si arrende alla volontà del suo padrone proprio perché ha paura che se non ascolta il padrone, il padrone lo punirà. Nella vita spirituale non è la nostra paura che ci costringe ad ascoltare i dettami della nostra anima o della nostra esistenza superiore. È un impulso interiore che ci obbliga ad ascoltare qualcosa di profondo dentro di noi. Arriva un momento in cui scopriamo che questo impulso non viene da fuori di noi o da qualcun altro; viene dal Reale in noi, il Divino in noi, il Supremo in noi. Viene a noi da un messaggero dal più alto piano di coscienza e questo più alto piano di coscienza lo possiamo rivendicare come nostro, proprio nostro, quando preghiamo e meditiamo. Quando non preghiamo e non meditiamo, ci rendiamo conto che siamo dell'ignoranza e siamo per l'ignoranza. Ma quando preghiamo e meditiamo, ci rendiamo conto che siamo della Luce infinita e siamo per la Vita eterna e immortale.
"Dalla gioia siamo venuti all'esistenza. Nella gioia dimoriamo e alla fine del nostro viaggio nella gioia ci ritiriamo." Questo è il messaggio di vita che abbiamo appreso dai veggenti indiani del'antico passato. La spiritualità non è e non può essere monopolio unico dell'India. La spiritualità è di tutti, ma bisogna saperla praticare. Qui in Occidente, sfortunatamente, quando preghiamo Dio e meditiamo su Dio, molto spesso incombe la paura. Sentiamo che se facciamo qualcosa di sbagliato, Dio ci punirà; o se facciamo una certa cosa andremo all'inferno e se ne facciamo un'altra andremo in Paradiso. Il senso di colpa abbastanza spesso tortura una mente occidentale.
Ma in Oriente, soprattutto in India, la filosofia è diversa. Per noi, il Paradiso e l'inferno sono dentro di noi. Quando la mente diventa vittima di preoccupazioni, ansie e altre forze non divine, quando la mente è disturbata, agitata, torturata da pensieri brutti, impuri e non divini, ci sentiamo all'inferno. Ma quando la bellezza, la luce e la divinità del cuore vengono alla ribalta e cerchiamo di rivelarle e manifestarle nel mondo che aspira, allora sentiamo di essere in Paradiso. Non dobbiamo aspettare la morte per trovare l'inferno o il Paradiso. Entrambi sono dentro di noi nella nostra vita quotidiana, nella nostra condotta quotidiana. Se siamo sempre colmi d'anima e arresi, siamo in grado di rimanere sempre in Paradiso in questa stessa vita sulla terra.
Per concludere, care mamme, desidero dirvi ancora una volta che questo indiano non vi ha portato via le vostre figlie. Non appartengono a me né a voi né a nessun altro. Appartengono solo al Supremo, che vi ha create e che ha creato i vostri figli. Il Supremo in voi ha voluto che il Supremo in me fosse umile strumento per servirLo nei vostri cari. Quello che sto facendo, vi assicuro, voi tutti interiormente avete voluto farlo per i vostri figli. Conquiste terrene, ricchezze terrene, prosperità terrena avete dato ai vostri figli quanto potevate. Le vostre anime, i vostri esseri interiori, i vostri cuori amorevoli volevan anche dare loro la Pace, la Luce e la Beatitudine del Cielo. Il Supremo in voi sa che ha scelto qualcuno con più capacità per fare la cosa che volevate fare. Le vostre figlie non v hanno lasciato. Al contrario, più vanno in profondità, più vanno in alto, più la loro gratitudine verso le loro madri aumenta in misura illimitata.From:Sri Chinmoy,Quattordici madri americane e quattordici figlie americane con Sri Chinmoy, Agni Press, 1975
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