5.

Rabindranath Tagore scrisse:

> Agli uccelli hai dato i canti,

> Gli uccelli ti hanno dato i canti in cambio.

> A me hai dato solo una voce,

> Ma hai chiesto di più,

> E io canto.

Rabindranath era un Canto d'Oro cantata dal Divino Cantante in lui. Era, infatti, il Canto del Mondo, la catena d'oro che univa Oriente e Occidente.

Ha offerto al mondo più di duemila canti. Una volta disse che quando era in grado di cantare, le sue composizioni erano molto poche. Ma quando era diventato un compositore prolifico, la sua voce gli era venuta meno e non era in grado di cantare la maggior parte dei suoi canti.

Ha fatto una dichiarazione profetica sui suoi stessi canti: "Con il passare del tempo, tutto cambia. Ma i bengalesi canteranno i miei canti di epoca in epoca. Canteranno i miei canti nell'ora del loro dolore, pena, gioia e delizia. Non avranno alternative."

Nel canto che ora canterò, Tagore paragona la Stella Polare, fissa e ferma nella notte oscura, con la luce della mente e del cuore che illumina l'esistenza non illuminata della vita umana:

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Nivid ghana andhare jwalichhe Dhruva tara...

Nella tenebrosa oscurità risplende la Stella Polare;

O mia mente, nell'immensa distesa della notte,

Non perdere la tua strada.

Morto di depressione e disperazione,

O mio cuore, non cessare di cantare.

Facendo a pezzi la prigione dell'illusione,

Realizza la tua vita...

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From:Sri Chinmoy,Il Respiro dell'Eternità, Sri Chinmoy Lighthouse, 1972
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