“Questo mondo” disse Tagore “è un mondo umano. La visione scientifica di esso è solo quella dell’uomo scientifico. Quindi il mondo separato da noi umani non esiste, è un mondo relativo, dipendente per la sua realtà dalla nostra coscienza. C’è uno stato della ragione che gli dà verità, quello dell’uomo eterno, le cui esperienze sono rese possibili attraverso le nostre esperienze.”
Il commento di Einstein: “Sono d’accordo con la concezione della bellezza come inseparabile dall’uomo, ma non sono d’accordo con questa concezione come pertinente alla verità.”
“Perché no?” chiese Tagore “La verità si realizza attraverso l’uomo.”
Dopo una lunga pausa, Einstein rispose con molta calma e dolcezza: “Non posso dimostrare che la mia concezione è giusta, ma questa è la mia religione.”
Alla fine, alla chiusura del viaggio, ogni individuo ha il diritto di raggiungere la sua destinazione secondo le sue esperienze interiori e manifestazioni esteriori. Gli approcci alla realtà, di questi due individui unici al mondo, erano sorprendentemente diversi. Ma, inutile dirlo, entrambi, da due diverse angolazioni, alla fine arriveranno allo stesso obiettivo: unità-soddisfazione e soddisfazione-perfezione.From:Sri Chinmoy,Einstein: scienziato e saggio, fratello dell’atomo-universo, Agni Press, 1979
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