Il suo cuore di cercatore dichiarò: “Siamo convinti che le Nazioni Unite potranno svilupparsi in un governo mondiale solo quando l’Assemblea non sarà più composta da delegati nominati dai governi, ma invece, da rappresentanti eletti direttamente dal popolo. Solo in questo modo i delegati serviranno gli interessi dell’ordine e della sicurezza sovranazionali secondo il loro miglior giudizio.”
Ancora: “L’allargamento delle Nazioni Unite, che voglia includere possibilmente tutti i Paesi, creerà una base migliore per i negoziati sul disarmo; quindi gli sforzi per aumentare l’adesione dovrebbero precedere qualsiasi tentativo di risolvere il problema del disarmo.”
Presto apprezzò la bontà e la saggezza degli altri. Nel suo viaggio verso la meta suprema dell’unità, apprezzò e ammirò tutti i suoi compagni di viaggio che sognavano un mondo, una casa e un cuore. A Trygve Lie, Segretario Generale delle Nazioni Unite, Einstein scrisse: “Lei è uno dei pochissimi che, in mezzo allo smarrimento e alla confusione del nostro tempo, sia riuscito a mantenere chiara la sua visione, e il cui bisogno di essere di aiuto costruttivo rimane imperterrito nonostante ostacoli e strette alleanze... Io sono uno dei tanti i cui pensieri la accompagnano con gratitudine e speranza.”
In Einstein il mondo ha visto un uomo di spontaneità, un uomo di sincerità che si preoccupava del progresso mondiale più di ogni altra cosa. Non era chi aveva fatto qualcosa, ma colui attraverso il quale era stata fatta quella cosa, che considerava di fondamentale importanza. Di nuovo, quando vedeva colui che agiva, lo ammirava senza riserve per il suo successo senza pari. Dopo aver ascoltato un discorso del Segretario generale delle Nazioni Unite Dag Hammarskjold, Einstein scrisse: “Non posso fare a meno di esprimere la mia sincera ammirazione per il suo discorso in occasione della celebrazione del bicentenario della Columbia University. Sulla scia di tanta menzogna e ipocrisia, i suoi commenti lucidi e onesti sono stati un gradito sollievo. Considero una fortuna che a un uomo come lei sia stata affidata la posizione più importante e difficile.”
Dag Hammarskjold rispose: “Era mia intenzione presentare una dichiarazione vigorosa e inequivocabile a nome di quegli ideali e principi che costituiscono l’unico sfondo possibile e l’unica atmosfera possibile per il lavoro di un uomo che, come lei, è uno dei pionieri dell’umanità... È per me una soddisfazione davvero profonda sapere che non solo lei comprende ciò che ho cercato di comunicare al vasto pubblico... ma che lei approvi anche ciò che ho detto. Tale comprensione, specialmente proveniente da lei, ha un significato per me che va oltre le parole.”
Queste due persone immortali navigavano sulla stessa barca. La loro ammirazione non era mera ammirazione, ma la manifestazione della vita-unità dalla loro anima-unità.From:Sri Chinmoy,Einstein: scienziato e saggio, fratello dell’atomo-universo, Agni Press, 1979
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