Chiedo scusa per essermi preso la libertà di parafrasare alcune conversazioni tra Dilip-da e altre figure importanti.
DDA 1,1. Grandi cantanti e musicisti discendono da quest'altezza così sublime.↩
Rani Maitri era piena di affetto e compassione. Seppe da mia sorella Lily che avevo iniziato a scrivere poesie. Le sorelle sono sempre molto orgogliose dei successi dei loro fratelli. Sfortunatamente, i fratelli non sono tanto orgogliosi dei risultati delle loro sorelle!
Comunque, mia sorella mostrò uno dei miei quaderni alla mia insegnante. Era un grosso quaderno e conteneva circa un centinaio delle mie poesie bengalesi. Rani-di era molto soddisfatta delle poesie. Era una cugina di Dilip Roy. Erano molto vicini l'una all'altro. Quindi portò il mio taccuino a Dilip-da. Dilip-da lesse le poesie con molta compassione e scrisse due righe in bengalese su di esse. Il suo commento fu che alcune poesie andavano bene, altre erano buone e alcune erano molto buone. Farò tesoro per sempre e per sempre del benefico incoraggiamento di Dilip-da.
Ero così sorpreso che avesse letto tutte le poesie. Chi ero? Uno sciocco ragazzino nell'Ashram! Questo avvenimento accadde intorno al 1946, quando avevo tredici o quattordici anni. Dilip-da aveva allora quarantanove anni.
Dilip-da trovò un errore nelle mie poesie e apportò la correzione di sua grafia. Quando un pavone non ha alzato tutti i suoi pennacchi, viene usato un particolare verbo per descriverlo. Quindi, quando sembra così bello con il suo piumaggio disteso, viene utilizzato un verbo diverso. Povero me, non sapevo che fosse così. Quindi Dilip-da cancellò il verbo che avevo usato e scrisse il verbo corretto. In più ci mise un punto esclamativo! Avrei dovuto mostrare questa poesia prima a mio fratello Chitta o al mio insegnante di bengalese. La avrebbero corretta.
Questa esperienza non fu altro che l'affetto e la compassione sconfinati di Dilip-da per un giovane ragazzo dell'Ashram.A volte, quando Dilip-da era scontento di Manodhar per qualche motivo, Dilip-da si arrabbiava e riprendeva il suo armonium. Altre volte Manodhar non mi permetteva di giocarci sopra quando era scontento di me.
Comunque, Manodhar fu il primo ad insegnarmi a suonare l'armonium — l'armonium di Dilip-da! il primo canto che ho imparato a cantare e suonare su quell'armonium lo ricordo ancora. Era la famosa canzone di Tagore, "Parabasi eso...". Suonai sull'armonium di Dilip-da dal 1944 al 1946.Tagore era molto sconvolto quando Sahana-di lasciò Santiniketan. Era profondamente innamorato della sua voce incantata. Quando arrivò all'Ashram, mandò un messaggio: "Se fossi stato un imperatore, come gli imperatori Moghul, avrei mandato il mio esercito per riportarti dall'Ashram." Aveva una personalità così grande. Era molto alta, robusta. Avvicinarsi a lei significava davvero qualcosa. Era più facile avvicinarsi a Dilip-da. Lei era sempre gentilezza e serietà allo stesso tempo.
Ora Sahana-di era una delle mie 'madri' dell'Ashram. Avevo cinque 'madri' nell'Ashram. Queste donne anziane mi inondavano con il loro amore e la loro premura. La mia madre principale era Mridu-di. Poi veniva Sahana-di.
In qualche modo tra me e Sahana-di sorse un grave malinteso. Aveva una studentessa devota, ma in seguito questa signora divenne la rivale di Sahana-di. La figlia del rivale era nella classe di musica di Sahana-di. Un giorno questa ragazza era arrabbiata con Sahana-di per qualche motivo. Si alzò in classe e disse: "Non hai più la tua voce che incanta. Lo dice anche Chinmoy-da."
Era solo rivalità perché la madre di questa ragazza era gelosa di Sahana-di. Anche così, fu molto offensivo e Sahana-di era così arrabbiata. Era tutta una bugia assoluta, bugia, bugia. Non avevo mai nemmeno parlato con quella ragazza. Ero un grande ammiratore di Sahana-di. Era così gentile, così affettuosa, così indulgente con me. Ma Sahana-di credette alla storia. Quando le persone parlano male di noi, ci crediamo sempre. Le dissi che quanto detto era assolutamente falso, ma lei non mi credette. Era così furiosa che non voleva nemmeno parlarmi.
Ciò accadde nel 1947. Quell'anno Dilip-da stava organizzando un programma speciale in onore dell'indipendenza dell'India. Voleva che duecento persone cantassero un canto che egli aveva composto per l'occasione. Il canto doveva essere eseguito davanti al Palazzo del Governatore. Era un'eccellente canto in sanscrito sulla libertà dell'India. Il nome della canzone è "Avirbhuta bharata janani".
Sahana-di disse a Dilip-da: "Se Chinmoy canta la canzone, io non canterò." Chi ero io rispetto a Sahana-di? Lei e Dilip-da erano così amici intimi. Quindi la risposta di Dilip-da fu: "Oh, chi ha bisogno di Chinmoy?" Ricevetti un messaggio tramite uno dei giovani amici di Dilip-da che non dovevo entrare nel gruppo; ero stato scartato. E a mio fratello Mantu, che non poteva portare un solo biglietto, fu permesso!
I cantanti si esercitavano a casa di Dilip-da. Era a soli quaranta metri da casa nostra, sulla stessa strada. Duecento persone non potevano essere ospitate nella sua casa, quindi alcune di loro dovevano stare fuori sul marciapiede.
Mentre si esercitavano, mi divertivo a cantare il canto. Chi poteva tacere? Lo sentivo molto bene, anche dalla mia stanza. L'ho imparato molto, molto bene. Ma non mi fu permesso di partecipare allo spettacolo finale. Quella fu la mia punizione.
Soffersi così tanto perché una ragazza aveva detto una bugia. Incorsi nella rabbia di Sahana-di e anche Dilip-da si arrabbiò davvero, davvero con me.
La storia non finì qui. Due anni fa, il mio discepolo Rintu mi inviò alcune cassette da Singapore. Sa che mi piace ascoltare i nostri eccellenti cantanti bengalesi che cantano canzoni di Tagore, Kaji Najrul e altri. Ad ogni modo, uno dei nastri era stato registrato dalla madre di questa ragazza, la rivale di Sahana-di. Non appena vidi la sua foto in copertina, buttai subito via il nastro con tutta la rabbia che era al mio comando. Quanto soffersi per la maliziosa menzogna di sua figlia! Ci vollero tre lunghi anni perché Sahana-di mi perdonasse.
Aveva scritto una breve poesia e una molto lunga su Sri Aurobindo in bengalese. Entrambe erano nello stesso libro. Un giorno mi porse il libro e disse: "Voglio che tu traduca la poesia breve in inglese. Se fai un buon lavoro, ti perdonerò."
Tradussi subito entrambe le poesie in inglese. Quando le diedi tutto, mi perdonò. Stava solo aspettando un'opportunità per perdonarmi.Si decise che ci sarebbe stata una dimostrazione fisica, un'esibizione di sport. In Gujarat c'è una specie di danza del bastone. I gujarati la chiamano la danza gorba. Divenne quasi obbligatorio per noi imparare quel ballo.
Fui ispirato a comporre un canto speciale per la danza del bastone. Mostrai le parole a Swami Chinmoyananda. A quel tempo, avevo imparato da lui un bel po' di canti. La famosa canzone di Kaji Najrul Islam, "He Paratha Sarathi", l'ho appresa da lui. A Swami Chinmoyananda piaceva la mia voce cantata ed era molto gentile con me. Accettò di mettere in musica le mie parole bengalesi. Il canto era lungo circa sedici righe. Ricordo ancora solo le prime tre righe:
```
Chal, chalre O bhai chal,Peyechhi amara mayer ashish
amita sahasa balSatyer jai manrite chal chalre
chuite cha...```
Una storia divertente: tradussi la poesia in inglese. Il mio insegnante di inglese a quel tempo, Norman Dowsett, che era molto, molto gentile con me, cambiò alcune parole e le trasformò in forma metrica. In fondo, scrisse: "Tradotto dal bengalese originale di Chinmoy da Norman Dowsett." Poi il canto passò alla stampa. Il direttore della stampa fu estremamente gentile con me. Disse: "Ma lui sa una parola di bengalese?"Io risposi: "Lui ne sa poco."
Poi il manager disse: "Per l'amor di Dio, dì 'adattato', non 'tradotto'." Quindi lo cambiò in "Adattato dalla canzone bengalese di Chinmoy." Questa è la versione più bella di Norman-da:
```
Avanti, compagni, sempre avantiAvanti, compagni, avanti!
Verso la vittoria —Verso la verità e la gloria
Con sincerità,Abbiamo il coraggio della Madre,
La sua forza ora guida la lotta.Avanti, compagni, sempre avanti
Avanti verso la Luce.Avanti, compagni, sempre avanti
Al mattino d'oroCon il nostro Signore e la Madre
Marciamo sull'Alba.Ascolta le voci che chiamano
Chiamando alla sua verità -Cantate, compagni, cantate il ritornello
Di eterna giovinezza.Non temiamo la morte, non il dolore,
Tutta la falsità l'abbiamo uccisa -Avanti, compagni, sempre avanti
Di nuovo alla lotta.Avanti, compagni, sempre avanti
Al mattino d'oro,Con il nostro Signore e la Madre
Marciamo sull'Alba.Avanti, compagni, avanti
Verso la vittoriaIl nostro codice di vita è l'amicizia
E l'uguaglianza.La fede arde in ogni cuore che batte
E ogni cuore batte come uno solo -Avanti, compagni, sempre avanti
Finché la gara non sarà vinta...Avanti, compagni, sempre avanti
Al mattino d'oro,Con il nostro Signore e la Madre
Marciamo sull'Alba.```
– Norman 19 giugno 1948[Adattato dalla canzone bengalese di Chinmoy]
Fu deciso che questa canzone sarebbe stata eseguita da un gruppo di quindici o sedici ragazzi selezionati e Swami Chinmoyananda ci avrebbe condotto. Dilip-da ci permise di esercitarci a casa sua nel tardo pomeriggio. Aveva una casa molto grande, come un palazzo. Ora è una delle case di cura. Ad ogni modo, mentre cantavamo, Dilip-da si trovava in una stanza adiacente.
Swamiji fece ripetute richieste a Dilip-da di venire a cantare il canto con noi, ma la risposta di Dilip-da era: "No, è sufficiente che ci sia tu. Sono tutti bambini! Come posso cantare con loro?" Non venne mai, ma fu così gentile da darci la sua casa. Per noi andava bene; era un grande cantante ed eravamo tutti inutili al confronto. Per circa due settimane ci esercitammo con la canzone.
Il giorno dello spettacolo arrivò. La Madre era là nel cortile e circa cinque o seicento persone si erano radunate per guardare. Molti, molti bambini stavano facendo cose diverse. Ragazzi e ragazze fecero le loro esibizioni separatamente. Le ragazze avevavo vari tipi di esercizi. Il nostro gruppo aveva solo due cose: prima danzammo con i bastoncini. Poi danzammo con una specie di spada o di piccolo pugnale — non veri pugnali, ma pugnali di legno. Facemmo movimenti tipo karate, pieni di entusiasmo!
Poi arrivò il momento per noi di cantare il mio canto. Erano circa le cinque. Eravamo tutti pronti. Di fronte a noi, il nostro leader, Swami Chinmoyananda, era pronto con il suo armonium. Improvvisamente, come una tempesta, Dilip-da arrivò correndo, ansimando e sbuffando, e praticamente spinse da parte il povero Swamiji. A Swamiji non importava affatto. Al contrario, si sentiva così orgoglioso, così benedetto, così fortunato. Era sicuro al cento per cento che Dilip-da non avrebbe cantato il canto perché eravamo tutti bambini.
La Madre era a soli sette o otto metri di distanza quando accadde questo. Ma Dilip-da era il beniamino della Madre e il beniamino di Sri Aurobindo. Chi poteva dire qualcosa? Secondo loro, qualunque cosa Dilip facesse era perfetta, perfetta, perfetta. Dilip aveva sempre ragione. Nel caso di altri, la Madre forse non avrebbe apprezzato quel tipo di comportamento.
Quando Swami Chinmoyananda fu messo da parte, diventammo così nervosi! Dilip-da non si era mai esercitato con noi. Quindi Dilip-da iniziò a cantare il canto accompagnandosi all'armonium. O Dio! Conosceva la canzone così bene. Eravamo in piedi dietro Dilip-da. Eravamo circa sedici cantanti e potevamo cantare correttamente e con sicurezza, ma le nostre voci non erano niente, niente, in confronto alla sua voce.
Di solito aveva la voce più dolce, ma quel giorno la sua era diventata anche la voce più forte! Cantò in modo così bello, così potente. Letteralmente ci soffocò! Si sentiva solo la voce di Dilip-da. Era come se fossimo tutti bramini silenziosi! Cantava e cantava a squarciagola. Quello era Dilip Roy. Non eravamo affatto sconvolti. Eravamo gli esseri umani più orgogliosi perché Dilip Roy aveva cantato con noi.
La Madre era molto, molto contenta della performance. Poi, non appena tutto fu finito, Dilip-da venne correndo dalla Madre e cadde ai Suoi piedi come un bambino di tre anni. Tutto il suo corpo era prostrato a terra proprio davanti alla Madre e posava la testa sui suoi piedi. La Madre, con il suo infinito affetto e amore, si chinò e gli premette il capo ancora e ancora.
Questo era il cuore infantile di Dilip-da. Era come il bambino più affettuoso. Portò via tutta la gloria a Swami Chinmoyananda.
Poi, alzandosi da terra, si prese il suo tempo. Mentre posava la testa sui piedi della Madre, non si prendeva tempo, veniva di corsa. Ma alzandosi, si prese il suo tempo! Come potrei mai dimenticare questo avvenimento!
Dopo la nostra esibizione, ci furono altre esibizioni, ma Dilip-da non le aspettò. Lui andò a casa.
Guarda come cambia la vita. Una volta era arrabbiato con me e non mi permetteva di cantare. Poi, qualche anno dopo, non voleva cantare il mio canto, ma ci diede la sua casa per esercitarci a cantare. Non venne mai, mai nella stanza per esercitarsi con noi, ma in qualche modo imparò il canto. E, al momento della vera esibizione, arrivò di corsa ed estromise il leader!
Riguardo a Swami Chinmoyananda, desidero aggiungere un'esperienza molto triste, forse l'esperienza più triste. Come sapete, dopo aver lasciato l'Ashram, Dilip-da divenne un Guru. Anche io ho fatto lo stesso. Swami Chinmoyananda nutriva il desiderio di diventare un Guru. Indossava sempre abiti e perline color ocra. Ora accadde che cinque o sei cercatori giunsero all'Ashram dallo Sri Lanka. Quando videro Swami Chinmoyananda, lo invitarono a tornare con loro in Sri Lanka. Dissero che avrebbero aperto un centro e che sarebbe stato il loro leader spirituale. Così Swamiji lasciò l'Ashram e andò in Sri Lanka con questi cercatori. Trovarono in lui un Guru ma, sfortunatamente, questo Guru non poteva soddisfarli. Dopo soli sei mesi, lo percosso e tumefatto. Quindi Swamiji tornò all'Ashram e pregò la Madre di accettarlo ancora una volta. Purtroppo, per vari motivi, la Madre non lo riprese.
Il mio destino fortunatamente è stato diverso. Dopo cinque anni in America, tornai all'Ashram per una breve visita. Correva l'anno 1969. Il giorno in cui andai a trovare la Madre, c'era una lunga fila di Ashramiti in attesa di essere benedetti da Lei. La Madre meditava su ogni persona per due o tre secondi. Trenta persone erano davanti a me nella fila.
All'improvviso, l'assistente principale della Madre, Champaklal-ji, venne da me e mi disse: "La Madre vuole che tu stia di fronte a Lei per tutto il tempo che vuole."
Arrivò il mio turno. Mi fermai davanti alla Madre per le Sue benedizioni. Cinque lunghi minuti Mi tenne là! Per tre volte la Madre abbassò la mia testa e la posò sulle sue ginocchia. Poi, quando alzava la mia testa, esaminava i miei occhi, la mia fronte, la mia testa - tutto - con tanta compassione e affetto. Dopo cinque anni di assenza, quanto affetto mi riversò!
E riguardo ai discepoli, Dilip-da fu così fortunato ad aver trovato così tanti discepoli devoti e generosi. Lo chiamavano Dadaji. Anche io sono fortunato ad avere così tanti discepoli devoti e generosi.Trenta o quaranta Ashramiti erano là per apprezzare il canto di Dilip-da. E il tablaista era Anil Kumar o Nolini Sarkar. Nolini Sarkar non rimaneva permanentemente nell'Ashram in quei giorni. Era una grande figura letteraria e anche un grande cantante. Dilip-da mise in musica due delle sue canzoni immortali: una su Sri Aurobindo e una sulla Madre. Queste due canzoni sono diventate così famose. Era il carissimo amico di Dilip-da e anche l'amico di Kaji Najrul Islam. Fu Nolini Sarkar a portare Dilip-da a trovare Barada Charan, il grande occultista. Sri Aurobindo disse di Barada Charan, "Il più grande Yogi del Bengala."
Dilip-da suonava l'armonium mentre cantava. Da giovane suonava il violino. Era un violinista eccellente. Poi rinunciò. Diceva che l'armonium è il migliore strumento. Diceva che il violino ha bisogno di pratica, mentre l'armonium non ha bisogno di pratica. L'armonium tutti lo possono suonare.
Quando andavamo a casa sua, Dilip-da cantava quattro o cinque canzoni. Erano canzoni brevi, ma ognuna richiedeva almeno quindici minuti. Per prima cosa cantava la melodia, senza usare le parole. Poi aggiungeva le parole. Aveva una voce così dolce. Dilip-da proseguiva, proseguiva, nel suo modo inimitabile. Ogni volta che cantava le parole, la sua devozione veniva alla ribalta e diventava più colmo d'anima. Questa non era falsa devozione, ma sincera devozione. E coloro che potevano identificarsi con lui sentivano di cantare loro stessi.Fui così fortunato a sedermi vicino a Ravi Shankar durante la sua esibizione. Stavo di fronte a Ravi Shankar. Ero un ragazzino di sedici o diciassette anni. A quei tempi non avevo nessun problema a sedermi a gambe incrociate, nella posizione del mezzo loto. Stavo guardando Ravi Shankar suonare ed ero così commosso. Come suonava! La distanza tra noi era forse di due metri.
Ora, potete immaginare, Ravi Shankar ed io siamo diventati più cari del più caro! Ha undici anni più di me e ora mi ha adottato come suo fratello minore. La nostra connessione è iniziata grazie a Dilip-da. Chi pensava che la storia avrebbe avuto un ruolo importantissimo nelle nostre vite! Questo era il piano imperscrutabile di Dio.
Alcuni anni fa, Ravi Shankar mi parlava di Dilip Roy. Erano ottimi amici. Mi disse che rimase a casa di Dilip-da per due giorni quando venne all'Ashram. Ravi Shankar disse di Dilip-da: "Un uomo così grande, un uomo così grande. Ma lo Sri Aurobindo Ashram non gli ha dato il dovuto onore."
Poi Ravi Shankar mi chiese di Sahana-di e Nishikanto. Conosce tutti i nomi dei grandi Ashramiti e mi chiedeva se li avessi conosciuti. Sono stato in grado di dirgli che ognuno di loro er stato estremamente, estremamente gentile con me.Dilip-da e Krishnaprem si scambiarono numerose lettere nel corso degli anni. E quando l'amore e la devozione di Dilip-da scomparvero, Krishnaprem lo rimproverava e lo costringeva a ricambiare il suo amore per Sri Aurobindo e la Madre. Era un vero amico divino. Venne all'Ashram solo una volta, nel novembre 1948.
Dilip-da portò Krishnaprem per il Darshan Day. Quel giorno noi ragazzi dovevamo portare dall'ingresso all'uscita le scarpe di duemila discepoli. I discepoli entrarono nella Sala della Meditazione principale e da là salirono al piano di sopra. Mi trovavo vicino all'uscita e li vidi salire entrambi al piano di sopra.
Entrambi avevano tilak rossi sulla fronte e indossavano perline di japa. Dilip-da aveva un unico, lungo filo sciolto di piccole perline intorno al collo. Krishnaprem aveva perline scure, spesse e rotonde e se le era avvolte due volte intorno al collo. Ricordo che Krishnaprem era molto alto e magro.
Come arrivò ad accettare la sua Madre spirituale? È una storia allo stesso tempo divertente e illuminante. Una sera il vicecancelliere della Lucknow University invitò questo professore di inglese a venire a cenare da lui. Non appena Nixon vide la moglie del vicecancelliere, si gettò ai suoi piedi e disse: "Sei la mia madre spirituale!" Tutti erano così imbarazzati. La moglie stessa era così imbarazzata. Ma lui disse: "No, no, tu sei mia Madre!"
Era un professore così altamente istruito, un illustre laureato all'Università di Cambridge, e lei era la moglie bengalese del vicecancelliere, una signora molto aristocratica. Il suo nome era Monika Devi. Non pregava né meditava mai, ma aveva una personalità mistica e tremende profondità nascoste.
Lo stesso vicecancelliere era profondamente imbarazzato. Non poteva mostrare il suo volto agli altri. Ma alla fine disse: "Va bene. Vedo che la tua devozione è così sincera. Puoi adorarla."
Così Nixon divenne un grande discepolo di questa signora. Lei non aveva mai amato la spiritualità. Ma, vedendo la devozione di questo giovane inglese, iniziò a pregare e meditare.
Dopo aver insegnato per qualche altro anno, a Lucknow e Benaras, Krishnaprem rinunciò e praticò la spiritualità a tempo pieno ad Almora sotto l'egida della sua Guru. Lei prese il nome Yashoda Ma. Grazie a lui, molti, molti discepoli vennero da lei. Potevano vedere che Krishnaprem era così avanzato. Alla fine, suo marito si arrese e divenne anche lui suo discepolo. Vedeva in sua moglie qualità spirituali così belle.
Tra Krishnaprem e il marito c'era una grande differenza di età, ma divennero amici intimi. Erano entrambi discepoli della moglie del vicecancelliere. Riuscite ad immaginarlo!Un giorno, verso le tre o le quattro del pomeriggio, stavo tornando a casa dall'Ashram quando vidi Dilip-da per strada. Mi disse: "Sai dove vive Prabhakar?"
Prabhakar Mukherjee era il mio insegnante di bengalese. Insegnava all'Università di Calcutta. Era così affezionato a me. Veniva a casa mia e gli leggevo le mie poesie. Dopo che ero stato nella sua classe per soli sei mesi o giù di lì, che ci crediate o no, scrisse un articolo su di me. E fu lui che portò di nascosto a Nolini-da due dei miei taccuini per ricevere il commento di Nolini-da sulla mia poesia. Nolini-da fece un commento molto carino, ma chiesto a Prabhakar-da di non dirmelo in quel momento.
Comunque, Dilip-da voleva che gli mostrassi dov'era la casa di Prabhakar. Riuscite ad immaginarlo! Poi Dilip-da mi disse: "Sto scrivendo una poesia in sanscrito. Ho bisogno della grammatica corretta per una parola."
Gli dissi: "Posso portarti da Prabhakar-da immediatamente!"
"No, no," disse, "lo andrò a trovare."
Poi scortai Dilip-da a casa di Prabhakar-da. Era abbastanza lontano. Camminammo per mezzo miglio o giù di lì. Non osavo camminare al fianco di Dilip-da. Rimasi venti metri davanti a lui. Era nel suo umore canoro.
Quando ci avvicinammo alla casa di Prabhakar-da, urlai e urlai: "Prabhakar-da! Prabhakar-da! Dilip-da vuole parlarti!" Prabhakar-da uscì di casa quando sentì la mia voce. Poi Dilip-da mi fece un sorriso molto grande e di nuovo ritornai.Molti anni dopo, di tanto in tanto, Dilip-da riceveva anche lettere dalla Madre. Io ero il segretario di Nolini-da. In quattro occasioni Nolini-da mi chiese di consegnare una lettera della Madre a Dilip-da. Non camminavo in quel momento, praticamente correvo dal piano di sotto, urlando: "Dilip-da! Dilip-da! Dilip-da!"
Allora lui mi chiamava e io gli davo la lettera. Che bel sorriso benedetto ricevevo da lui! Quello era Dilip-da.Nolini-da disse: "Cosa ne so io della musica? Se è un altro argomento, se mi chiedi di scrivere della tua spiritualità, sono pronto a difenderti assolutamente. Conosco il tuo alto livello spirituale e tutto questo. Io ti difenderò di certo. Ma cosa ne so io della musica? Come farò a difenderti?"
Dilip-da disse: "No, no, puoi farlo, puoi farlo, puoi farlo. Devi scrivere qualcosa."
Alla fine, Nolini-da disse: "Va bene, lo farò."
Poi Dilip Roy disse: "Deve uscire sulla stessa rivista. Li costringerò ad accettare la tua versione dei miei talenti musicali."
Povero Nolini-da, l'argomento gli era del tutto nuovo. Ma Nolini-da era un genio, un savant. Potrebbe non aver avuto capacità di canto, ma c'era qualche argomento che non conosceva? Nolini-da dovette leggere un bel po' di libri e tuffarsi in profondità prima di iniziare a scrivere. Poi scrisse un eccellente articolo difendendo Dilip-da e apprezzando molto la musica di Dilip-da. La stessa rivista accettò la versione di Nolini-da del genio musicale di Dilip-da. Ecco perché Dilip-da era così felice e così grato a Nolini-da.
Dilip-da faceva sempre quel tipo di pretese affettuose. E a quel tempo aveva ben più di cinquant'anni. Quindi è così che Nolini-da rese felice Dilip-da e rese felici la Madre e Sri Aurobindo.Mi trovavo lì, alla porta dell'Ashram. Stava dicendo ai guardiani e ad alcuni membri dell'Ashram: "Guardate, mi hanno mandato tre rupie!" Poi disse una frase bengalese, '/Jatha labha", che significa 'qualunque cosa tu ottenga è un guadagno.' Ma non era affatto turbato. Rideva e rideva. "Mi hanno mandato tre rupie per il mio articolo. Qualcosa è meglio di niente!"
Era così: ridendo, felicemente e con orgoglio diceva a tutti che aveva ricevuto tre rupie per il suo articolo. Dilip-da proveniva da una famiglia benestante. E dai suoi album, dai suoi libri e dalle sue esibizioni a Calcutta e in altri posti, guadagnava un sacco di soldi. Era estremamente, estremamente generoso con l'Ashram.
La fama è, infatti, guadagno. A causa della sua fama, Dilip-da portò un'enorme gloria all'Ashram.Verso la fine della vita di Lakshmana, dopo essere stato costretto a lasciare il palazzo, Sri Ramachandra disse:
```
Deshe deshe kalatraniDeshe deshe cha bandhabah
Tantu desha na pashyamiYatra bhrata sahodara
```> "In tutti i paesi ci sono mogli, in tutti i paesi ci sono amici, ma non troverò un fratello come Lakshmana in nessuna parte del mondo".
Lakshmana era così caro a Sri Ramachandra. Donò ogni secondo della sua vita a suo fratello. Ecco perché Sri Ramachandra disse che non avrebbe mai trovato qualcuno a lui vicino come suo fratello.
Nel caso di Sri Krishna, il suo più caro era Arjuna. Nel caso del Signore Buddha, era Ananda. Nel caso di Sri Chaitanya, era Nityananda. Nel caso di Sri Ramakrisha, era il suo Naren [Swami Vivekananda]. Nel caso di Sri Aurobindo, era questo: Dilip. Sri Aurobindo disse che Dilip era stato Suo figlio fisico in una precedente incarnazione.È molto difficile per i cantanti apprezzare altre voci, ma ci sono molti, molti cantanti che avevano la stessa opinione di queste grandi figure - che Dilip avesse la voce più dolce e dorata.
Una volta era una giornata molto calda e Dilip-da stava cantando una canzone su Meghnabali, l'eroe delle nostre nuvole. Mentre cantava quella particolare melodia, all'improvviso ci furono delle nuvole nel cielo e poi scese copiosamente la pioggia.
Un'altra volta stava cantando e l'intero pubblico fu trasportato in Paradiso. Di punto in bianco, un cervo si avvicinò e si fermò di fronte a lui.
Così, Dilip-da ebbe molte, molte esperienze. Altri cantanti, specialmente alcuni dei cantanti di musica classica, sono insopportabilmente altezzosi. Non puoi avvicinarti a loro. Si rifiutano di accettare canzoni liriche. Purtroppo c'è sempre polemica tra i cantanti di canzoni liriche e i cantanti di canzoni classiche. I cantanti classici hanno difficoltà ad apprezzare le canzoni melodiche e viceversa. Dilip Roy era un imperatore delle canzoni liriche. Anche le mie canzoni sono liriche.
Anche adesso, quando sento la voce di Dilip-da su nastri e CD, è unica, unica. La sua è una voce molto affascinante. Ad essere assolutamente franco, la sua voce non ha eguali. Se qualcuno mi chiede, tra i cantanti che ho ascoltato negli anni, fin dalla mia infanzia, quale voce è la migliore, metterò quella di Dilip Roy al primo posto. La sua voce è così dolce che è deliziosa. È come se stessi mangiando la dolcezza della sua voce. Posso ascoltarlo cantare per ore. Non ho mai sentito e non sentirò mai una voce così dolce come quella di Dilip-da. E ha mantenuto la sua voce d'oro fino alla fine.Il padre di Dilip Roy, Dwijendra Lal Roy, era un drammaturgo e poeta estremamente dotato. L'intero Bengala conosceva il suo nome e persone in tutto il Bengala in lungo e in largo cantavano le canzoni nazionali che componeva. Era un grande scrittore! Anche la canzone che canto sempre a voce molto alta, per il mio cuore, '/Ghana Tama Sabrita", è una sua canzone.
Quando ero ancora in India, ebbi l'ispirazione di scrivere un articolo su D. L. Roy in inglese. Si chiama 'Madre India nella sua dolcezza'. Inviai una copia dell'articolo da Pondicherry a Pune, dove risiedeva Dilip-da. Là Dilip-da aveva fondato un tempio. Si chiama Hari Krishna Mandir.
Chiesi a Dilip-da di correggere il mio articolo. Lui lo fece e me lo rispedì con una lettera. In quella lettera scrisse molto su Nolini-da. Paragonò Nolini-da al suo illustre padre. Mostrai la lettera a Nolini-da e il suo commento fu: "Dilip è davvero matto! Mi paragona a suo padre." Questo successe nel 1962.
Dopo essere venuto in America, inviai di nuovo il mio articolo su suo padre a Dilip-da a Pune. Questa volta chiesi il permesso di pubblicare l'articolo nel mio libro sui leader spirituali dell'India intitolato '/Faro della Madre India". Dilip-da mi rispose apprezzando molto l'articolo. Poi aggiunse: "Ti consiglio, non importa quanto soffri, di non tornare mai più a Pondicherry. La gente dirà che sei andato dai cani, ma non tornare mai più."
Non dissi una parola sulla sofferenza che avevo attraversato nella mia vita americana per circa due anni. Ma lui sapeva cosa aveva passato quando aveva lasciato Pondicherry per Pune, ecco perché mi diede questo preziosissimo consiglio. Purtroppo non potei soddisfare la sua richiesta. Nel 1969, dopo cinque anni in America, tornai all'Ashram per una breve visita e la Madre mi inondò della sua compassione e del suo affetto. Poi la mia vita cambiò in meglio.
Quella lettera fu il mio ultimo contatto con Dilip-da.Un giorno fui convocato per andare di sopra e vedere il Console Generale, S.K. Roy, subito. "Cosa ho fatto di sbagliato?" mi chiesi.
Il nome stesso del Console Generale ci spaventava. Era così severo, così potente. In un'altra occasione stavo aspettando l'ascensore. Arrivò e le porte si aprirono un po'. Quando vidi che il Console Generale era dentro, scappai. Mi gridò: "Ghose! Ghose! Entra!" Entrai. Poi mi disse: "Sono una tigre? Sono un serpente? Cosa stai facendo? Perché te ne sei andato?" Allora non sapevo ancora che aveva sviluppato una premura speciale per me.
Comunque, andai di sopra tremante. Tutte le farfalle nel mio cuore volavano! Il Console Generale disse: "Ghose, siediti." Mi guardava in modo molto comprensivo. Poi proseguì: "Ecco una lettera tutta contro di te dallo Sri Aurobindo Ashram. Sta dicendo di non tenerti al consolato indiano. Getti disonore su di esso. Hanno detto ogni genere di cose contro di te. Loro vogliono che io ti licenzi."
Eccomi qui, povero, indifeso, e stavo per perdere il lavoro. Guadagnavo solo 210 dollari al mese e, di questi, sessanta o settanta dollari andavano in affitto. Avevo una stanzetta minuscola in un appartamento con altri due lavoratori. La lunghezza della stanza era solo un piede più lunga della mia altezza. A volte mi facevo male se i miei piedi cadevano nel modo sbagliato. Quando ricordo la mia povertà, piango.
Improvvisamente, di punto in bianco, il Console Generale mi fece una domanda: "A proposito, Ghose, conosci Dilip?"
Ero sorpreso. Dissi: "Signore, intende Dilip Kumar Roy?"
Il Console Generale disse: "Sì".
Risposi: "Conosco Dilip-da così bene. All'Ashram, mi sono crogiolato al sole del suo affetto. È stato sempre molto gentile con me. Posso raccontarle tante storie su di lui."
"Allora di' qualcosa," disse il Console Generale.
Iniziai a raccontargli tutto del mio legame con Dilip-da, a cominciare dal mio taccuino di poesie bengalesi e dai suggerimenti che Dilip-da mi diede. Così tanti avvenimenti ho raccontato. Ho anche detto al Console Generale che avevo inviato di recente a Dilip-da il mio articolo su suo padre, D.L. Roy, e che Dilip-da mi aveva inviato una lettera apprezzando molto l'articolo. Aggiunsi che Dilip-da mi aveva dato un consiglio non richiesto: non importa quanto io soffra in America, di non tornare mai più all'Ashram.
Poi, davanti a me, il Console Generale fece a pezzi la lettera e la gettò via. Non mi mostrò la lettera. Disse: "Sono un amico personale di Dilip. Ora so cosa ha passato."
Circa quindici anni prima, Dilip-da aveva vissuto la stessa cosa quando aveva lasciato l'Ashram e aprì un centro a Pune. Il Console Generale continuò: "Dato che piaci così tanto a Dilip, la faccenda è chiusa." Il Console Generale mi sorrise ed era tutto finito.
Riuscite ad immaginare! Il tocco magico del nome di Dilip-da mi salvò. Altrimenti, lo sa Dio, il mio destino avrebbe preso una piega sbagliata. La mia migliore credenziale era l'affetto di Dilip-da per me. Queste cose mi fanno venire le lacrime agli occhi.Poi, il giorno successivo, il 23 gennaio, celebriamo il compleanno del più caro amico di Dilip-da, Netaji Subhas Chandra Bose.
Nel 1997, in occasione del loro centenario della nascita, scrissi una serie di poesie intitolate 'Subhas e Dilip: l'amico mistico contro l'amico psichico'.Quando arrivai, sentii subito che l'intero Ashram era pieno di pace, pace, pace. Entrai nella sala di meditazione principale. La statua di Ramana Maharshi all'interno della sala è la più sacra. Nel 1956, quando vidi per la prima volta una statua di Ramana inghirlandata, sentii la presenza viva di Ramana Maharshi all'interno della statua. Anche questa volta questa particolare statua era assolutamente viva. Purtroppo, a causa delle condizioni del mio ginocchio, potei fare il giro della statua solo una volta. Poi mi sedetti a meditare. L'atmosfera all'interno della sala di meditazione era così sublime.
In seguito, volevo andare alla grotta dove Maharshi meditava effettivamente quando arrivò ad Arunachala. Mi dissero che è a quarantacinque minuti a piedi. Ahimè, non potevo camminare affatto. Quando andai là, quindici anni prima, vidi la grotta ed ebbi un'esperienza molto positiva. Ma questa volta era impossibile.
Decisi di andare a chiedere al Presidente dell'Ashram se fosse davvero una passeggiata così lunga. Il presidente non c'era, ma il vicepresidente era disponibile. Il suo nome è Mani Ramanan. Lui e suo fratello maggiore Sundaram, che è il presidente, sono i diretti discendenti di Ramana Maharshi.
Entrai nell'ufficio di Mani e iniziammo a parlare e parlare. Non appena seppe che venivo dallo Sri Aurobindo Ashram, fu curioso di scoprire se avessi conosciuto Dilip Kumar Roy, la Voce d'Oro.
Gli dissi che avevo conosciuto Dilip-da durante la mia adolescenza all'Ashram. Poi potei raccontare al vicepresidente molte storie su Dilip-da e le mie esperienze personali con lui. Era così felice e così commosso nell'ascoltarle. È un grande ammiratore di Dilip-da.Il padre di Dilip Roy, Dwijendra Lal Roy, compose molti canti nazionali che sono estremamente pieni d'anima, potenti e autentici. Immediatamente fanno piangere di commozione. Le vostre lacrime si trovano non solo negli occhi ma anche nel vostro cuore. L'intero Bengala è inondato da D.L. Le canzoni patriottiche di Roy. Egli ha scritto alcune canti estremamente belli per risvegliare il subcontinente addormentato. L'amore per la sua patria sgorgava dal suo cuore come una fontana. Alcuni dicono che i suoi canti patriottici superano persino quelli di Tagore.
Uno dei suoi canti più famosi è '/Bharat Amar". Questa canto l'ho cantato in pubblico con sei ragazzi. Secondo me, questa è il nostro canto nazionale più bello, più potente, più significativo. Nessun abitante del villaggio bengalese ignora questa canzone. Scrisse anche molte, molte opere teatrali. Tagore non poteva competere con lui come drammaturgo.
All'inizio Tagore e D.L. Roy erano buoni amici ma, purtroppo, nella vita umana l'amicizia non dura. Sono diventati rivali e poi sono diventati praticamente nemici, e Tagore ha rinunciato ad andare da D.L. La casa di Roy.
La madre di Dilip morì quando lui aveva solo sei anni e fu allevato da suo padre. Purtroppo, suo padre morì nel 1913, quando Dilip aveva sedici anni. A quel punto, Tagore era diventato così grande. Dilip aveva il fortissimo desiderio di incontrare Tagore e, allo stesso tempo, sapeva che tra Tagore e suo padre erano stati tirati fuori i pugnali. Come poteva andare a cercare le benedizioni di Tagore? Dilip non osò andare a trovarlo.
Una scrittrice bengalese molto famosa, Sarat Chandra Chatterjee, voleva porre fine a questa infelice situazione. Aveva un grande affetto per Dilip ed era anche vicina a Tagore. Tagore una volta confessò che, come romanziere, non poteva competere con Sarat Chandra.
Ad ogni modo, questa grande scrittrice raccolse la sfida. Disse a Dilip: "Dilip, non preoccuparti. Tagore ti perdonerà; non avrà nulla contro di te."
Dilip disse a Sarat Chandra: "Mio padre e Tagore erano in pessimi rapporti. Tagore accetterà di vedermi?"
Sarat Chandra gli assicurò: "Sei giovane. Sono sicura che ti vedrà."
Quindi, pieno di paura, Dilip andò con Sarat Chandra a casa di Tagore. Dilip era allora ancora nella sua adolescenza. Il ragazzo disse a Tagore: "Mio padre se n'è andato. Non possiamo riconciliarci?"
Allora Tagore dimenticò completamente i suoi malumori nei confronti del padre di Dilip; il suo cuore magnanimo non portava alcuna animosità verso il figlio. Al contrario, profuse tutta la sua gentilezza, affetto, amore e benedizioni su Dilip.
Il soprannome di Dilip era Mantu. Tagore lo chiamava Mantu. Anche il soprannome di mio fratello era Mantu. Tagore era la compassione incarnata. Incoraggiò Dilip in tanti modi e Dilip lo visitò molte volte a Santiniketan e in altri luoghi. È così che Sarat Chandra risolse il problema.
In una lettera a Dilip, Tagore scrisse: "Ho un sincero affetto per te. Il mio cuore è attratto dalla tua assoluta sincerità e franchezza."
Questa era la grande nobiltà di Tagore. Tutti ricorderanno la grandezza di Tagore.Una conversazione fu così sorprendente. Dilip era senza paura. Disse a Tagore: "Kabiguru [Guru dei poeti], li tuoi canti, perché non permetti ad altri altri di metterle in musica? Perdonami, ma potrebbero creare le melodie migliori con le tue parole più belle. Perché non permetterlo? Loro sono grandi cantanti. Faranno un lavoro molto migliore. Le tue melodie sono così semplici."
Tagore rispose: "Guarda, do molta più importanza alle mie parole che alla mia musica. Sono totalmente identificato con le parole. Le parole trasmettono ciò che ho all'interno. Le parole trasmettono i miei sentimenti. Quando scrivo, le parole vengono a me prima. Poi arriva la melodia. Le melodie non trasmettono sentimenti. Quindi se altri possono dare una melodia migliore ai miei canti, non glielo permetterò perché so che le parole trasmettono i miei sentimenti. Vengono da me direttamente. Mi danno un tale dolce sentimento. Le parole sono così importanti nella mia vita. Questo era Tagore.
Poi qualche anno dopo, a qualcun altro, Tagore disse delle sue poesie che erano state musicate: "Le mie parole sono come vedove. Ma quando sono musicate, diventano come spose, bellissime. Quando arriva la musica, è come una bella ragazza con tutti i tipi di ornamenti. Ma se la poesia rimane solo come parole, allora è come una vedova indiana. Le parole devono rinunciare a tutta la loro bellezza."
A quei tempi, le vedove indiane non potevano avere la bellezza. Dovevano tagliarsi i capelli, non potevano indossare gioielli e dovevano condurre una vita austera. Si sono incarnate nella semplicità. Erano sempre in lutto per la perdita dei loro mariti.
A Dilip Roy, Tagore disse che le parole vengono prima, non gli importava della melodia, e poi a qualcun altro disse che senza melodia la poesia è una vedova, non c'è bellezza, non c'è fascino. Cambiò opinione. Fornì due versioni e io le ho lette entrambe. Il fatto è che permise a cinque o sei dei suoi studenti di comporre musica per le sue poesie, ma era una cosa molto limitata.Tagore disse: "Andato storto? Ho appena ricevuto una lettera da qualcuno. Si sta per sposare. Vuole che scriva una poesia sul suo matrimonio. Riuscite ad immaginarlo? Devo scrivere una poesia sul suo matrimonio! Sono così sconvolto. È uno scherzo."
Poi disse: "Dilip, non sposarti. E poi, se ti sposi, per favore non chiedermi di scrivere poesie sul tuo matrimonio."
Dilip lo assicurò: "No, no, non devi preoccuparti."
Tagore disse la stessa cosa a Uma Bose: "Non sposarti mai. Il matrimonio non va affatto bene."
Poi Tagore raccontò loro una storia comica sul matrimonio. Disse che era successo a suo nome, ma ne dubito fortemente. Tagore era un altro burlone. Questa è la storia che Dilip e i suoi amici ascoltarono direttamente da Tagore.
I parenti di Tagore avevano trovato una sposa per Tagore. In India, questa è la tradizione. Per prima cosa i parenti prendono le disposizioni. A volte gli sposi non si vedono nemmeno prima del matrimonio; hanno una tale fiducia nei loro anziani. Ad ogni modo, i parenti andarono a trovare la futura sposa e furono molto, molto contenti della ragazza. Dicevano che era la più bella, inoltre era un'abile pianista. Poteva anche suonare altri strumenti. Era esperta in tutto. Quindi il matrimonio era tutto risolto.
Tagore andò con alcuni dei suoi amici a vedere la futura sposa prima di prendere una decisione definitiva. Dopo aver aspettato alcuni minuti, una signora che era la bellezza incarnata entrò nella stanza e iniziò a suonare il piano. Stava suonando in modo così incantevole. Tagore era così commosso, così eccitato e così felice che avrebbe sposato questa particolare donna. Stava nuotando nel mare dell'estasi.
Lei suonò per una decina di minuti. Tagore non resisteva. Disse ai suoi amici: "Lasciate che le dica che sono pronto a sposarmi. Sono pronto a sposarla!"
Gli amici di Tagore dissero: "No, no, non è un modo di fare corretto! Non fare questo genere di cose. Ti sposerai sicuramente, ma non agire a sproposito. Faremo tutti gli accordi."
Non volevano che si comportasse male. Per dieci o quindici minuti lei suonò, e Tagore non vedeva l'ora di dirle che l'avrebbe sposata.
Poi, dopo aver suonato il piano in modo così incantevole, la signora si rivolse agli ospiti e disse: "Ora mando mia figlia. Verrà a suonare per voi. Si è preparata."
Quando la figlia entrò nella stanza, il cuore di Tagore cadde. Era la bruttezza incarnata! La madre era così bella e tutti pensavano che fosse lei quella che doveva essere la futura sposa. Lo stesso Tagore era impaziente di sposarla. Ma stava solo intrattenendo gli ospiti mentre sua figlia si stava vestendo. Quando la figlia mostrò il suo volto, bastò. Non aveva alcuna bellezza, niente.
Tagore era così deluso e disgustato. Non voleva sentire la sua musica. Voleva solo scomparire. Ma i suoi amici non glielo permisero. Dissero: "No, non è appropriato, non è appropriato. Devi stare qui con noi per un po' di tempo."
La figlia suonò il pianoforte e se ne andò. Poi gli amici informarono la madre che il matrimonio era stato annullato.
Dopo aver raccontato questa storia, Tagore consigliò ancora una volta a Dilip: "Dilip, non sposarti mai!"
Questa era la storia divertente e simpatica di Dilip Roy su Tagore. Non sappiamo se sia successo davvero nella vita di Tagore o meno.
A proposito, di recente ho appreso che la cugina di Atul Prasad era Sahana-di, la mia madre dell'Ashram. Che piccolo mondo! Lui stesso era un eccellente compositore. Ho liberamente preso in prestito la melodia dalla sua canzone suprema "Balo balo balo sabe" per la mia canzone "Chalo chalo chalo chalo".```
Subhas è il potere del gong.
Dilip è il canto della bellezza.Dilip era un cantante dela Sorgente.
Subhas era un marciatore sul Corso.Vero, due approcci diversi
Alla Realtà Ultima.Tuttavia,
Hanno condotto le barche delle loro viteCon amore e generosità
Tra le loro reciprocheSponde di ammirazione della mente
E sponde di affetto del cuore.Subha disse a Dilip,
"Dilip, vieni e unisciti a me immediatamente!"Dilip disse a Subhas,
"Subhas, vieni e unisciti a me saggiamente!"Dio, l'Autore di ogni bene, disse loro:
"Figli miei, dovreste restare entrambiOvunque voi siate.
Voglio che Subhas Mi soddisfiNel suo modo indomito.
Voglio che anche Dilip Mi soddisfiNel suo modo inimitabile.
Dopo le vostre partenze terrestri,In Cielo uno marcerà con Me
E per me,Mentre l'altro canterà con Me
E per Me."Dal più profondo del suo cuore,
Subhas confidava in Dilip:"Sono spesso nel vortice della politica.
Ho a che fare con molti amici. La maggior parte di loroMolto spesso sono perfetti estranei alla verità.
Almeno in te — nella tua anima, nel tuo cuore,Nella tua vita - ho trovato
Un amico incessantemente affidabile.Dilip, come potrei mai dimenticare
La spontanea generosità del tuo cuore?Mi hai dato novanta sterline
Quando avevo un disperato bisogno finanziario.Un amico si vede nel momento del bisogno!"
Due amici pieni di affetto;
Due amici che rimuovono la confusione mentale;Due amici cercatori di verità;
Due veri amici credenti in Dio;Due amici della fontana di consolazione;
Due amici che offrono i cuori eIlluminano la vita.
Subha il cercatore di verità
O Subha l'amante di DioRimane per sempre da scoprire
O sepolto nell'oblio.Dilip è il terribile sfidante.
Con la sua forza interiore,Ha portato alla ribalta
Il respiro della fame di Dio del suo più caro amico.Dilip voleva che Subhas accettasse
La vita spiritualeNel senso più puro del termine,
Perché Dilip aveva sempre trovato in SubhasUn cercatore di Dio per eccellenza
E un mistico delle altissime vette.Dilip era tutto ardente di portare Subhas
A incontrare Sri Aurobindo.```
Era il sogno di Dilip che il suo più caro amico Subhas un giorno avrebbe accettato lo Yoga e sarebbe andato alla Sorgente, la Meta Ultima. Allora, dall'Assoluto Supremo, voleva che Subhas imparasse come eseguire idee legate alla terra e ideali liberi del Cielo.Subha sentiva che la liberazione di Madre India dovreva essere il suo primo e principale obiettivo. Sottoscriveva il punto di vista di Dilip secondo cui la meta più alta è la realizzazione di Dio. Ma non era né pronto né disposto ad avere quel traguardo altissimo come suo, proprio suo, per il momento. Credeva che quando l'Ora di Dio scocca, l'Ora stessa farà il necessario. Subha voluva arrampicarsi sull'albero della vita progressivamente, passo dopo passo, prestando la dovuta attenzione ad ogni altezza successiva.
Dilip era irremovibile. Non voleva che l'ardente fame di Dio del suo più caro amico nei recessi più intimi del suo cuore rimanesse totalmente, se non sorprendentemente, dormiente. Pertanto, più e più volte, fece tentativi pieni d'anima per portare in primo piano gli autentici pianti di fame per Dio del suo amico. No, mai con intelligenza, ma con dono di sé.
In cambio, Subha offrì il suo cuore di gratitudine a Dilip. Qualcosa è allo stesso tempo interessante e illuminante: ogni volta che riceveva benedizioni, premura e buona volontà - anche indirettamente - da Sri Aurobindo, Subhas il cuore sbocciava in sincerità e apprezzamento.
[Questo capitolo è un estratto da un libro che ho scritto nel 1997 in occasione del centenario della nascita di Netaji Subhas Chandra Bose. Si intitola Madre, il tuo cinquantesimo anniversario dell'indipendenza! Sono Venuto. Sempre nei Pianti della Tua Eternità e nei Sorrisi del Tuo Infinito, Subhas.]Poggio la testa ai Piedi
Dell'Assoluto Signore Supremo.Ora sto tessendo una ghirlanda di poesie
Da offrire a qualcuno che èUn divinamente e supremamente alto
Cercatore, cantante e poeta.Anche se ora so
Come adorarlo,So che il suo cuore è tutto affetto.
Vorrei rubargli il cuoreE desidero sentire il suo messaggio divino.
Molti grandi uomini e donneDi innumerevoli virtù vengono a vederlo,
Come in un pellegrinaggio.Non so come offrire il mio amore,
Ammirazione e adorazione per lui.La lingua del mio cuore di silenzio
Come può esprimere a parole?Sono solo fuori dalla porta del suo cuore
Per salutarlo.Questa poesia, inondata dalla mia ammirazione
E adorazione, offro per il suo compleanno.Il mio cuore è tutto impaziente
Di conquistare il suo affetto.```
– Chinmoy, 22 gennaio 1948Dilip-da
Dilip-da, Dilip-da, Dilip-da,
Tumi bhitare sada bahire sadaO voce d'oro, voce d'oro,
Il tuo cuore era la scelta di tutti.Gandharva Lok hate esechile
Dharanire pran bhare diyechileTirthankar, Tra i grandi, Tirthankar
Vishwa sabhar apurba vidagdha antarGurudev Sri Aurobindo dulal
Tomar lagi animesh karuna dayal ```Amader Dilip-da amader
Nil nabhe nil pakhi prabhaterAmader Dilip-da amader
Puta hiya Guru bani pracharerAmader Dilip-da amader
Madhu priti madhu giti oparerAmader Dilip-da amader
Saundarjya saurabh Gandharva Loker```
DDA 27. Parole e musica di Chinmoy 24 gennaio 1997.↩
Sri Aurobindo sneher baridhi
Dilip Dilip DilipSabar hiyai jwalate perechho
dibya premer pradipEkadhare tumi bhakati plaban
sangit giti sudhaNimeshe nimeshe tomar jiban
turiya dhamer khudha```
```Oceano di Compassione di Sri Aurobindo,
Dilip, Dilip, Dilip!Sei stato in grado di accendere la lampada di
Amore Divino in ogni cuore.Tu eri contemporaneamente il fiume della devozione
E La musica-canto di nettare.Insonne la tua vita era per
Il Regno-Apice dell'Assoluto.```
DDA 28. Parole e musica di Chinmoy 1 luglio 2007.↩
From:Sri Chinmoy,La mia adorazione per Dilip-da, Agni Press, 2007
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