Agni [pronuncia: Ag-ni]

Ci sono quattro Veda: il Rig Veda, il Sama Veda, il Yajur Veda, e l’Atharva Veda. Tutti voi sapete che il Rig Veda è la nostra scrittura più antica, più profonda, più sacra, più santa. Nel Rig Veda si legge di Indra, il signore degli Dei, che è considerato il più importante e il più potente tra gli Dei Cosmici. Prossimo a lui c’è Agni. Nel Rig Veda, a questo particolare Dio, Agni, sono offerti circa duecento versi. Nel Rig Veda, Agni è il primo degli Dei Cosmici da invocare; le nostre scritture indiane iniziano con Agni, non con Indra.

Sappiamo qualcosa sull’inizio della lingua o sull’inizio dell’aspirazione umana in forma di linguaggio, sappiamo che c’è un particolare modello seguito da molte lingue. In sanscrito, la madre di tutte le nostre lingue indiane, la A è la prima lettera dell’alfabeto, come in inglese. Agni è il primo e più eminente sacerdote, e il suo nome inizia con A. Il Rig Veda inizia con un inno ad Agni, quindi i Veda iniziano con A. Ora vediamo molto brevemente alcune lingue Occidentali. L’ebraico inizia con ‘alef’ e il greco con ‘alfa’, approssimativamente lo stesso suono della nostra A; il latino e le varie lingue romanze da esso derivate, iniziano pure con la lettera A; così anche le lingue germaniche. Infatti, probabilmente, tutte le lingue dei gruppi linguistici indoeuropei, iniziano con il suono A, ed anche molti altri gruppi linguistici iniziano il loro alfabeto con questo suono.

Possiamo esser fieri della nostra unità umana! Sembra che il primo suono a sorgere dalla coscienza umana, ai primordi del risveglio della razza umana, sia il suono ‘a’, simbolizzato dalla lettera A. Quando le persone per la prima volta iniziarono a comunicare l’uno con l’altro, il primo suono che uscì dalle loro labbra fu senza dubbio ‘a’. Anche il primo vagito di un neonato è il suono ‘a-a-a’. Cosicché la A simboleggia il nostro suono-radice, la nostra sorgente.

Agni vuol dire fuoco. Questo fuoco si riferisce alla fiamma che aspira, che si innalza dall’essere profondo; ancora, Agni si riferisce anche al Dio Fuoco in persona. Noi siamo tutti aspiranti; siamo tutti cercatori della Verità infinita. Siamo noi che dobbiamo incarnare Agni, la fiamma dell’aspirazione, nei più profondi recessi dei nostri cuori. Dobbiamo anche crescere verso l’alto con questa fiamma finché non diventeremo l’incarnazione di Agni, il Dio Fuoco in persona.

Vorrei offrirvi i seguenti sloka [versi] dal Rig Veda:

Agnimile purohitam

yagyasya devamrtvijam

hotaram ratnadhatamam

Agni mile vuol dire ‘io adoro o venero la fiamma, Agni’. Purohitam yagyasya vuol dire ‘il sacerdote, il sacerdote della casa, del sacrificio’. Devam vuol dire ‘divino’, e rtvijam è il sacerdote o ministro che celebra il sacrificio. Hotaram è l’ ‘evocatore’ o l’ ‘invocatore’. Ratnadha significa ‘colui che fonda o instaura il gioiello dell’estasi, la ricchezza interiore, il nettare’. Tamam costituisce il superlativo di ratnadha. Ratnadhatamam è ‘colui che più di ogni altro raggiunge l’estasi interiore’. In tal modo, il primissimo verso del Rig Veda dedicato ad Agni, recita così in traduzione libera:

“O Agni, Ti adoro,

O sacerdote, o ministro divino

che celebra il Sacrificio divino

che è anche l’invocatore, l’evocatore

che massimamente pone su di noi la ricchezza divina.”

Vorrei dire che la traduzione non può mai far giustizia a queste parole sanscrite, sublimi e profonde. Io uso i termini ‘sacerdote’ e ‘ministro’, ma devo chiedere scusa per questo: queste parole italiane [inglesi] mai potranno trasmettere il significato della parola rtvik, colui che invoca, l’evocatore del Supremo, colui che celebra il sacrificio. Chiunque conosca il sanscrito e l’inglese sentirà immediatamente che c’è una grandissima distanza tra le parole sanscrite rtvik e hotaram e le parole inglesi ‘priest’ e ‘minister’, e così via.

Vorrei parlare un po’ di Agni nel suo ruolo di sacerdote. Egli è insieme tre diversi sacerdoti. Per primo è il sacerdote che prega, prega in vece nostra, in vece della coscienza della Terra. Poi è il sacerdote che celebra, che assomiglia a quello che possiamo chiamare il sacerdote di una chiesa: celebra il sacrificio divino in vece nostra. Nel suo terzo aspetto, Agni è il sacerdote che pone la ricchezza divina su di noi: in questo ruolo porta la nostra aspirazione all’Altissimo e porta giù il messaggio dell’Altissimo per noi. È come un Maestro spirituale che entra nell’ignoranza del suo discepolo, la porta su all’Altissimo, e poi porta giù la Pace, Luce, e Beatitudine di Dio. Il Maestro è un messaggero, e anche Agni gioca il ruolo di un messaggero: porta la nostra aspirazione umana all’Assoluto Supremo e porta giù la Grazia Divina all’umanità oscura e disperata.

Agni è molto spesso associato ad Indra. Nel Rig Veda a volte viene menzionato che Agni ed Indra sono gemelli, ma quello che svolge i riti spirituali e i doveri religiosi con maggior successo è Agni. Alcuni Maestri spirituali dicono che Agni porta l’aspirazione umana all’Altissimo in forma di Potere, mentre Indra porta giù Luce nella ’atmosfera’ della Terra. Si muovono simultaneamente, uno va su e l’altro va giù.

Pieno di energia divina e vigore divino è questo Signore, Agni! Vedrete Forza di Volontà illimitata dentro di lui ed intorno a lui; la forma dinamica di Agni a volte è associata a Rudra, il Terribile, con l’aspetto Tuonante del Supremo. Rudra ed Agni sono amici, stanno bene insieme, vediamo Rudra nel Dio Cosmico Agni, nel suo aspetto di Legge Dinamica.

Secondo la mitologia Indù, Agni ha due facce, tre gambe, tre corpi e sette braccia, a formare una svastica. Spesso è rappresentato con una barba rossa, denti d’oro, e una lingua fiammeggiante fuori dalla bocca; ma una persona spirituale, quando entra nel più elevato piano di coscienza, non vedrà mai Agni in questo modo. Queste descrizioni non sono tutte reali, sul livello più alto: dobbiamo sapere che un artista vede Agni dal suo livello di coscienza, dal suo standard, e dipinge la coscienza che vede; alquanto interessante è che anche i saggi vedici che dicono di aver visto Agni, lo descrivono con due facce, una lingua fiammeggiante e così via: ma hanno visto una particolare forma di Agni che era il riflesso della loro crescita spirituale individuale.

Ognuno vedrà forme differenti degli Dei, a seconda della propria realizzazione individuale. Per esempio, quando qualcuno invoca l’aspetto del Potere di Agni, allora vede Agni nel mondo vitale con la lingua fuori e i capelli infuocati; ma un altro aspirante, che invoca l’aspetto benevolente del Dio, vedrà Agni come una divinità benigna, splendente, piena di Potere luminoso e compassionevole; un terzo aspirante, dopo aver commesso un serio errore morale sul piano fisico, pensando che il Dio sarà estremamente dispiaciuto con lui, trova la forma distruttiva e furibonda di Agni; ma il vero Agni, nella sua più alta coscienza, e nella sua ‘nitya rupa’, o forma eterna, apparirà innanzi al cercatore in una forma umana normale con due braccia, due gambe, e così via. Avrà un aspetto alto e molto bello.

La mitologia indiana dice che Agni nacque in Paradiso ed anche sulla Terra. Quando nacque in Paradiso, il messaggio fu portato giù sulla Terra dal messaggero cosmico, Matarisvan, che altri non era che Agni stesso mascherato; quando nacque sulla Terra, dice la leggenda, il Dio Agni venne alla luce magicamente quando due bastoncini vennero sfregati tra loro. Quando nasciamo da genitori umani non li mangiamo! Ma nel caso di Agni, secondo il mito, appena nato divorò i suoi anziani genitori.

La mitologia indiana è basata su una profonda vena di verità spirituale, ma questa verità è ricamata e velata quando è convertita in affascinanti storie e racconti, fatti per intrattenere una coscienza umana molto popolare. I Purana sono le epiche indiane antiche che dicono tutto degli Dei e Dee. Esprimono delle verità profonde rendendole accessibili alla coscienza umana ordinaria. La reale verità spirituale dell’episodio in cui Agni divora i suoi genitori è questa: quando venne alla luce, divorò l’ignoranza cosmica attorno a lui. La Terra è piena di oscurità, ignoranza, imperfezione, limitazione, legami, ed altre cose non-divine. I suoi genitori rappresentavano simbolicamente la coscienza della Terra, ma se pensate che lui divorò i suoi veri genitori, sarebbe una vera ingiustizia verso Agni, il Dio Cosmico!

Quando lo vediamo nel piano vitale, Agni ha sette braccia che formano una svastica. Quest’ultima è una vecchia parola sanscrita associata spesso ad Agni. Molti americani sanno solo che la svastica fu adottata dai nazisti divenendo il simbolo odiato del totalitarismo e dell’oppressione brutale, ma io vorrei dirvi che la svastica è uno dei simboli più antichi. È un simbolo occulto, usato in Oriente così come in Occidente; alcune organizzazioni spirituali, come la ‘Theosophical Society’ usano la svastica come parte del loro emblema. Cosa significa la svastica? Il significato essoterico è fortuna, prosperità e successo. Il significato esoterico della svastica è progresso interiore, raggiungimento interiore, traguardo interiore.

La svastica spesso è usata come punto focale di concentrazione, ma se non sai come concentrarti bene non ne avrai risultati soddisfacenti. Il simbolo viene disegnato in due modi: in Occidente è disegnato da destra a sinistra: con la figura centrale somigliante ad una zeta al contrario, e il braccio sinistro verso l’alto e quello destro verso il basso.

In India la figura centrale di solito è tracciata in modo esattamente opposto, come una zeta normale, e il braccio destro verso l’alto e quello sinistro verso il basso.

Non importa quale svastica usate per la concentrazione, se non vi concentrate nel modo corretto, sarà come guardare un’immagine qualsiasi. Dovete focalizzare totalmente la vostra attenzione sul punto in cui le linee verticale e orizzontale si incrociano, nel centro. Poi dovete sentire che questa è la sorgente, il seme, l’origine del vostro raggiungimento divino, mentre i bracci saranno ciò che crescerà dalla sorgente. Mentre vi concentrate sulla svastica, cercate di mantenere nella mente questo mantra massimamente illuminante del Rig Veda:

Agne naya supathā rāye asmān

viśvāni deva vayunāni vidvān

yuyodhy asmaj juhurānam eno

bhūyiṣṭhaṃ te nama uktiṃ vidhema

“O Agni, O Dio del Fuoco,

guidaci lungo la giusta via

così che possiamo fruire dei frutti

delle nostre azioni divine.

Tu conosci, o Dio, tutte le nostre azioni.

O Dio, porta via da noi tutti i nostri

peccati della non-aspirazione e del legame e

distruggili.

A Te offriamo i nostri ossequi e preghiere,

ferventi e pieni d’anima,

li offriamo a te.”

Il giusto sentiero è l’aspirazione del cuore.

La Compassione di Dio è la guida autentica.

I frutti delle nostre azioni divine sono Pace, Luce e Beatitudine.

Il peccato è il sorriso del legame che limita se stesso.

Nelle nostre preghiere ed ossequi dimora Dio l’illuminante Salvatore.

Agni è amato da tutti, indipendentemente dall’età. A volte un signore anziano è amato dai suoi colleghi, mentre le nuove generazioni trovano difficile apprezzare il suo genio: il vecchio e il nuovo non si apprezzano, ma nel caso di Agni non è così. Il secondo verso nel Rig Veda ci dice che Agni è adorato e venerato dai saggi antichi ed allo stesso tempo dai cercatori nuovi venuti; egli può esaudire un bambino così come un ottuagenario; un bambino piccolo ha desideri, ma non ha la parola per esprimerli, non ha cosciente aspirazione, i suoi desideri sono la sua aspirazione a tentoni e incosciente. Un anziano, un ottuagenario, sa che il desiderio è qualcosa che non lo appagherà, è solo l’aspirazione che potrà renderlo soddisfatto, cosicché nella sua vita usa consciamente l’aspirazione. Sia il bambino che l’anziano vogliono qualcosa che ora non hanno, il bambino inconsciamente e l’anziano consciamente.

La vera fine, la fine ultima, arriva grazie all’aspirazione cosciente. Non importa cosa vogliamo avere o vogliamo diventare, dobbiamo farlo utilizzando l’aspirazione, cosicché l’inizio e il finale hanno la stessa canzone in due forme diverse. L’inizio comincia inconsciamente per ottenere qualcosa di più appagante e più soddisfacente. Il bambino, data la sua ignoranza, non usa i mezzi dell’appagamento in un modo divino, mentre l’adulto applica l’aspirazione in un modo appropriato per raggiungere la più alta Verità.

Per concludere, vorrei dire che Agni è il Dio della casa, nel senso che Agni è massimamente venerato nella famiglia, sia per appagare il desiderio, che l’aspirazione. Viene chiamato Griha Pati o Griha Swami: Signore della casa. È il Signore della casa, ed anche l’Ospite della casa. È l’Ospite supremo. I saggi sentirono la necessità di adorare Agni tutto il tempo, perché sentirono che non c’era fine alla loro aspirazione, e che Agni fosse la sola risposta alla la loro aspirazione. Allo stesso tempo, realizzarono che la fiamma dell’aspirazione poteva essere accesa da Agni soltanto. Abbiamo bisogno di Agni per accendere le fiamme dell’aspirazione, e allo stesso tempo abbiamo bisogno di Agni per raggiungere la nostra più alta Realizzazione.

Agni non è mai vecchio. È sempre giovane e rinasce ogni giorno. Quando accendiamo la fiamma dell’aspirazione al mattino presto, Agni nasce. Poi, di nuovo, è il Dio più antico perché è il primo sacerdote menzionato nel Rig Veda:

O Fiamma! Forza Grande! O Guida! Tu raccogli intorno a te tutte le genti del mondo e le unisci! Ardi luminoso nel Seggio alto della Rivelazione! Ci porti tutte le Ricchezze! Agni è insieme aspirazione umana e rivelazione divina. Se volete ripetere in silenzio il nome Agni per alcuni minuti al mattino presto, sentirete la fiamma ascendente dell’aspirazione dentro di voi. Ripetete ‘Agni’ con tutta l’anima, con la massima devozione: sentirete la messe abbondante della Realizzazione divina dentro di voi.

From:Sri Chinmoy,Danza degli Dei cosmici, Agni Press, 1974
Sourced from https://it.srichinmoylibrary.com/dcg