"Entrambe tu lodi, o Krishna, la rinuncia e l'azione disinteressata. Dimmi definitivamente una volta per tutte, qual è la migliore delle due?"
La risposta immediata di Sri Krishna è: "Entrambe portano alla Beatitudine Suprema, ma l'azione è più facile, l'azione è superiore."Il Divino Maestro chiarisce, tuttavia, che la rinuncia non può essere raggiunta in un batter d'occhio, e raggiungere il frutto della rinuncia senza un'azione altruistica è quasi impossibile.
Lo yoga è azione liberata dal senso di separazione. La consapevolezza di un sentimento separato è la morte della rinuncia. L'azione compiuta con un sentimento di unità universale è la nascita gloriosa della rinuncia.
Ci sono due scuole Una scuola insegna la rinuncia a qualsiasi lavoro. L'altra scuola insegna l’esecuzione dell'azione, la giusta azione. Una scuola dice: "Smetti di fare qualsiasi cosa." L'altra scuola dice: "Inizia a fare tutto". Ahimè! Poiché il messaggio della Gita non è stato veramente compreso in India, quel paese abbonda sia negli aridi asceti sia negli uomini d'azione non illuminati.
Dall'azione, scaturisce l'azione. L'azione in quanto tale non può mai mettere fine all'azione. L'azione è continua. L'azione è perpetua. Non importa quanto duramente lavoriamo, per quanto tempo lavoriamo, la semplice azione non può mai mostrarci il Volto del Supremo. È un vero Karma-Yogi colui che lavora per il Supremo e per il Supremo solamente. In effetti il Karma Yogi è anche il più grande rinunciante, perché non cerca nulla, non rifiuta nulla. A lui simpatie e antipatie hanno uguale importanza. Tutte le coppie di opposti sono al suo alto comando. Esistono per affermarlo, per appagarlo, per incoronarlo con la vittoria, interiore ed esteriore.
Gli insegnamenti di Krishna mirano a una Meta, la Beatitudine Suprema. I temperamenti umani sono destinati a differire. Gli esseri umani hanno diverse tendenze e inclinazioni. Stando così le cose, per Arjuna è difficile valutare il percorso più immediato e più diretto.
Azione e rinuncia sono identiche. L'azione è l'albero. La rinuncia è il frutto di esso. Uno non può essere più grande dell'altro. L'albero e il frutto crescono nel seno dell'Infinito per essere amati dall'Eternità e abbracciati dall'Immortalità.From:Sri Chinmoy,Commento alla Bhagavad Gita: Il canto dell’Anima Trascendente, Agni Press, 1971
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