Il corpo è la nostra protezione esteriore e, allo stesso tempo, è il nostro strumento per la manifestazione fisica. Senza il corpo, l’anima non può agire. Fino a quando la manifestazione non avrà luogo nel mondo fisico, esteriore, non saremo capaci di offrire la Verità reale al mondo intero. La funzione del corpo è quella di manifestare la Realtà dell’anima. L’anima ha bisogno del corpo per poter manifestare la Verità interiore, la Verità divina, ed il corpo, a sua volta, ha bisogno dell’anima per realizzare la Verità più elevata.
Quando l’anima ci ispira a fare qualcosa, ci dà anche la capacità necessaria per farlo ma, sfortunatamente, il corpo, il vitale, e la mente, che non aspirano, non obbediscono alle richieste dell’anima. Il corpo, il vitale e la mente ci inviano dei messaggi, che però non coincidono con quanto l’anima ci chiede interiormente di fare. Quello che il corpo desidera, spesso, è in contraddizione con i bisogni divini dell’anima, perché questo corpo, fatto di materia, è l’incoscienza stessa.
Quando una persona inizia ad aspirare consciamente, tutto il suo essere, gradualmente, incomincia ad aspirare: la sua anima aspira, il suo cuore aspira, la sua mente, il suo vitale ed infine il suo corpo, aspirano. Quando la parte fisica del cercatore inizia ad identificarsi con l’ispirazione e l’aspirazione dell’anima, la Luce di Dio può trovare in lui un ricettacolo appropriato.Prima dell’inizio della creazione, la creazione che vediamo attorno a noi, esisteva solo Hiranyagarbha, che in sanscrito significa ‘grembo d’oro’ - hiranya vuol dire oro e garbha vuol dire grembo o utero. I nostri occhi fisici non saranno mai in grado di vedere questo Hiranyagarbha, né noi di sentirlo, ma è da lì che germinò originalmente il seme della creazione, ed è da lì che il corpo causale ha iniziato ad esistere.
Nel corpo causale possediamo tutte le qualità in forma di seme, e nel corpo sottile iniziamo ad ottenere la manifestazione di alcune di queste qualità che esistono nel corpo causale. Infine otteniamo la verità, la realtà, le esperienze e la realizzazione di tutto questo nel corpo fisico, che è come un enorme albero banyan, cresciuto da un minuscolo seme.
Se paragoniamo il corpo fisico a quello causale, vi è una differenza semplicemente incredibile, ma è in questo modo che ha luogo la manifestazione, dal causale al sottile e dal sottile al fisico.Il corpo causale ha la capacità di appagarci completamente, ma lo fa nel corso del tempo, attraverso lo svolgersi della ruota che chiamiamo evoluzione.
Il viaggio ha inizio dal corpo causale, ma è con il corpo fisico che noi appaghiamo noi stessi, è attraverso la forma esteriore, fisica, che anche l’universo trova il suo appagamento.
Con il termine ‘fisico’ intendiamo indicare la coscienza esteriore dell’universo, che nella sua forma di seme è detta karana sharira.
Questo seme è cresciuto, diventando l’universo sconfinato che, quando si espande, raggiunge automaticamente la massima altezza. Si potrebbe obiettare che, espandersi e raggiungere la massima altezza sono due cose diverse, ma nel caso di Dio, nel caso dell’anima, non è così. Tutto quello che raggiunge l’angolo più lontano dell’universo, non ha significato se non ha raggiunto anche il punto più elevato. Dio non rimarrà mai inappagato e non permetterà neppure a noi di rimanere inappagati, perciò siamo destinati a raggiungere il punto più elevato, il più lontano e il più profondo.Il corpo sottile può essere visto e percepito quando la nostra kundalini è risvegliata, dato che la kundalini si trova nel corpo sottile, oppure quando una nuova luce scende nel corpo fisico. Quando questo accade, improvvisamente, in quella luce possiamo vedere il corpo sottile.
Vi sono anche altri modi per vedere il corpo sottile e, quando lo vediamo, riceviamo una grande fiducia nella nostra esistenza. Nella nostra attuale condizione ci contraddiciamo in continuazione, un momento diciamo che siamo e abbiamo qualcosa, ma poco dopo affermiamo esattamente il contrario, invece, se potessimo vedere spesso il nostro corpo sottile, otterremo una vera fiducia di avere qualcosa degno di essere posseduto e mostrato.Nel corpo sottile tutti noi abbiamo capacità enormi, è nella parte fisica che non abbiamo molte capacità. Questi tre corpi sono come i gradini di una scala: il terzo gradino, la parte fisica, non riceve quello che il secondo gradino ha da offrire. Le infinite potenzialità del corpo causale scendono nel corpo sottile, che non è abbastanza forte per dare queste capacità al fisico, perché il fisico non aspira. Il corpo sottile è più che pronto a farlo, ma se la parte fisica non aspira e non cerca di salire, se non compie alcuno sforzo consapevole, allora non riescono ad incontrarsi. Come possiamo nutrire e sviluppare la coscienza fisica? Lo possiamo fare solo attraverso un’appropriata auto disciplina. Vi sono due cose che segnano la nostra vita quotidiana: fare qualcosa o non fare qualcosa.
Se ti si presenta qualcosa di sbagliato, non farlo; se vedi qualcosa di giusto, fallo. È in questo modo che la nostra coscienza si espande automaticamente. Quando facciamo qualcosa di sbagliato, imprigioniamo la nostra coscienza. Se veniamo catturati da una tentazione, che per il momento non sappiamo respingere, cerchiamo di rimandare la nostra azione per un po’, rimandiamola a domani poi, quando è domani, rinviamola a dopodomani. Continuiamo in questo modo a rimandare l’azione sbagliata, nel frattempo faremo molte buone azioni, e la forza di queste azioni accrescerà il numero dei soldati nel nostro esercito divino, sarà allora facile respingere ogni tentazione. È in questo modo che possiamo sviluppare la coscienza nel fisico.Le asanas possono calmare il corpo, ma se ne facciamo troppe, se vengono eseguite in modo troppo dinamico, potrebbero risvegliare sentimenti di aggressività, mentre, fatte correttamente, trasmettono una vibrazione gentile, dolce e leggera. L’Hata Yoga ti può aiutare solo in parte a livello spirituale, dobbiamo essere consapevoli a che punto siamo nel nostro percorso spirituale.
Se siamo molto agitati, possiamo all’inizio praticare un po’ di Hata Yoga, per imparare a stare seduti rimanendo calmi e tranquilli, ma se non siamo vittime dell’irrequietezza, anche se siamo proprio dei principianti, non è necessaria alcuna pratica di Hata Yoga, dato che, quando meditiamo, entriamo automaticamente in uno stato di calma e tranquillità.
Facendo degli esercizi di Hata Yoga, sentiamo di regolarizzare e disciplinare la nostra vita, ma quando meditiamo correttamente, e l’energia vitale entra in noi come conseguenza della meditazione, automaticamente, la nostra vita viene disciplinata.La Pace e la Luce divina di cui abbiamo bisogno, non la riceveremo mai, mai, dall’Hata Yoga. Come gli esercizi di Yoga ci danno calma e tranquillità, così gli esercizi di respirazione ci daranno equilibrio, ma non si tratta di vera pace interiore, è solo uno stato temporaneo di calma. Le sole cose che portano vera pace sono la concentrazione, la meditazione e la contemplazione. Se il tuo scopo è solo quello di rendere il corpo rilassato ed in buona forma fisica, allora sicuramente l’Hata Yoga ti aiuterà, ma se vuoi completare il tuo percorso nella vita interiore, devi entrare nella scuola della concentrazione, della meditazione e della contemplazione.
L’Hata Yoga è come l’asilo, mentre tu vuoi prendere la laurea, e ci sono molti bravissimi studenti che non hanno frequentato l’asilo, sono andati direttamente alla scuola elementare e poi, da lì, alle superiori ed infine all’università.
In India, ci sono centinaia e migliaia di persone, che veramente aspirano, che non hanno mai fatto alcun esercizio fisico. Io sono stato in un ashram dove ho fatto dello sport per amore del corpo ma, anche là, il Maestro spirituale non ci ha mai raccomandato di fare delle asanas per progredire spiritualmente. In molte comunità spirituali in India non si pratica l’Hata Yoga, i cercatori iniziano subito con l’aspirazione e con la meditazione.
Se qualcuno pensa di realizzare Dio, diventando un esperto in Hata Yoga, o di progredire velocemente verso la realizzazione, vorrei dirgli che si sbaglia. Vi sono molte persone sulla terra che fanno esercizi fisici, e mantengono il corpo in ottima forma, ci sono lottatori, acrobati ed atleti che sono molto forti e sani, ma non otterranno la realizzazione di Dio in questa incarnazione, sono forti fisicamente, ma non si preoccupano di sviluppare forza spirituale.
Fortunatamente, o sfortunatamente, non vi è alcuna relazione tra la forza fisica e la forza o la capacità spirituale.
In ogni villaggio indiano ci sono centinaia di ragazzini che possono fare degli esercizi molto migliori di quelli che possono fare gli swami. La natura, Madre India, ha insegnato loro, ma per quei ragazzini la realizzazione di Dio rimarrà un’aspirazione lontana.Dobbiamo chiarire a noi stessi quello che vogliamo. L’Hata Yoga ci può offrire qualcosa di molto limitato, la meditazione ci offre qualcosa che è assolutamente illimitato.
Se tu dici di voler raggiungere prima la cosa limitata e poi crescere nell’illimitato, va bene, ma se hai la capacità e la volontà di entrare direttamente nel vasto oceano, Dio non ti chiederà di nuotare in una piscina. D’altronde, se non hai la capacità di tuffarti direttamente nell’oceano, allora Dio dirà: “Vai in piscina e goditela per un po’.”
Il mio Yoga non dirà mai niente contro l’Hata Yoga ma, allo stesso tempo, il mio Yoga sente che la forza interiore svilupperà anche la forza esteriore, vale a dire, se amo veramente Dio, il mio Padre Eterno si prenderà cura dei bisogni del mio corpo, mi darà un corpo abbastanza forte per permettermi di portare avanti il mio lavoro interiore.
Se sono disposto a sacrificare me stesso, o ad offrire qualcosa al mio Benamato, a mio Padre, naturalmente Egli penserà alle necessità del mio corpo, poiché Egli sa che, se non ho capacità fisica, non sarò capace di appagarLo come strumento divino e di lavorare per Lui sulla terra.
In conclusione, se vuoi fare delle asanas per cinque o dieci minuti tutti i giorni, per mantenere sano il tuo corpo, puoi farlo, ma se vuoi praticare l’Hata Yoga per due ore, prima di meditare, sarà una semplice perdita di tempo.Se la parte fisica non gode di buona salute, non ci sarà manifestazione, o ci potrà essere solo in modo molto limitato; per questo motivo dobbiamo prestare attenzione allo sport e agli esercizi fisici, altrimenti saremo deboli o ci ammaleremo. Questo però non significa che dovremmo essere i corridori più veloci del mondo, o gli atleti migliori, dobbiamo semplicemente mantenere il corpo in buone condizioni, secondo la necessità del nostro sviluppo interiore.
Il corpo ha bisogno di un allenamento appropriato, per essere sano e ricevere il messaggio dell’anima. Se è forte e sano, lo riceverà senza alcuna riserva, e noi diverremo un ricettacolo perfetto ed un strumento perfetto, ed allora l’aspirazione dell’anima sarà in sintonia con quella del corpo.
Fate regolarmente degli esercizi, un giorno il vostro corpo sarà necessario per manifestare il Supremo. Più vi eleverete e più andrete in profondità, più vi sarà necessario rivelare e manifestare la vostra divinità interiore e, per farlo, la buona forma fisica ha grandissima importanza.Le asanas aiutano a rilassare il corpo, per questo vanno molto bene, ma se ti aspetti di ottenere pace della mente rilassando il corpo, rimarrai deluso.
Il rilassamento che si ottiene dalle asanas non è una vera pace, non ti possono aiutare ad avere Pace infinita ed eterna, o a cambiare la tua coscienza interiore.Yama è l’autocontrollo e l’astinenza morale. Niyama è la stretta osservanza della condotta e del carattere. Asana sono le posizioni atte a calmare il corpo e a renderlo ricettivo. Pranayama è la respirazione sistematica per calmare e controllare la mente. Pratyahara è il ritiro dalla vita dei sensi. Dharana è la fissazione della coscienza in Dio. Dhyana è la meditazione e Samadhi è lo stato di trance, l’unione della coscienza individuale con la Coscienza Universale.
Non dobbiamo passare attraverso tutti gli stadi preliminari; quando si inizia ad aspirare consapevolmente, non dobbiamo praticare le asanas dell’Hata Yoga e il Pranayama, per poter meditare. L’autocontrollo, il ritiro dalla vita dei sensi, e la fissazione della coscienza su Dio, sono però passaggi necessari fino ad un certo grado, prima che possa iniziare un percorso di vera aspirazione. Quando l’aspirazione entra nella nostra vita umana non illuminata, il nostro viaggio ha avuto inizio. Se abbiamo aspirazione, possiamo iniziare con la concentrazione, la meditazione e la contemplazione.
Se vuoi praticare il Pratyahara, ritirando la tua energia in uscita, focalizzandoti su di un particolare aspetto del tuo vero essere e sulla tua coscienza, allora l’aspirazione è molto importante. Non devi passare necessariamente attraverso tutti gli altri stadi. Se entri davvero nel terreno dell’aspirazione, cercherai immediatamente di lasciar perdere le cose sbagliate, condurrai automaticamente una vita morale e controllata, smetterai di fare quelle cose che danneggiano la tua vita spirituale.
Il tuo anelito interiore, la tua aspirazione, ti spingeranno a praticare i primi due passi, e vedrai che il terzo ed il quarto passaggio non saranno necessari. Si dice che vince chi va adagio e con costanza, ed anche tu puoi procedere passo dopo passo, lentamente e regolarmente, ma vi è anche un sentiero, che è chiamato il sentiero illuminato dal sole. Tutte le strade conducono alla stessa meta, ma vi è una strada particolare che ti porta là, più velocemente delle altre, ed è la strada della concentrazione, della meditazione profonda e della contemplazione focalizzata.
Si può certamente praticare il Pratyahara senza passare per le altre discipline e, se lo si vuole evitare, e si vuole iniziare con Dharana o con Dhyana, lo si può fare.
Molti cercatori spirituali lo hanno fatto, ed hanno avuto successo nel loro cammino spirituale. Dipende dalla persona sentire o meno il bisogno di passare per un particolare stadio. Ho detto ai miei discepoli che non è necessario iniziare prima di Dhyana, la meditazione. Loro meditano con me e ricevono delle esperienze molto elevate e sublimi, senza praticare i precedenti stadi della disciplina spirituale.
Vi sono altri Maestri spirituali che chiedono ai loro studenti di passare attraverso gli altri stadi, ed io non ho nulla da dire in contrario, ognuno ha una sua propria via per realizzare la Verità e per offrirla agli altri.
Se sarai abbastanza sincero da seguire un sentiero spirituale fino alla fine, e se hai un Maestro spirituale, o degli amici molto avanzati nella vita spirituale, puoi farti aiutare da loro, ed ascoltare i loro suggerimenti per progredire velocemente.Ci sono cinque tipi di prana. Il primo è il prana vero e proprio, l’energia vitale dentro di noi: ovunque vi sia vita c’è prana. Il secondo a apana, un’energia che viene usata nella secrezione e nella generazione. Il terzo è samana, situato intorno all’ombelico, ed è usato per la digestione e l’assimilazione.
Il quarto è detto vyana, situato nel loto del nostro cuore spirituale. Vi sono 101 nervi spirituali sottili attorno a questo loto, e da ognuno di questi nervi si diramano altri 101 nervi. A loro volta, ognuno di loro ha 72.000 ramificazioni attraverso cui vyana si muove. Possono sembrare delle cifre fantasiose ma molti Veggenti e Yogi li hanno contati, e quando avevo 22 anni volevo contarli e stavo facendolo, ne avevo contate ormai alcune migliaia, quando un essere luminoso mi si presentò davanti e mi disse:
“Non perdere tempo, i Veggenti hanno ragione.”
L’ultima forma di prana è udana, collocata al centro della spina dorsale ed è molto importante. Se udana sale verso l’alto, dal centro della spina dorsale al momento della morte, si andrà nei mondi più elevati, se invece si dirige verso il basso, si andrà nei mondi inferiori.
Ogni parte del corpo rappresenta un loka, un mondo celeste. In India, al momento della morte, i parenti e gli amici cercano di osservare l’area da cui passa l’ultimo respiro. Se passa sotto l’ombelico, il moribondo deve andare nei mondi inferiori e soffrire, se passa in qualche posto sopra l’ombelico, andrà nei mondi superiori e godrà della Delizia del Supremo.Nel Jnana Yoga, il sentiero della conoscenza, vi è un ramo chiamato Raja Yoga, raja significa re, per cui è definito anche lo Yoga regale.
In esso vi sono otto passi, o livelli, nel viaggio del cercatore verso Dio, ed il quarto è detto Pranayama, ed è lo Yoga della respirazione sistematica, della respirazione controllata.Tutti noi respiriamo, ma la maggior parte di noi non sa respirare correttamente, se lo sapessimo fare, potremmo liberarci dalle malattie e, ad un livello finale, potremmo perfino sconfiggere la morte. Vi sono due tipi di respiro: uno è prana, l’altro è apana. Quando inspiriamo energia cosmica per purificare e dare energia alla nostra vita, lo chiamiamo prana, quando espiriamo le nostre impurità, lo chiamiamo apana.
Inspirando prana vinciamo le malattie, quando espiriamo apana facciamo funzionare perfettamente gli organi fisici che non funzionano bene, facciamo cioè in modo che tutto il corpo sia in ordine. Questo è un esercizio semplice che si può fare in qualsiasi momento. Mentre cammini, inspira per cinque passi ed espira regolarmente per cinque passi. Se lo fai anche solo per due isolati, ti sentirai rinfrescato.
Vi sono tre passaggi nella corretta respirazione sistematica: il primo è puraka o inalazione, il secondo kumbhaka o ritenzione, il terzo rechaka o esalazione. Quando inspiri, devi sentire di inspirare il Respiro di Dio, il Supremo, il Benamato divino; quando trattieni il respiro, devi sentire che trattieni il Respiro del Supremo che tutto appaga e, quando espiri, senti che stai offrendo l’immortale respiro di vita, o energia di Dio, a tutta la creazione.
Per mettere in pratica la respirazione sistematica, quando inspiri, pronuncia la parola puraka, mentalmente e silenziosamente, poi, quando trattieni il respiro, pronuncia silenziosamente kumbhaka, ed espirando, sempre in silenzio, pronuncia la parola rechaka. Puoi anche ripetere il nome di Dio quando inspiri, trattieni ed espiri, usa il nome di cui di solito ti servi quando preghi: Dio, Supremo, Aum, ciò che ti fa più piacere. Se hai dei problemi, o ti senti in pericolo, immediatamente, pronuncia il nome di qualcuno che pensi ti possa salvare e, anche mentre respiri, devi sentire di invocare la persona che per te è più importante nella tua vita.
Il ritmo con cui respiri è anche molto importante. Se inspiri per un secondo o ripeti una volta il nome del Supremo, poi devi trattenere il respiro per quattro secondi, o per quattro ripetizioni e, quando espiri, devi farlo in due tempi, o in due ripetizioni. La respirazione deve essere leggera e silenziosa. Dovresti inspirare ed espirare così leggermente che, se vi fosse un filo davanti al tuo naso, il tuo respiro non lo farebbe muovere. Nella respirazione normale, di solito, funzionano entrambe le narici, ma quando respiriamo a narici alternate, riceviamo un immediato sollievo da ogni ansia mentale, preoccupazione, depressione e da molte altre cose che ci disturbano. La respirazione a narici alternate è un esercizio di respirazione molto importante.
Iniziamo chiudendo la narice destra con il pollice destro, inspiriamo con la narice sinistra, silenziosamente, ripetendo il nome di Dio, il Supremo, o dicendo puraka una volta, poi chiudiamo la narice sinistra con l’anulare della mano destra e, con entrambe le narici chiuse, ripetiamo silenziosamente il nome di Dio, Supremo o kumbhaka, quattro volte, trattenendo il respiro. Infine, solleviamo il pollice dalla narice destra, mantenendo chiusa quella sinistra, ed espiriamo, ripetendo due volte Supremo o rechaka. Dopo qualche tempo possiamo aumentare gradualmente il numero delle ripetizioni, invece di questa breve respirazione in uno, quattro, due, possiamo passare a quattro, sedici, otto.
Alcuni Yogi indiani fanno questo esercizio per ore, ma deve essere fatto senza sforzo, in modo confortevole. Se lo si fa troppo spesso, ci può venire mal di cuore, perciò il pranayama deve essere insegnato da chi ne ha fatto pratica con una grande figura spirituale. Se lo si fa da soli, invece di apportare un beneficio alla salute, la possiamo rovinare. La cosa migliore è iniziare con la ripetizione uno, quattro, due, tre volte al giorno, alla mattina, a mezzogiorno e alla sera e vedere poi di quanto si possono aumentare le ripetizioni nel tempo.
Mentre si respira in questo modo, i nostri pensieri devono essere molto puri, se arriva un pensiero impuro, sarebbe come prendere del veleno. Se qualche limitazione, l’ego, o qualsiasi pensiero che ci leghi, entra nel respiro, è un vero veleno che entra in noi.
Se si può fare questo esercizio tre o quattro volte al giorno, i benefici che ne ricaveremo saranno incredibili. Questo pranayama, sconfigge il tempo e lo spazio, se lo possiamo fare davvero ed avere successo, possiamo vincere la malattia, ed ottenere potere spirituale.
Io sono qui, ma se penso a mia madre, a mio padre, ai miei amici che sono lontani, e se ho successo nel praticare questo esercizio di respirazione, posso entrare nella coscienza di qualcuno ed essere informato dei suoi pensieri. Se hai un gran mal di testa, o qualche altro disturbo, questa respirazione alternata ti aiuterà a migliorare le tue condizioni. Se hai paura di fare qualcosa di buono, se temi una persona con cui devi parlare, fai pranayama per due o tre minuti, e sarai in grado di farlo. Se sei arrabbiato con qualcuno e vuoi superare la rabbia, in quel momento, proprio dove ti trovi, seduto o in piedi, metti in pratica la respirazione alternata, e la tua rabbia sparirà.
Sicuramente pensi che sia impossibile vivere senza respirare per più di alcuni minuti, ma con questo esercizio sarai in grado di rimanere senza respirare anche per alcune ore, non è impossibile, è inevitabile, è stata anche una mia esperienza personale. Ho imparato questa tecnica vent’anni fa e, che tu mi creda o no, sono stato capace di fermare il mio respiro per due ore e mezza. Ero solito recarmi in un parco vicino a casa per meditare, ed ho fatto questa esperienza. Se l’ho fatta io anche tu lo puoi fare, se lo desideri. Molti di voi hanno sentito parlare della Kundalini, che è uno yoga molto sacro.
Dentro la nostra spina dorsale, nel corpo sottile, abbiamo tre canali chiamati Ida, Pingala e Sushumna. Pingala è collegata con il sole, Ida con la Luna e Sushumna con l’Altissimo. Abbiamo poi sei centri spirituali lungo la spina dorsale, connessi con questi tre canali, se possiamo aprire questi centri, possiamo ottenere Pace, Luce e Potere infiniti.
Vi è un altro centro detto Sahasrara, il loto dai mille petali, situato nel cervello, che non è collegato con gli altri, i cui nomi sono: Muladhara alla base della spina dorsale, Svadhisthana verso la milza, Manipura nell’ombelico, Anahata all’altezza del cuore, Vishuddha nella gola e Ajna nella fronte. Con il potere della concentrazione, o con la respirazione spirituale alternata, si possono aprire questi centri.
Non sono necessari degli anni per ottenere la liberazione, può essere una questione di mesi. Si può realizzare Dio in sei mesi, o otto, o in un anno, se si ha la capacità di controllare il respiro e di focalizzare l’attenzione su ognuno dei sei centri spirituali.
Ci sono stati molti grandi aspiranti spirituali, in India, che hanno ottenuto questa elevazione praticando il pranayama per sette o otto mesi, ma deve essere fatto con la massima fede e dedizione. L’aspirante deve avere la perfetta padronanza su tutti i sensi e sulla mente. Se si può praticare questo pranayama con sincerità e devozione, allora la realizzazione del Sé è a portata di mano, in questa vita, per tutti coloro che si trovano in questa stanza di meditazione.Kundalini è il segreto dei segreti, in tutti i sentieri dello Yoga. Essa è presente in ogni persona, addormentata alla base della spina dorsale, e può essere risvegliata grazie alla nostra aspirazione e concentrazione. Vi sono diversi modi per risvegliarla: prima ho parlato del Pranayama, ma anche un Guru spiritualmente realizzato, se lo desidera e se è Volere del Supremo, con un semplice tocco, o con uno sguardo, può risvegliarla, anche durante un sogno. Il Guru o la Divinità possono farlo.
Un cantante, o un musicista, possono risvegliare la Kundalini ed aprire i loro chakra mentre sono profondamente assorti nel canto o nella musica. Beethoven ebbe questa esperienza molte, molte volte; pur non essendo una persona spirituale, fece esperienza del risveglio della Kundalini molte volte, grazie alla sua musica. Vi sono anche molti cantanti e danzatori, in India, che ebbero la stessa esperienza, durante la loro elevata e profonda concentrazione, mentre si esibivano. Vi sono molti modi per avere questa esperienza ed una volta avutala, la si può ripetere con i giusti mezzi.Chi vuole seguire lo Yoga del servizio dedicato, lo Yoga dell’amore, della devozione e dell’abbandono, o lo Yoga della saggezza interiore, o se vuole far venire alla luce l’essere psichico e lasciare che la sua parte psichica, il fanciullo divino in lui, lo guidi e lo porti da Dio, allora questa persona non ha bisogno di dare importanza al prana, darà importanza alla Pace, alla Beatitudine ed all’altissimo Potere che vuole far scendere dall’alto. Quando Pace, Beatitudine, Potere entreranno in lui, porteranno con sé, automaticamente, il respiro vitale infinito che trasforma il finito e limitato respiro di vita che già possiede, perciò non ha bisogno di praticare la respirazione alternata. La Luce che porta dentro il suo sistema, regolerà il suo respiro, la sua energia vitale, a seconda della sua necessità divina.
L’unico esercizio di respirazione necessario ad un aspirante spirituale è inspirare purezza. Mentre inspira, se può immaginare consciamente e sentire di respirare Perfezione dall’Alto, allora le limitazioni del suo sistema verranno automaticamente trasformate. Quando inspiriamo consapevolmente, il prana in noi ha più valore, ma non è affatto necessario fare molti esercizi vigorosi per realizzare Dio. Se respiriamo lentamente e profondamente, ed abbiamo un sentimento di devozione verso il Supremo e verso l’umanità, mentre respiriamo, potremmo entrare nel mondo grazie al nostro respiro divinizzato. Quando inspiriamo con un sentimento spontaneo di devozione, possiamo servire il Supremo e l’umanità sia spiritualmente che materialmente.La maggior parte degli esseri umani respirano dodici o quindici volte al minuto, ma ci sono persone che respirano solo tre o quattro volte in un minuto, come conseguenza della loro pratica di respirazione alternata. La tartaruga è un simbolo di immortalità, essa respira solo tre volte al minuto ed è per questo che vive cent’anni, mentre noi viviamo solo per sessanta o settant’anni.
Questa tecnica di respirazione ci fa avere successo in ogni campo, ci porta immediatamente nel mondo interiore e ci fa identificare con l’essenza dell’esistenza. Dall’anima raggiungiamo la Sorgente e, quando siamo là, tutto diventa un successo ed un appagamento. Qualsiasi cosa tu voglia fare, la farai meglio se trattieni il respiro confortevolmente per un tempo più lungo. Sono stato un buon atleta nei cento metri e si dice che, se vuoi coprire quella distanza velocemente, dovresti inspirare una volta, e correre tutto il tragitto senza più respirare. Se respiri tre o quattro volte sei finito. Alle volte non sono riuscito a correre con un solo respiro, ed ho dovuto respirare una seconda volta e, benché abbia vinto il primo premio per dodici anni, so che avrei potuto fare meglio se avessi corso respirando solo una volta.
Qualsiasi cosa tu voglia fare, la farai meglio se inspiri e trattieni il respiro in modo corretto, ma deve essere fatto senza danneggiare i polmoni, senza sforzo. Durante il giorno, mentre respiriamo normalmente, non usiamo i polmoni al pieno delle loro capacità, neppure tre o quattro volte, ed è molto importante respirare correttamente. Viviamo in un modo di economia e cerchiamo di economizzare e, se impariamo la respirazione alternata, faremo economia ed avremo successo immediato.Quando notate che funziona la narice destra, allora concentratevi sul sole, otterrete le sue qualità: dinamismo e potere divino, ma se li usate scorrettamente, se non aspirate ad avere un potere dinamico ed energizzante, diverrete aggressivi.
Allo stesso modo, se usate scorrettamente la pace e quella sottile beatitudine che è in voi, l’inerzia, la pigrizia e l’indolenza vi attaccheranno, cercando di controllare la vostra vita. Quando vi sentite inerte e non avete voglia di fare niente, se osservate, è la vostra narice sinistra che funziona, quando siete pieni di energia, quando avete voglia di agire, allora funziona la narice destra.Quando fate degli esercizi faticosi, vedrete che entrambe la narici funzionano alla pari, in quel momento è Sushumna, il canale principale, che funziona. Quando entrambe le narici funzionano, Pace e Potere divini stanno agendo simultaneamente in voi, ma bisogna esserne consapevoli ed invocarli ripetutamente.
Noi respiriamo ogni giorno, cerchiamo di osservare il nostro respiro durante le nostre attività quotidiane. Se potessimo diventare consci del nostro respiro, anche per soli cinque minuti ogni ora, questo sarebbe stupendo. Se usiamo la respirazione correttamente, ogni giorno, possiamo portare dentro di noi più pace e potere ad illuminare l’ignoranza. Mentre si medita intensamente, non c’è bisogno di pensare al respiro, se si respira con la destra o con la sinistra, o se entrambe le narici funzionano, in quel momento l’anima si sta prendendo cura di noi ed è completamente responsabile del nostro respiro.Puoi sconfiggere il vitale ed il corpo, che creano questa grande inerzia nel fisico, solo con una grande aspirazione nel cuore, allora sarai capace di alzarti. Prima di andare a letto, dovresti concentrarti per cinque minuti sull’ora in cui ti vuoi alzare. Se ti vuoi alzare alle cinque e tre quarti, visualizza con l’occhio della mente le lancette dell’orologio puntate sulle sei meno un quarto, proprio davanti al tuo viso. Vedrai che la mattina dopo ti sarà più facile alzarti. Ci possono volere due o tre giorni, o una settimana, ma ti assicuro che sarai capace di alzarti, perché stai usando la volontà cosciente dell’anima, la sera, prima di addormentarti. Questa volontà cosciente si unisce al tempo della terra, rappresentato dall’orologio, ed entra in esso e lo guida, così, al mattino presto, l’anima entrerà nuovamente nel tempo terrestre e lo costringerà a presentarsi davanti a te, ed allora ti sarà facile alzarti e meditare a quell’ora.
Chi medita alle sei o alle sei e mezza, non deve tornare a letto. Coloro che talvolta meditano alle tre e mezza, o alle quattro e mezza, o alle cinque meno un quarto, comunque prima delle cinque, possono tornare a letto per alcuni minuti o per mezz’ora, se ne sentono il bisogno. Chi, invece, medita verso le sei, non deve tornare di nuovo a dormire, è dannoso, perché il giorno è già iniziato e le capacità del giorno sono già entrate in lui.
Le capacità della notte devono essere separate da quelle del giorno. La notte ha già svolto il suo ruolo nella loro aspirazione, dando loro riposo, ora il giorno deve svolgere la sua parte con attività dinamiche, che sono una forma di aspirazione nel mondo fisico e materiale.Senti che l’energia sta entrando in te da tutte le parti, attraverso diverse porte. Se sarai conscio di questo raggio di energia che entra in te, non sarai certo assonnato. Quando inizi a meditare bene, consciamente o inconsciamente, trascini dentro di te dell’energia, e più ne puoi portare in te, più elevata sarà la tua meditazione. Da dove proviene questa energia? Proviene dalla Coscienza Universale. Quando sei stanco, puoi fare anche un’altra cosa: ripeti il nome del Supremo, o del tuo Guru, molto velocemente. Se lo fai, immediatamente, i loro nomi entreranno nella tua coscienza interiore e riceverai moltissima energia.
La cosa importante non è quante ore dormi, ma piuttosto quanto bene dormi. Se ti è difficile alzarti al mattino, forse in otto ore di riposo non hai avuto neppure un’ora di buon sonno. Vi è un sonno, chiamato sonno yogico, che in un secondo ti può dare l’equivalente di quindici minuti o di mezz’ora di riposo normale. Come puoi avere questo tipo di sonno? Al mattino, quando ti è difficile alzarti, cerca di sentire che tutto il tuo corpo, dalla testa ai piedi, rappresenta un mare di pace, senti di essere diventato tu stesso un mare di pace, senti di incarnare la qualità della pace dentro di te e fuori di te. Cerca di avvertire consciamente il tuo corpo, ma allo stesso tempo, senti di essere un’infinita estensione di pace. Quando lo puoi sentire consapevolmente, vedrai che il tuo corpo fisico, le tue membra, il sangue, le ossa, vi si sono totalmente immerse e sono scomparse nel mare della pace.
La pace può agire come forza dinamica. Quando il corpo è attivo e dinamico, tu hai forza, ma la vera forza si trova nella pace interiore, non nell’azione esteriore. Quando possiedi pace infinita, possiedi la sorgente della normale energia dinamica, e se puoi ricorrere a questa energia, che è dentro di te in forma di pace, allora ti puoi alzare senza fatica. Quando vai a letto, senti che dormirai per ventiquattro ore e, anche se l’orologio dirà che hai dormito solo tre o quattro ore, il tuo primo pensiero, appena ti svegli, dirà che hai dormito ventiquattro ore. La mente può convincere la coscienza esteriore e ci crederai subito. Non è una forma di autoinganno, è invece un uso corretto della coscienza mentale. L’immagine delle ventiquattro ore ha una grande forza e ci dà subito un senso di benessere, sollievo, piacere e soddisfazione.L’anima, come un uccello, vola da un piano all’altro durante il sonno, e si può essere completamente consci di questo movimento meditando come si è detto. Non consiglio però a nessuno che deve lavorare molto in ufficio o a scuola, di meditare per sei o sette ore ogni giorno. Prima di tutto perché, se il vitale non è puro, creerà immediatamente problemi più grandi dei benefici che si ottengono con la meditazione. Si può perdere il proprio equilibrio mentale e finire in manicomio, solo gradualmente si può arrivare alle sei ore.
È la stessa cosa anche per l’esercizio fisico. Ogni giorno ti eserciti e sviluppi i tuoi muscoli, così ti senti forte, ed anche gli altri sentono che lo sei. Allo stesso modo, devi iniziare con quindici minuti o mezz’ora di meditazione e gradualmente aumentare. Nel mondo spirituale non si può spingere, o tirare, o forzare le cose, lentamente e costantemente corri verso la tua Meta e, ad ogni passo, devi avere fiducia in quello che stai facendo.
Se sei abituato a meditare per mezz’ora, puoi cercare di meditare per quarantacinque minuti o per un’ora, ma da mezz’ora di meditazione non saltare a sei ore e mezza. Dato che non puoi meditare per sei ore, cosa che non devi cercare di fare per il momento, prima di andare a letto, vorrei che tu inspirassi purezza nel tuo sistema, consciamente, per cinque minuti. Durante il giorno succedono molte cose sbagliate: impurità e molte altre cose brutte, e forze non divine, sono entrate nel tuo corpo fisico, ma se stabilisci purezza dentro di te, di notte, otterrai un sonno un po’ più consapevole, ma non del genere che ottieni se hai meditato per sei o otto ore al giorno. Senza purezza, quello che definiamo sonno non lo è per niente, è quasi come la morte. Nel sonno viviamo nel mondo della morte, il mondo dell’inerzia e dell’incoscienza.Solo un’aspirazione consapevole farà piazza pulita della tua vita problematica. Se dormi otto, nove o dieci ore, dimenticherai i tuoi problemi, ma la mattina dopo torneranno con più forza. Se consideriamo la notte come qualcosa che ci dà conforto, come un riposo pieno di pace, la notte ci darà un riposo letargico, ma non appagante.
Un riposo davvero soddisfacente lo otteniamo solo come conseguenza del lavoro quotidiano, dello sforzo spirituale, del risveglio spirituale. Durante il giorno abbiamo meditato e lavorato intensamente, ed il risultato di questo sforzo lo possiamo usare durante la notte.
Se cerchiamo di sentire e di portare i frutti del giorno durante la notte, allora vedremo che il giorno è davvero entrato nella notte, altrimenti giorno e notte saranno come due esseri separati. Il giorno ha svolto il suo ruolo fino alle sette, poi ha inizio la notte, abbiamo avuto a che fare con un essere, ed ora dobbiamo relazionarci con un altro essere.Per le persone spirituali non esiste la notte, perché la notte è per noi sinonimo di ignoranza, mancanza di coscienza, incoscienza; per le persone spirituali tutto è coscienza, tutto è coscienza. Se ci incamminiamo nella vita spirituale, dobbiamo rimanere svegli e vigili ad ogni momento. Come? Solo allungando la parte consapevole della vita, cioè il giorno.
Quando durante il giorno meditiamo, riceviamo energia, cerchiamo allora di prolungare questa sensazione dinamica anche di notte.Consideriamo la notte come qualcosa che ci dà energia e ci appaga, come il prolungamento del giorno. Dopo aver dormito una o due ore, se ci svegliamo e sentiamo di essere ben consci per alcuni secondi, ma non stiamo meditando, la cosa migliore è alzarci immediatamente e meditare per cinque, dieci, quindici minuti, e sentire che il giorno è già entrato nella nostra coscienza ed ha già avuto inizio.
Che cosa significa questo? Significa che la nostra coscienza è già completamente vigile, è sveglia e vigile, e non vuole dormire. Il corpo può dormire, ma la coscienza è del tutto risvegliata e medita per noi.Se ci sentiamo indolenti e pesanti, se sentiamo che la mente non funziona, non dovremmo prestare attenzione a questi pensieri, se sentiamo che, alzandoci, il giorno dopo non potremo lavorare, è sbagliato, no, noi saremo in grado di lavorare. Dobbiamo sempre cercare di sentire che la notte può essere trasformata in giorno con la nostra coscienza risvegliata.
Vi posso raccontare una storia divertente? In alcune comunità spirituali alle tre o tre e mezza, tutti si devono alzare per meditare assieme. Quando fu fondato il primo Centro di Ramakrishna, fu per ordine di Vivekananda che tutti si dovevano alzare alle tre e mezza per meditare, indipendentemente dal loro rango. Se qualcuno non si alzava, a chi era sveglio era consentito spruzzare dell’acqua gelida su di lui.
Una volta, il Presidente del Centro, Rakhal Brahmananda, non stava bene e non poté, o non volle, alzarsi. Qualcuno lo disse a Vivekananda che disse: “La regola vale anche per lui, va e tiralo giù dal letto.” Rakhal si infuriò e voleva lasciare il Centro e disse: “Io sono il Presidente e questo giovane ragazzo, un mio discepolo, viene ad insultarmi. Sai che sono ammalato, altrimenti non avrei violato la regola. Me ne vado, non voglio rimanere qui." Vivekananda fu molto astuto e disse: “A chi appartiene questo posto? Ramakrishna non mi ha mai chiamato suo figlio, ha sempre chiamato te suo figlio. Ora, quello che è stato del padre appartiene al figlio, questo posto è tuo, è il tuo Centro. Qui c’è la missione di tuo padre, la sua realizzazione, tu devi rimanere, me ne andrò io.” Brahmananda non volle che Vivekananda se ne andasse, così la cosa fu risolta. Questa storia mostra come Vivekananda rese una regola ferrea che tutti si alzassero presto, indipendentemente dalla loro posizione, e questo aiutò molto, certo aiutò.Voi pensate questo, ma l’indolenza, la paura, il dubbio e tutte le altre forze non divine hanno un potere straordinario. Guardate la gelosia: siamo sempre gelosi, ma sentiamo che, se vogliamo, possiamo vincere la gelosia in un attimo. Questo è il nostro sentire umano. Per quaranta o cinquant’anni, per tutta la nostra vita, siamo stati gelosi di qualcuno, ma sentiamo che, se volessimo vincere la gelosia, non ci vorrebbe neppure un giorno per farlo. Abbiamo una tale fiducia in noi stessi! Proviamoci, e vedremo che ci vorranno altri cinquant’anni per farlo.
Fino a che non abbiamo vinto qualcosa che ci ostacola, non dobbiamo dire che possiamo farlo. Prima facciamolo e, poi, constateremo qual è la nostra forza. Sentiamo che le forze non divine sono qualcosa di molto sottile e minuscolo, qualcosa che possiamo fare a pezzi facilmente, mentre invece sono così potenti da poterci rovinare. Prima cacciamo tutte le forze non divine e distruggiamole, solo allora potremo dire di essere forti.Non è d’altra parte vero che, se non mangi carne, perderai la tua forza o la tua energia. Vi sono milioni di persone sulla terra che non mangiano carne, e sono fisicamente molto forti e sane. Potresti dire che la tua costituzione è diversa dalla loro, ma desidero dirti che, nella creazione di Dio, esiste il cibo interiore, un cibo fatto di qualità divine come Pace, Luce, Beatitudine ed altre qualità appaganti. Quando aspiriamo in modo corretto, ci concentriamo e meditiamo, abbiamo la capacità di portare questo cibo interiore nel corpo. Potranno essere necessari alcuni anni perché tu arrivi a questo livello di abilità interiore ma, nel frattempo, cerca di andare dentro di te, in profondità, e vedere che cosa ti dà la maggior parte della tua forza.
Ho conosciuto delle persone convinte di ricevere forza dalla carne, ma andando in profondità dentro di sé, si sono rese conto che era la loro idea della carne, ed il loro modo di considerarla, che dava loro forza. Puoi cambiare il tuo modo di considerare la carne e sentire che è l’energia spirituale, che pervade il tuo corpo, a darti forza, l’energia che ricevi sia dalla meditazione che da un appropriato nutrimento.
La forza che ricevi dall’aspirazione e dalla meditazione, ha infinitamente più potere della forza che ricevi dalla carne e dal pesce, perciò le puoi facilmente eliminare dalla tua dieta. Stai meditando con molta sincerità e devozione, devi solo liberarti dell’idea che sia la carne a darti forza, un’idea che è profondamente radicata nella tua mente e che per ora non riesci ad eliminare, ma quando lo farai, vedrai che non è la carne la fonte principale della tua forza, è il cibo in generale, come pure un’attitudine mentale corretta e l’aspirazione spirituale.L’agitazione, le forze negative e vitali hanno la loro radice nell’ombelico. Quando ci concentriamo sull’ombelico per cinque minuti, la nostra volontà diventa forte e diretta come una freccia, e le forze negative sono sotto il nostro controllo. Vedono il potere della nostra concentrazione, si rendono conto che le faremo a pezzi se ci creeranno qualche problema. Se possiamo controllare quelle forze che sono già dentro di noi, allora quelle che provengono dal mangiare carne non causeranno agitazione.
Desidero che tutti i miei discepoli smettano di mangiare carne, se lo farete, la vostra aspirazione sarà migliore, altrimenti non riceverete le esperienze sottili, le visioni e le realizzazioni sottili in generale.
Ci sono stati naturalmente alcuni Maestri spirituali, come Vivekananda ed altri, che mangiavano carne, ma potevano farlo perché nel mondo spirituale avevano la forza di leoni ruggenti, non venivano disturbati dalle forze negative contenute nella carne.
Non desidero imporre ai miei discepoli una dieta vegetariana severa, è una scelta individuale, e se il dottore dice a qualcuno che, per un breve periodo, è consigliabile che mangi carne e pesce, deve farlo, ma in generale, se vuoi ottenere l’Assoluto, l’Altissimo, la realizzazione del Sé, devi assolutamente smettere di mangiare carne e pesce. Se puoi, fallo oggi, se ti ci vorrà un anno, dieci anni o venti, fallo gradualmente, e quando sarai realizzato potrai mangiare carne e pesce se vorrai, ma, per il momento, devo dire che la coscienza animale della carne non permetterà all’aspirante, che è sincero e dedicato, di entrare in una coscienza elevata e profonda.Il genere di carne meno dannoso è l’agnello, perché è mite, mentre gli altri animali sono aggressivi; anche il pollo non sarà dannoso come la carne rossa. Non è bene mangiare alcun tipo di carne, ma, se non si riesce a smettere, è preferibile mangiare carne piuttosto che pesce.
Spiritualmente il pesce è meno evoluto dell’animale che corre, si muove e cerca soddisfazione, mentre il pesce è una creatura pigra, inerte, indolente, impura ed incosciente. È soddisfatto se rimane inerte e senza scopo e accanto alla mancanza di scopo c’è il mondo della morte. Quando siamo legati dalla mediocrità, immediatamente la morte viene a legarci ulteriormente. La coscienza di un pesce entra subito nel fango dell’incoscienza senza vita, anche se puoi sentire che un pesce è innocente, umile e mite, queste qualità sono solo in superficie, le sue qualità interiori sono ristrettezza, inerzia, indolenza ed oscurità stessa, nel pesce non vi è alcun sentimento di progresso.
Se vuoi mangiare pesce, o se devi mangiarlo, cerca di mangiare pesci piccoli, piuttosto che grandi, che consciamente o inconsciamente si oppongono all’ingresso della luce, mentre i piccoli, alle volte, vogliono aprirsi alla luceSe senti che in questo modo realizzerai Dio, è una sciocchezza. Il vero nome di Dio è Delizia e Gioia, se tuo Padre è Gioia, ti chiederà forse di torturarti per poter andare da Lui? Dio possiede Gioia illimitata e sappiamo che rappresenta anche Compassione infinita. Egli ti ha dato il corpo, è il Suo corpo, se lo torturi, sarà forse contento? No, Mai! Se inizi a digiunare per realizzare Dio, Egli dirà che hai preso una strada sbagliata. Il digiuno ci può aiutare a perdere peso, a curare qualche problema fisico, a purificare i nervi e la mente. Molto spesso mangiamo del cibo poco salutare e il povero corpo ha bisogno di un po’ di riposo e di purificazione. Quando poi guardiamo persone e cose poco divine, le loro vibrazioni entrano in noi e danneggiano il corpo fisico, la pelle, i muscoli, i nervi.
Se vogliamo digiunare, è consigliabile farlo un giorno al mese, per purificare il nostro sistema. Abbiamo bisogno di purezza per apprezzare l’esistenza di Dio in terra, è nella purezza, nei pensieri puri, nelle azioni e nella coscienza pura, che c’è Dio. Il digiuno ci può aiutare notevolmente a purificare noi stessi e, quando la purezza entra in noi, ci muoviamo più velocemente verso la realizzazione di Dio, ma questo è solo il primo passo.
Il solo digiuno non ci porterà alla realizzazione di Dio. Per purificarci, possiamo provare il digiuno, bevendo solo acqua, una volta al mese, e lo dico solo dal punto di vista spirituale. Non conosco la tua costituzione fisica. Se sei forte e sano lo puoi fare, altrimenti non è consigliabile, ma anche se non lo fai, se sei un cercatore sincero, diminuisci la quantità di cibo che consumi, puoi farlo soprattutto la domenica, quando non devi essere molto attivo. Alla domenica alcune persone si alzano tardi, perciò possono saltare la colazione e a pranzo possono dire: “Dato che mangio ogni giorno, oggi mangerò un po’ meno, non mi farà certo male.” Alla sera possono dire: “A pranzo ho mangiato meno del solito e non mi ha fatto male, ho ancora molta energia, perché non posso farlo di nuovo?” Così, se una volta alla settimana, la domenica, puoi alleggerire i tuoi pasti, questo ti aiuterà moltissimo, senza sottoporti ad un duro digiuno che molte figure spirituali non raccomandano affatto.Lascia che ti racconti una breve storia. Una volta, il discepolo di un Guru andò da Lord Buddha che gli chiese: “Per piacere, mi puoi dire che cosa insegna il tuo Guru per ottenere la realizzazione di Dio?” Il discepolo disse: “Quello che il mio Guru mi ha detto è molto semplice, mi ha detto: “Quando cammini da qualche parte devi chiudere gli occhi, così non vedrai nessuna bella donna che distragga la tua mente e che ti trattenga dal pensare a Dio, e devi anche chiudere le orecchie.” “Perché?” “Perché non udrai nessun suono che ti possa distrarre, non sentirai le persone litigare o fare pettegolezzi. Inoltre devi anche tenere chiusa la bocca, se non parli, non dirai bugie.” Lord Buddha disse: “In questo caso, tutti coloro che sono ciechi, sordi e muti dovrebbero avere già realizzato Dio. Andiamo a toccare loro i piedi, dato che sono tutti delle anime realizzate.”
Il Buddha ci ha insegnato la via di mezzo, il sentiero della moderazione. Egli stesso ha fatto esperienza del digiuno più estremo e dell’austerità più severa, ma si è reso conto che non davano risultati soddisfacenti. Se facciamo morire di fame i nostri organi, gli occhi, il naso, le orecchie e la bocca, pensi che ci avvicineremo a Dio? No! Bisogna usare moderazione, dobbiamo usare ogni cosa con uno scopo divino, per una causa divina.I sensi sono degli strumenti, sono gli strumenti di Dio. All’inizio Egli ci diede fiducia, affidandoci questi strumenti, ma noi abbiamo scelto, consciamente, di non chiedere a Dio quale uso farne. Invece di rivolgerci a Lui, per usare quello che ci aveva dato, abbiamo chiesto consiglio all’insegnante sbagliato, l’ignoranza, o piuttosto, ancor prima che noi ci rivolgessimo a lei, per imparare, l’ignoranza è venuta da noi di corsa ad offrirci la sua saggezza. Poiché le abbiamo dato ascolto volentieri, ora ne paghiamo il prezzo.
Ad esempio, avremo potuto usare gli occhi per vedere la bellezza divina nell’umanità e in tutta la creazione di Dio, avremmo potuto vedere la Luce divina ovunque. Invece, che cosa facciamo con i nostri occhi? Li usiamo o per possedere, o per respingere il mondo. Quando vediamo qualcosa che ci piace, immediatamente cerchiamo di impossessarcene, e quando vediamo qualcosa che non ci piace, cerchiamo di respingerla. L’Universo è tutta Luce, ma noi non la vediamo. Se fossimo andati a scuola da Dio, per imparare come usare gli occhi, il naso, le orecchie e gli altri organi di senso, Egli ci avrebbe istruito correttamente.
C’è sempre tempo per imparare da Dio, meglio tardi che mai. Ogni persona che aspira può consciamente e devotamente pregare Dio di insegnargli interiormente come usare i sensi. Dio sarà molto felice ed orgoglioso di poterlo fare, ma non abbiamo bisogno di chiederGli come usare ogni senso individualmente, dobbiamo solo rivolgerci a Lui, con aspirazione sincera, ed Egli vedrà, dentro la nostra aspirazione, quello a cui aneliamo.L’auto controllo è un concetto difficile da mettere in pratica. Se si vuole ottenere questa capacità, ci si deve abbandonare alla Sorgente. Questa Sorgente è la Luce, questa Sorgente è Dio.
Un bambino vuole avere molte cose, cose inutili e talora dannose, ma la madre sa che se gliele dà, farà il suo male e, proprio per il loro sentimento di unità, sarà un male anche per la madre, perciò ella non accontenta gli innumerevoli e pericolosi desideri del bambino. Allo stesso modo, il corpo è come un bambino, se acconsentiamo a tutti i suoi desideri e alle sue domande, con il tempo, rovineremo la nostra vita.
Perché il corpo non ci ascolta quando cerchiamo di controllarlo? La risposta è molto semplice: il corpo non ci ascolta perché, a nostra volta, noi non ascoltiamo la nostra anima, se lo facessimo, anche il corpo lo farebbe e ci ascolterebbe.Quando si vive nel mondo comune, vediamo che la soddisfazione dei desideri prende la forma di un certo appagamento, e per questo speriamo di essere felici cercando di soddisfare i nostri desideri. Osservando la vita di desiderio, da un punto di vista spirituale, vedremo che non vi è luce, né nel primo capitolo, né nell’ultimo, come neppure nei capitoli intermedi. La vita di desiderio è completa oscurità, dall’inizio alla fine. Oscurità significa l’assenza di una soddisfazione divina, non vi è soddisfazione né quando si inizia a desiderare, né nell’appagamento di quel desiderio.
Il desiderio e l’aspirazione sono due mondi: per una persona che non aspira, il desiderio è la cosa più importante al mondo, per un cercatore, la cosa più importante è l’aspirazione.
Una persona comune, che non aspira, non ha la capacità di elevarsi oltre la trappola del piacere, ma chi si crogiola nel fango del desiderio, alla fine, sente che nel fango vi è delusione e nella delusione vi è distruzione. Arriverà alla fine a rendersi conto che, quando vive nel mondo fisico, nel regno dei desideri materiali, è catturato nelle fauci di una tigre pronta a divorarlo.
Un cercatore sincero, invece, inizia il suo viaggio con l’aspirazione, a metà del viaggio vi è aspirazione, e alla fine del viaggio vi è pure aspirazione.Fin dall’inizio, nell’aspirazione, trova una soddisfazione divina. Quando si aspira, si sente vera soddisfazione, perché l’aspirazione ha la capacità di identificarsi, consciamente e devotamente, con gli angoli più lontani del mondo, con l’Essere più profondo ed interiore e con il più elevato Sè trascendentale. Chi sente davvero il bisogno dell’aspirazione, vedrà che nessun desiderio, sia fisico, vitale o mentale, può bussare alla porta del suo cuore, dato che la Pace, la Luce, la Delizia ed altre qualità divine dimorano là liberamente.
Come sappiamo, il sole sorge ad Est: se stiamo davanti al sole, il mattino presto, quando meditiamo, la nostra concentrazione e meditazione sarà diretta ad est. Se corri verso il sole, non sei in grado di vedere appropriatamente cosa c’è nelle altre direzioni, ma se corri verso Est, guardando ad Occidente, perderai velocità ed inciamperai. Se vedi che la meta è in una direzione, devi focalizzarti e correre in quella direzione. Ad ogni momento, devi anelare alla tua meta, e se la tua meta è la Realizzazione di Dio, se la tua meta è ottenere la liberazione, non dovresti guardare dietro di te, o attorno a te, ma dovresti solo correre verso la luce.
Come puoi conquistare i tuoi desideri fisici? Non pensare ai desideri fisici, pensa alla tua aspirazione.
Cerca di essere un corridore, e cerca sempre di superare ed andare oltre tutto quello che ti infastidisce ed ostacola il tuo cammino. Sii un vero corridore, affinché l’ignoranza, le limitazioni, le imperfezioni cadano a pezzi molto dietro di te nella corsa.L’anelito di aspirazione è la sola risposta. Ho scritto un aforisma che dice:
```
Quando penso, affogo.Quando scelgo, perdo.
Quando anelo, volo.```
Quando penso al mondo, ai problemi del mondo, affogo. Quando scelgo, quando prendo le mie decisioni, perdo veramente, perché è Dio che dovrebbe prendere ogni decisione, in me ed attraverso me. Quando anelo dai più profondi recessi del mio essere, immediatamente, ricevo forza e potere interiore, la spinta interiore e la capacità interiore, in quantità infinita, di volare nel firmamento della Luce e della Delizia.È vero che il corpo, per il momento, è privo di coscienza, ma non deve rimanere sempre così. Un neonato è inconsapevole, ma non significa che non crescerà in un bambino, in un ragazzino e poi in un adulto.
Consideriamo il corpo come un bimbo inconsapevole, che crescerà grazie ad un nutrimento interiore che riceve dall’anima, come conseguenza della nostra aspirazione. Quando un bambino va a scuola, riceve delle conoscenze, similmente, quando preghiamo, ci concentriamo e meditiamo, invochiamo la Luce, affinché entri in noi, e questa Luce cerca di permeare tutta la nostra esistenza esteriore.
Hai assolutamente ragione quando dici che il corpo è un ostacolo e lo è per molto tempo, fino a quando la Luce dell’anima non viene fuori e si assume la responsabilità del corpo. Se invece dici che il corpo si opporrà costantemente ed eternamente all’anima, allora ti sbagli. Se fosse così, se si opponesse permanentemente alle possibilità dell’anima, allora nessuno sarebbe capace di realizzare Dio, poiché la realizzazione di Dio avviene solo su questo pianeta, solo sulla terra.
All’inizio, è assolutamente vero che il corpo ostacola il progresso dell’anima, ma poi arriva il momento in cui l’anima viene alla luce, e costringe il corpo a diventare un suo strumento fedele e perfetto. Questa conquista rappresenta la vittoria sia del corpo che dell’anima. Quando l’anima, consciamente, fa sentire al corpo quello che dovrebbe fare, e quando il corpo ha la volontà di ascoltare i dettami dell’anima, allora essi corrono assieme e la realizzazione, la rivelazione e la manifestazione diventano inevitabili.
Quando siamo avanzati, quando siamo vicini alla nostra Meta, vedremo che la coscienza fisica è totalmente unita alla coscienza psichica, vedremo il corpo trasformato nella sua luminosità. Il corpo e l’anima diventano parti integranti di una sola Verità, che è Dio, l’Infinito.
Vi è un piano ed un pianista, entrambi sono necessari per fare musica: se non vi fosse lo strumento, come potrebbe suonare il pianista? E se non c’è il pianista, il piano non funzionerebbe. Allo stesso modo, l’anima ha bisogno del corpo per portare a termine la sua elevatissima missione, ed il corpo ha bisogno dell’anima per dare uno scopo alla sua esistenza, per realizzare l’Altissimo.From:Sri Chinmoy,Il corpo: fortezza dell’umanità, Agni Press, 1974
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